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Massimo Biagi con Presicci |
DI SUA MAESTA’ IL PEPERONCINO
Rimasta
ferma per il coprifuoco imposto
dal Covid, si spera che rinasca con più
vigore e non si lasci accalappiare dalla
pigrizia. Gli adoratori di questo tizzone
taumaturgico e apotropaico rimarrebbero
delusi e amareggiati. Forza, all’opera.
Franco Presicci
Non avevo mai avuto dimestichezza con diavoli e diavoletti prima di essere invitato da Alfredo De Lucreziis degli “Amici da sempre”, gruppo che amalgama anche mogli e figli, nuore e generi e nipoti alla Sagra del peperoncino piccante, a San Simone, appendice di Crispiano.
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A destra De Lucreziis |
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I peperoncini nel mondo |
Vidi siepi di gente davanti ai vari “stand”: chi prendeva il gelato, chi le friselle, chi le polpette, chi la pasta con i fagioli cucinate dallo “chef” Simone Rodio… tutto cosparso di peperoncino. Poco dopo si unì a noi il dottor Michele D’Addario di Oria e ci sedemmo ad un tavolo appartato, dove una squisita signora ultraottantenne, con capelli bianchi con striature di grigio, esile e bassina e con un sorriso dolce, ci offrì spaghetti al ragù spalmati di una dose accettabile di peperoncino. Piccante naturalmente. E giacchè c’ero, mi accinsi a inondare di domande D’Addario, che al suo paese era presidente della sede locale dell’Accademia della famosa spezie intitolata Club Habanero, autrice di una manifestazione molto seguita che aveva in programma l’elezione di miss peperoncino. Il medico ricevette una telefonata e si appartò.
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Tavolozza begetale di Biagi |
La mia attenzione fu attratta da un gruppetto di quattro o cinque signori, poco distante da noi, fra cui spiccava un tale che somigliava allo Smilzo di Giovannino Guareschi. Teneva banco argomentando sul peperoncino: “A quanto pare sì, il peperoncino ha qualità afrodisiache e ha una serie di poteri terapeutici: aiuta la digestione, è vasodilatatore: “Fa guerra al colesterolo e alla depressione... Si usa anche nella cosmesi”. E ancora: “Nei tempi antichi interveniva nella preparazione di filtri d’amore e molti superstiziosi, per la sua forma e per il suo colore simili al corno napoletano, gli attribuiscono anche capacità apotropaiche. Nessuno ha riscosso nel mondo il successo che è toccato a questa spezie. Se ne conoscono 1600 varietà”. Si avviarono verso il cuore ondeggiante della sagra e le sue parole mi giunsero un po’ sfumate: “Il peperoncino ha origini nel Messico meridionale e nel Sud America. In Europa arrivò dopo il ritorno da un viaggio di Cristoforo Colombo verso il 1493. E da allora ha furoreggiato”. Improvvisamente lo Smilzo a voce alta disse: “Sua maestà”; e, curioso per natura e per mestiere cercai tra i più vicini a noi chi per qualche ragione fosse stato insignito di quel titolo; invece appresi che quell’onore veniva attribuito proprio a quella specie di virgola rossa che dominava la festa. E a giudicare dalla folla che fluttuava, sfilacciandosi nella piazza con la chiesa dedicata all’Arcangelo Michele, l’espressione non era un’iperbole.
Giorgio Di Presa |
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Campionato di oria |
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Il professor Massimo Biagi |
A San Simone mi presentarono il professor Massimo Biagi dell’Università di Pisa e grande esperto della spezie. Nel suo “stand” con l’insegna “Peperoncino nel mondo” aveva allestito un tavolo lungo e largo più di quello da ping-pong, che sembrava una tavolozza per i tanti piatti colmi di peperoncini di ogni tipo. Su una mensola troneggiava una pianta pensata e coltivata da lui stesso. In un’intervista gli chiesi il nome del primo della classe: “Qualche anno fa era l’habanero, che si produce nello Yucatan, poi questo è stato defenestrato e il vincitore ha fatto dignitosamente la stessa fine. Da non dimenticate lo Scotch Bennet. Sono uno più piccante dell’altro e fanno a gara a chi meriti il posto più alto nella classifica”. Sono tante le domande che l’uomo della strada invaghito del peperoncino farebbe a uno che abbia esplorato tutti i segreti di questo “taumaturgo” ardente, che domina le cucine di tutto il mondo. In Italia sua maestà regna in Puglia, Basilicata, Calabria, Molise. A proposito al campionato del peperoncino di Diamante (provincia di Cosenza) un anno vinse un concorrente che aveva ingoiato 750 grammi e l’anno dopo uno che ne aveva mandato giù un chilo, accompagnandolo con pezzettini di pane. Espressi la mia perplessità al professor Biagi, ma il docente fu fagocitato da un gruppo di curiosi e poi dimenticò di darmi la risposta.
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Lo stand delle fecazzèdde |
Davanti allo “stand” di De Lucretiis, “Fecazzèdde”, addobbato con cornetti rosso-cremisi in ogni angolo, grappoli, corolle a forma di cercine sulla testa delle assistenti, belle e gentili, pronte a soddisfare le domande più strane, più esigenti, io e Michele Annese ci soffermammo a commentare la realizzazione di quella iniziativa, poi fermata dalla clausura antivirus. Mi piacciono le imprese che attirano tantissima gente, proveniente anche dai paesi vicini e meno. Da Oria arriva anche il cestaio, che intreccia i suoi vimini con abilità e arte; da altri centri artigiani che come il primo si esibiscono, calamitando l’interesse del pubblico, che girella sorbendo un grosso gelato o gustando una mozzarella spalmati di peperoncino. Dosato saggiamente. Altrimenti, suggeriva un esperto seduto accanto a me e ad Annese sul muretto del corso che dovrebbe essere dedicato a Sua Maestà, non c’è bisogno d’invocare i pompieri: basta un bicchiere di vino o, meglio, tanta mollica d pane. Aspetto con ansia i primi di settembre, quando va in scena la Sagra del Peperoncino a San Simone. Non ne ho mai perso un’edizione. Anche perché ogni volta vi trovo amici con i quali ho condiviso serate in allegria, in una masseria o in una casa privata. I crispianesi sono persone ospitali e amano lo stare insieme. Ricordo tante manifestazioni organizzate da Michele Annese alla Monti del Duca, dove venne presentato li libro “La Puglia il tuo cuore”, di Giuseppe Giacovazzo, o alla Pilano, che una sera ebbe come ospiti musicisti dell’Est.
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Insegna della Sagra |
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