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mercoledì 2 luglio 2025

Le bellezze della val d’Intelvi

LAINO E I SUOI GIARDINI SULLE COLLINE DI COMO

 



Laino
Ci si arriva fiancheggiando il lago e da Argegno salendo tra Dizzasco, Castiglione... San Fedele, tra boschi e schizzi di paesaggio meraviglioso.

 

 

 

 

 

 

 



FRANCO PRESICCI
 
 
 
Le campane di Ramponio suonano più volte al giorno. Alle 6 del mattino. a mezzogiorno e alle 4.30 del pomeriggio.
Il municipio di Laino
Sono rintocchi veri, emozionanti, che fanno bene all’anima: non sono “din don” registrati. Ramponio sta sulle montagne di Como. Quasi legato a Verna e a poca distanza a Lanzo, il balcone d’Italia. Molte case sono chiuse, in vendita o non animate perché i padroni vivono spesso altrove. Al municipio si arriva dopo una brevissima salita, dove, se si vuole parcheggiare l’auto, occorre piazzare due cunei dietro le ruote posteriori, per evitare che con un colpo di vento il mezzo scivoli verso la piazza, che è piccola e ospita la chiesa. Di persone in giro non se me vedono tante; e quelle poche credo diffidano di chi non conoscono.
Un giorno ci andai alla ricerca di un ottantenne che faceva ottimi lavori in legno: un maestro, quasi un artista. Realizzava anche presepi suggestivi. A farmelo conoscere fu un uomo massiccio e sollecito,
che si offrì di facilitare il contatto. Lo avevo incontrato in una saletta del Comune, dov’ero in attesa del sindaco, per avere notizie sul paese. C’erano anche altre persone, di cui una aveva smesso da poco la divisa di guardia forestale; e mi raccontò com’era delicato l’impegno di difendere gli animali dai bracconieri, che sanno come superare gli ostacoli.
A Ramponio, a Verna come a Laino, che è a dieci minuti di macchina, può capitare di trovarsi davanti un cervo grosso quanto un cavallo, un daino. Qualcuno afferma di aver visto anche i cinghiali. I primi li ho sorpresi e fotografati, appostandomi per un paio d’ore verso le 4 del pomeriggio ai margini di un terreno erboso. Arrivano e fanno colazione; e bisogna stare attenti a non disturbarli, altrimenti scappano. La volpe passeggia tranquillamente sul mio balcone, incurante del padrone che la riprende con il telefonino; e quando ha sgranchito le gambe andando più volte avanti e indietro, salta sul muretto e mi osserva con curiosità. Un po’ di tempo fa veniva a trascorrere la notte dietro la porta del portico.
Laino
Laino è un paese di quasi 500 abitanti, che d’estate con i turisti diventano 3mila e passa. E’ dotato di campo sportivo, campo da tennis, da bocce e di altre attrezzature sportive, di una chiesa con il cimitero di fronte, del bar con il biliardo e i tavoli dentro e fuori. Il titolare, Giancarlo, è un uomo giocoso, che per un periodo ha tenuto il computer su un banchetto a disposizione dei clienti. Gli abitanti sono molto riservati, di poche parole, ma se si ha bisogno di qualcosa li si trova a disposizione. Tempo fa Giancarlo sistemò delle assi di legno sul biliardo, trasformandolo in palcoscenico per un’orchestra; e così vi calamitò un bel po’ di gente.
Laino
Proprio a due passi da Laino c’è Ponna, dove un signore fa degli alberi rinsecchiti vere e proprie sculture. Ma non ama finire sui giornali: la ribalta non gli appartiene.
A Laino, venendo da Milano, si arriva dopo aver attraversato San Fedele, più abitato, più negozi, più bar, l’edicola, il fotografo, il supermercato; e poi Castiglione d’Intelvi, Casasco, il paese che ospita il museo etnografico della civiltà contadina. Questa era terra di contrabbandieri, che, quando intercettavano l’ombra dei finanzieri con il falcetto tagliavano lo spallaccio fatto con i polloni di castano e nocciolo, abbandonavano la briccola, che pesava 30 chili, e fuggivano.
A Castiglione anni fa visitai Francesco Pala, che realizza bellissime casette per gli uccelli, Sul suo ampio terreno domina una grande voliera, intorno alla quale si rincorrono conigli, mentre un pavone saluta gli ospiti con ripetute ruote; e i polli si divertono saltando addosso al padrone, passeggiando sulle sue gambe, mentre lui è disteso su una sdraio. Nel suo laboratorio Pala faceva spallacci che distribuisce come portachiavi agli amici e ai conoscenti, a ricordo di un periodo ormai lontano, di contrabbandieri che la notte andavano in Svizzera, affrontando ostacoli e pericoli, per rifornirsi di sigarette. Il museo di Casasco è ricco di testimonianze, che Giulio Zanotta, vice-sindaco del paese, persona davvero squisita, illustra sapientemente. E’ persona squisita, disponibile, ospitale, ancora pronta a a farmi fare un giro nei dintorni. Lo faremo.
Da Laino il lago di Porlezza
Peccato che a causa dell’età ho lasciato il volante e non posso più fare un salto da Laino a Porlezza, paese-bomboniera, pieno di vivai, di esercizi commerciali, un bellissimo lungolago e una galleria che porta in Svizzera. Che delizia il gelato servito dal bar del paese! A Natale con le luci distribuite dappertutto sembra di vivere in un sogno.
Questa zona è un altro mondo. Tra un bosco e l’altro, un campanile, poi un altro, una casa patrizia appollaiata in alto. Quando, venendo da Milano, si arriva ad Argegno già la piazzetta è da ammirare, di fronte il lago di Como e l’attracco dei piroscafi. Si svolta a sinistra ed ecco una casa tinteggiata con colori vivaci. E si comincia a salire. I paesi si susseguono:; Dizzasco, con il suo ricco vivaio; poi Castiglione, San Fedele, cinque minuti dopo, Laino. Per entrarci si deve percorrere una strettoia, poi a destra un vecchio lavatoio, a sinistra il municipio, dove il sindaco Cipriano Soldati, oltre agli impegni istituzionali, non si tira indietro se è necessario prendere in mano la cazzuola, A Palazzo Scotti (secolo XVII, salone affrescato con “Trionfo di Apollo” da C, Scotti, ha creato la biblioteca corredandola con un tavolo e sedie per la la lettura dei volumi tutti interessanti, di storia, di arte, di narrativa… Il camino dà più tono all’ambiente.
San Fedele
perso il nome. A Laino si svolgono sagre e feste, soprattutto d‘estate. Anche grazie alle associazioni che tengono vive le tradizioni locali e le fanno conoscere.
Laino è bella, vi si possono fare passeggiate a cavallo e a piedi. Il vicesindaco ogni giorno marcia da casa al municipio a piedi, come un maratoneta alla Stramilano. E ogni giorno è percorsa da ciclisti, uomini e donne, affermando il principio che la due ruote è libertà, velocità, amore per il paesaggio, che è splendido in questa costellazione di paesi.
La gente s’incontra al bar di Giancarlo o al piccolissimo supermercato aperto nella via che va a San Fedele., ritenuto il centro della Val d’Intelvi. San Fedele dispone anche di una piscina e di una palestra. Ha la sua bella chiesa nella piazza, che è sempre piena di gente seduta ai tavoli dei bar, che si fronteggiano, o a passeggio sui marciapiedi su cui scorrono le vetrine dei negozi. Basta mettersi in auto, percorrere pochi chilometri e si arriva a Lanzo e da lì alla Sighignola, detta Balcone d’Italia, dal quale con lo sguardo si arriva in Svizzera. Che suggestione fra fiori, alberi, aria salubre, boschi e montagne.
Vista del lago di Lugano da Sighignola, detta Balcone d’Italia


Nella bella Laino ci sorprende la voce di un poeta sconosciuto. Me la suggeriscono Gloria e le altre curatrici della biblioteca (Manuela, Rosanna e Francesca): ”Il mio paese è piccolino/ potrebbe stare dentro un taschino/ inutile cercarlo sull’enciclopedia; ma lo vedrete tutto dal Monte Loria/ Lo sguardo lassù spazierà lontano/ fino all’azzurro lago di Lugano / Avvicinando lo sguardo un po’ più da vicino/ su un bel pianoro sorge Laino”. Sono davanti a Palazzo Scotti. La biblioteca è chiusa: anche quella deve rispettare gli orari. Avrò tempo di vedere anche Palazzo Quaglio con portale e affreschi (“Deposizione” di G. Quaglio, del 1693) e Casa Spazzi e Casa Frisoni con “Madonna” di G.B.Barberini.