Nel suo nuovo
libro, “Grand Tour a volo d’aquila” storie avvincenti
di uomini e donne che si sono impegnate
onorando il proprio Paese.
E’ uno dei figli più affermati e
prestigiosi di quella terra stupenda, che è l’Abruzzo.
prestigiosi di quella terra stupenda, che è l’Abruzzo.
Franco Presicci
Un nuovo libro del giornalista e scrittore giramondo Goffredo Palmerini.
S’intitola “Grand Tour a volo d’aquila” ed è ricco di cronache, commenti, personaggi, storie... Un libro interessante come i precedenti. Palmerini non delude mai. Le sue opere catturano l’attenzione e la tengono viva fino all’ultima pagina. L’ho sfogliato con l’intenzione di rimandare la lettura al giorno successivo, ma già i primi capitoli mi hanno preso e non mi sono più fermato: “L’Aquila, sette anni dopo il terremoto”; “Constantin Udroiu all’Accademia di Romania: la retrospettiva del grande artista scomparso; “Una Radio per gli italiani a Londra”…; e poi San Severo. Adoro questa città in provincia di Foggia, avendovi frequentato il liceo classico Matteo Tondi, che aveva pilastri come i docenti Casiglio, De Rogatis, Stoico, Ceci, preside Mancini. Conoscevo bene figure, strade, monumenti, palazzi gentilizi, cinema (“Excelsior”, “Marchitto”…), conventi, soprattutto quello confinante con la villa, rallegrata dagli urli di gioia dei bambini, che invadevano la cella di padre Matteo, senza disturbare le sue meditazioni e le sue letture.
Erano gli anni in cui Tommaso Fiore vinse il Premio Viareggio con “Un popolo di formiche” e tempo dopo il figlio Vittore, giornalista e poeta, a San Severo il Fraccacreta con “Ero nato sui mari del tonno”; Fernando Palazzi soffrì la delusione per l’esito del Premio Viareggio, dove aveva partecipato con il romanzo “Rosetta”, senza essere sostenuto da quelli che lo avevano incoraggiato ad affrontarlo, e pubblicò la nuova edizione del suo vocabolario; a San Giovanni Rotondo prendeva corpo la “Casa Sollievo della Sofferenza,” tenacemente voluta da San Pio… Erano gli anni del miracolo economico; il Sud si salassava e la popolazione di Milano cresceva del 24,1 per cento e quella di Torino del 42,6. Con il suo stile scorrevole, efficace e godibile Palmerini delinea San Severo con brevi pennellate: “Un pregevole centro storico con importanti monumenti, che l’hanno fatta riconoscere città d’arte. San Severo è una bella città posta nel margine settentrionale della Puglia, tra il Gargano e il fiume Fortore, nella Capitanata – della quale a suo tempo fu capoluogo – laddove confluivano gli antichi tratturi della transumanza.
S’intitola “Grand Tour a volo d’aquila” ed è ricco di cronache, commenti, personaggi, storie... Un libro interessante come i precedenti. Palmerini non delude mai. Le sue opere catturano l’attenzione e la tengono viva fino all’ultima pagina. L’ho sfogliato con l’intenzione di rimandare la lettura al giorno successivo, ma già i primi capitoli mi hanno preso e non mi sono più fermato: “L’Aquila, sette anni dopo il terremoto”; “Constantin Udroiu all’Accademia di Romania: la retrospettiva del grande artista scomparso; “Una Radio per gli italiani a Londra”…; e poi San Severo. Adoro questa città in provincia di Foggia, avendovi frequentato il liceo classico Matteo Tondi, che aveva pilastri come i docenti Casiglio, De Rogatis, Stoico, Ceci, preside Mancini. Conoscevo bene figure, strade, monumenti, palazzi gentilizi, cinema (“Excelsior”, “Marchitto”…), conventi, soprattutto quello confinante con la villa, rallegrata dagli urli di gioia dei bambini, che invadevano la cella di padre Matteo, senza disturbare le sue meditazioni e le sue letture.
San Severo |
New York city |
Il centro storico, perimetrato dalle antiche mura urbiche, conserva l’intricato impianto viario medievale”… E prosegue: “Bella e ampia la Cattedrale, con fonte battesimale duecentesco e notevoli tele del Settecento, d’influenza napoletana. Altro vanto della città è il Teatro municipale…”, dove quando c’ero io si esibirono fra i tanti il cantante partenopeo Giacomo Rondinella, che allora per molti era un divo; l’attore Guglielmo Inglese, gli studenti del locale liceo classico con “Mister Brandi”, una commedia scritta da un maestro elementare. In un capitolo di “Grand Tour” l’autore ricorda la XV edizione (svoltasi, come sempre a San Severo, nel 2016) del Premio giornalistico ispirato a Maria Grazia Cutuli, l’inviata del “Corriere della Sera” assassinata in Afghanistan il 19 novembre del 2001, sulla strada da Jalalabad a Kabul, assieme al collega del “Mundo” Julio Fuentes e a due inviati della Reuters. Espone il profilo professionale della giornalista, laurea in filosofia con il massimo dei voti e lode all’università di Catania, e del Premio, che, organizzato dal Centro culturale “Luigi Einaudi”, ha il patrocinio dell’Unesco, dell’Unicef e della Regione Puglia; elenca i giornalisti che di quel riconoscimento sono stati insigniti, tra cui Hafez Haidar,” candidato al Premio Nobel per la pace, giornalista, poeta e romanziere, docente di Lingua e Letteratura Araba presso l’università di Pavia, considerato uno dei maggiori studiosi delle religioni, libanese per nascita e italiano d’adozione…. Suggerisco a tutti “Grand Tour”, che porta per mano il lettore attraverso più di 300 pagine.
Hafez Haidar, poeta e scrittore |
Nella sua presentazione Hafez Haidar dice che Goffredo ”riesce a cogliere i benevoli frutti delle vicende degli uomini e delle donne e a mettere in risalto le loro opere di vita e di pensiero. In veste di ambasciatore della propria terra e di convinto sostenitore della necessità del dialogo e della benefica contaminazione culturale tra i popoli, ci presenta un’altra Italia, sorgente di luce e conoscenza per tutti coloro che amano il dialogo e credono nei valori fondanti della pace e dell’amore…”. Viaggiatore instancabile ed entusiasta, avido, curioso, ansioso di scoprire le bellezze del mondo e di esaltare la tenace volontà degli uomini di affermarsi ovunque si siano trapiantati, superando sacrifici e ostilità, insulti, lo scherno, il rifiuto, spesso il disprezzo. Palmerini ama andare verso l’altro. “E’ uno dei figli più affermati e prestigiosi di quella terra meravigliosa, che è l’Abruzzo (parole di Tiziana Grassi nella prefazione), coraggiosa e indomita verso cui lo scrittore riversa tutto il suo amore a partire dall’Aquila…
Santa Maria del Suffragio - cupola ricostruita |
Quel sentimento lo estende a tutto il nostro Paese, anzi il Belpaese, come lui lo chiama. “Con grande gioia esprimo, da aquilano, plauso ed emozione per l’Oscar conferito a Ennio Morricone dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences a Los Angeles per le musiche del film The Hatefun Height” di Quentin Tarantino… Diverse volte Morricone è stato all’Aquila per dirigere applauditissimi concerti, nel giorno memorabile della cittadinanza onoraria, come nell’immediatezza del tragico terremoto del 2009 la sua visita alla città ferita”. Oltre che scrittore di grande qualità, Goffredo Palmerini è un cronista avvincente. Dall’Aquila al Salento: colori, sapori e grazia di una terra di cultura. “Lasciato con mia moglie Metaponto, un mare di perla, e la vasta pineta litoranea alle nostre spalle, la superstrada jonica ci porta a Taranto, città ricca di storia, purtroppo ferita dai guasti ambientali di una grande industria siderurgica non ancora risanati…”. Durante il percorso, tra ulivi, vigneti, frutteti, muri a secco avverte l’odore del mare già quando la strada sta per sfiorare la costa intorno a Porto Cesareo.
Galatone |
Destinazione finale, Galatone. E’ stata la cultura a spingerlo sin lì: il Premio Galatone arte e il Premio letterario “Città del Galateo”. Le espressioni dell’anima stimolano Palmerini a intraprendere viaggi vicini e lontani, oltre alle condizioni delle persone che per necessità hanno abbandonato la propria culla, pur rimanendole legate come ricci allo scoglio. E per un’edizione speciale del Premio Antonio Zimei per gli Abruzzesi dell’anno all’estero, “a personalità che si sono particolarmente distinte onorando la propria terra d’origine”, corre a Pescara, e racconta la manifestazione e la commozione che prova ogni volta che entra nella sala “La figlia di Jorio”, al primo piano del Palazzo “che insieme a quello del Comune fa da quinta a piazza Italia”.
Washington, Congresso degli Stati Uniti |
I“reportages”, come quello dagli Stati Uniti (le tre intense giornate di Washington) sono il tessuto di “Grand Tour” di Palmerini, uomo colto, sensibile, generoso; giornalista scrupoloso, rispettoso dei dettagli; scrittore delicato, che si fa leggere con molto piacere. Pensa in auto, scrive in aereo, in treno, nella camera di un albergo, abbozza mentre pranza o cena al ristorante, a Little Italy o altrove, ovunque vada per un congresso, per incontri con letterati, pittori, scultori, politici, gente comune, raccogliendo storie da snocciolare in libri e giornali anche esteri, come “La Gazzetta” brasiliana, la “Voce” canadese. Ha contatti con direttori di quotidiani e settimanali, capi di governo, luoghi… E’ ricco di esperienze e competenze; ha una gran voglia d’immortalare i paradisi terrestri in cui s’imbatte mettendoli a disposizione degli amici e non solo. E’ abile come fotografo: usa l’obiettivo come un cacciatore d’immagini professionista. “Il libro è qui davanti a me – scrive Gianfranco Giustizieri – a pagina 322 di ‘Grand Tour’. La sensazione derivante dal fruscio delle pagine, l’odore della carta, il piacere personale di ritrovare la scrittura di Goffredo Palmerini nel suo ‘Italia nel cuore’, One Group Edizioni, l’Aquila 2017, in aggiunta alla bella manifestazione per la presentazione e l’occhio che si sofferma subito sulle pagine 181 e 182, prima di ogni altra lettura: il ricordo di Adolfo Calvisi. E’ un coinvolgimento immediato, emotivo e razionale…”. Scomparso a 98 anni all’Aquila, Calvisi era “un maestro nella scuola, nella politica e nelle istituzioni… Rigoroso, determinato nelle scelte… spiccata sensibilità nel campo sociale”. Fu sindaco di Fossa, sua città natale, amministratore dell’Ospedale San Salvatore… Figura esemplare, come le altre che Goffredo Palmerini illustra nelle sue opere. “Grand Tour al volo d’Aquila”, One Group Edizioni, verrà presentato a Milano il 17 alle 18, nella Sala Meeting Antica della Caffetteria Passerini in via Spatari.
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