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Vincenzo Gallone |
RICAVA UN CAPOLAVORO
Vincenzo
Gallone, 89 anni, memoria
lucida, simpatico, talentuoso, fonte
inesauribile d’informazioni, narratore
gradevole e interessante, collezionista
di ricetrasmittenti trovate nei mercatini
rionali della Puglia.
Franco Presicci
Ogni volta che faccio un salto da Michele Annese a Crispiano, gioiellino a un tiro di schioppo da Taranto, tranquillo, riposante, le vie strette, silenziose, mi aspetta una sorpresa: un incontro importante, una vita da raccontare, un’attività speciale di una persona che sta per arrivare agli ottanta o ai novant’anni o c’è già arrivata…
FRANCO
PRESICCI
CON
CENZINO
GALLONE
Questa volta mi sono trovato di fronte ad un collezionista di ricetrasmittenti militari, tutte funzionanti, acquistate nel tempo frequentando mercatini di diversi paesi della Puglia, pellegrino particolare e instancabile. Annese, uomo colto e molto sensibile, mi aveva parlato di questo signore, dicendomi che era un raccoglitore di radio antiche e io per associazione di idee, ho pensato al libro “Abbassa la tua radio per favore: storia dell’ascolto radiofonico nell’Italia fascista”, di Gianni Isola, pieno di notizie e di opinioni, tra cui quella del regista, saggista e critico cinematografico Anton Giulio Bragaglia, secondo il quale la radio aveva bisogno di poesia.
MOTO D'EPOCA
COLLEZIONATE
DA GALLONE
Quando poi mi sono trovato di fronte a Vincenzo Gallone, 89 anni, alto, un bel volto con una barbetta bianca, pantaloni scuri e camicia bianca, aspetto da gentiluomo di campagna, simpaticissimo, saltellante da un fatto all’altro, da un argomento all’altro, costringendomi ad un lavoro mentale di cucito, ho scoperto che non le radio erano il suo “Hobby”.

Dice lo stretto necessario. Conversiamo immersi in una congerie di oggetti, molti coperti da teloni, forse per evitare che prendano polvere, lui affondato in una poltrona anteguerra, io seduto su una sedia bassa a cui tremolano le gambe, senza un piano d’appoggio, in una stanza con poca luce, con un piccolo “corridoio” fra cumuli di cose che consente di andare da un estremo all’altro. Comunque ascolto con interesse quello che dice Vincenzo, che spesso accompagna le parole ad un sorriso da uomo che ha attraversato tante strade, piane, impervie, sterrate, senza vacillare. A volte comunica con gli occhi, ammiccando verso Michele Annese, che sta invece in piedi e si guarda intorno incuriosito da un bel po’ di ricetrasmittenti allineate su una mensola e altrove e coglie nella memoria la figura che l’intervistato ha indicato con il solo soprannome: “Beh, a quello rifeci tutta la moto con pezzi di ricambio introvabili fatti da me”. Vincenzo scantona, svirgola, accenna ad altri concittadini usando sempre i nomignoli, mai offensivi (nei paesi ognuno ha il suo ricavato da una caratteristica fisica, dal mestiere che esercita, da un’abitudine o ereditato dal capo famiglia… e poco manca che li inseriscano anche nella carta d’identità) e Michele annuisce, ricordando: a Crispiano con i suoi 13 mila abitanti ci vuole poco a conoscere tutti. “Prima di partire per il militare facevo l’ebanista con mio padre Tommaso, però avevo la passione per l’elettronica e la meccanica, quindi studiai da solo queste materie.
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Al centro: Vincenzo Gallone |
"Sotto le armi feci il 'marconista' (radiotelegrafista del Genio Trasmissioni), attività che con i suoi punti e linea per me era una musica"… E qui deraglia nuovamente: “Suono bene la chitarra e il mandolino, strumenti con i quali, assieme ad altri, ho fatto tante serenate, quando questa pratica era in voga. Con mio fratello Michele facevo parte di un gruppo che si chiamava ‘Magagallo’, e andavamo a suonare ai matrimoni, alle cresime, ad altre feste”. E ritorna al binario originario. “Come radiotelegrafista nel 1956 acquistai un Rice-Tra mod. R19 MK III e, dopo adeguata preparazione, conseguii la patente di Radioamatore con la sigla I7KVG. Iniziai, così, a collezionare apparati radio militari, ceduti dai vari Corpi Militari Nazionali. Ho una ricetrasmittente WHF tedesca anni 40, un ricevitore HF, anch’esso tedesco, una radio RRIA, Ar18, TELEFUNKEN E 52 KOLM, nonchè COLLINS, BC MARELLI ed altre marche italiane di varie epoche, il tutto perfettamente funzionante". Ma non si conclude qui il campo d’azione di Vincenzo Gallone, che ha davvero molto talento e altrettante conoscenze. Per esempio ha creato un sydecar Bianchi MT61(e non è stato il solo), precisando che "la costruzione e le riparazioni dei Sidercar sono state eseguite nelle autorimesse dei rispettivi proprietari, con i loro mezzi e materiali, l'aiuto loro e degli amici, in uno spirito comune di vecchia amicizia e grande passione". Finita la leva, Gallone fu autorizzato ad aprire un’autofficina Fiat. Poi se ne andò a lavorare a Taranto alla Montubi, quindi passò alla Riveltubi, assunto a Milano, in trasferta nella città dei Due Mari.
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Vincenzo Gallone nel suo "museo"a Crispiano |
Era sempre presente ai raduni, ovunque si svolgessero. E' andato in Calabria con una moto appena rimessa in sesto, con la moglie, Lucia, seduta sul sellino posteriore. Non era uno spericolato, ma ogni tanto lo coglieva lo spirito d’avventura. E' ritornato in Calabria con una moto sprovvista del corredo richiesto, e per un pelo riuscì ad evitare una pattuglia dell’Arma. Una volta lo scambiarono per un prete: una signora barese gli si avvicinò e chiese di essere confessata. Vincenzo s’infilò nel confessionale e le chiese se avesse compiuto atti impuri, sentendosi rispondere di sì. “Da sola o con altri?”. “Tutt’e due”. Oltre che burlone è anche miscredente, quindi non si preoccupa se Lassù hanno annotato. E’ anche un tantino ribelle. Quando era ancora in divisa il caporale gli chiese di sbucciare le patate, e lui si rifiutò. Il sottufficiale glissò in cambio di un pezzo di ricambio che era ormai sparito dal mercato. Ha anche costruito utensili da cucina; con il padre una chitarra e un contrabbasso.
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Riuso del legno al tornio |
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Terrazza Ristorante "Tuttobuono" |
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