DA GIOVANI INNAMORATI
INTORNO AI LAGHI E OLTRE
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Mariuccia e Angelo durante una sosta |
Angelo
Frigerio e la moglie hanno
conosciuto il Paese grazie a questo
mezzo, leggero, dalla bella linea, di
basso costo e di poco consumo. Ai
raduni del Lambretta Club
lombardo spensieratezza, amicizia
e allegria.
Franco Presicci
Aveva sedici anni quando si mise per la prima volta in sella a un Lambretta 125. Non era nuova ma neanche malandata. Non l’aveva acquistata per provare l’ebrezza della velocità o per darsi le arie, ma per raggiungere il posto di lavoro e fare una gita la domenica e nelle altre feste comandate, mete preferire i laghi della Lombardia. Ci girava attorno, ogni tanto si fermava e osservava tutto ciò che c’era da vedere e da ammirare, cioè le bellezze della nostra terra, che fanno invidia al mondo. Perché proprio la Lambretta e non, per esempio, la Vespa? “Era una questione di linea: la Vespa ha le ‘chappe’ grosse, come si dice in gergo, mentre la Lambretta è più longilinea. E poi, per la verità, ero sempre in gara con mio padre: lui vespista, io lambrettista; lui milanista, io juventino: un conflitto bonario, affettuoso, divertente.
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Angelo Frigerio |
Angelo Frigerio, 76 anni, professione spedizioniere, ama andare in Lambretta da un punto all’altro del Paese, con gli amici, tutti amanti di questo mezzo di locomozione. Lui ci è andato sempre con la fidanzata, Mariuccia, oggi sua moglie. In seguito gli si sono accodati il figlio Alessandro, al quale ha tramesso questa eredità, la figlia Monica (che tra l’altro ha vinto una coppa), il nipote, Andrea: papà e mamma su una moto; gli altri alle spalle di qualche lambrettista solitario, visto che la solidarietà è una delle caratteristiche di quel mondo. “Ne abbiamo fatti, di chilometri, e ne facciamo ancora”, dice Mariuccia, che era già lambrettista per suo conto. Mariuccia è una signora dolce, riflessiva, di poche parole e brava nell’ascoltare. Ogni tanto interviene, con discrezione, nella conversazione per aggiungere o precisare: “Quando eravamo in ritardo, mia madre stava in ansia e quando ci sentiva bussare tirava un sospiro di sollievo: ‘Finalmente sono arrivati’”. Ha in mano il cellulare e se non ha un ricordo preciso da offrire, lo interpella. In questa intervista ho dunque due interlocutori, con esperienze comuni. E entrambi raccontano piacevolmente un ambiente di raduni affollati e spensierati, interessanti anche gastronomicamente.
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Lambrette a Bormio |
Già, in queste occasioni non si limitano ad inebriarsi in Lambretta come Gregory Peck e Audrey Hepburn nel film del ’53 “Vacanze Romane” (o quella era una Vespa?); ma all’ora giusta si siedono a tavola a gustare i cibi locali, glorificando ciascuno il proprio “gioiello”, che è sempre migliore e più efficace di quello dell’altro, ma in allegria, felici di stare insieme, perché un altro aspetto positivo dei raduni è quello di rinsaldare amicizie e di crearne di nuove. E’ simpatico, Angelo, e anche spiritoso. Sorride e parla, riesuma momenti gioiosi, ripesca sul telefonino qualche foto con il pensiero alle due Vespe e alle dieci Lambrette che ha in garage a Milano come una piccola collezione; e le tiene bene in ordine, come si conviene a un buon collezionista di ogni genere, che ha anche il dovere di avere cura dei suoi bisciù.
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Innamorati in lambretta |
“Raggiunti i 18 anni, ho acquistato un 150 e mi sono iscritto al Club Lambretta lombardo, partecipando ai raduni, sempre con mia moglie dietro. A Natale il gruppo organizza il pranzo sociale, principe il panettone, e noi ci siamo. A maggio qualche giretto poco impegnativo; e, quando il calendario prevede un raduno regionale o nazionale o internazionale, noi ci siamo”. Ancora: “Il primo raduno nazionale a cui abbiamo preso parte è stato quello di Assisi, che ha registrato la presenza di 800 Lambrette. Nella città di San Francesco siamo entrati estasiati nelle basiliche, che ristorano lo spirito. Questi incontri hanno anche scopi culturali, avendo in programma visite a musei, paesaggi, monumenti, cantine sociali e ad altri luoghi che arricchiscono le nostre conoscenze. Sono ‘fughe’ appaganti, dove ci scambiamo consigli, esprimiamo sensazioni, esponiamo i problemi dello “scooter’, se ne ha, e via dicendo. Poi cominciamo a frequentarci sempre più spesso, e a poco a poco fiorisce l’amicizia”.
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Angela e Mariuccia Frigerio |
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Frigerio a Monza |
“In occasione del 70° anniversario della Lambretta, abbiamo percorso il circuito dell’autodromo di Monza”, la città che nel Duomo, alla sinistra del presbiterio, custodisce la Corona Ferrea”. Hanno partecipato anche al raduno nazionale in Sardegna, a Cala Gonone, frazione del comune di Dorgali, in provincia di Nuoro: da Milano a Genova, poi in nave ad Olbia e in Lambretta al punto di ritrovo, dove hanno visitato le spettacolari grotte del Bue Marino, in cui trovava rifugio la foca monaca, e hanno mangiato “il maiale sardo alla brace (tenuto in piedi durante la cottura, appeso ad un’asta)”. Insomma, itinerari di grande interesse, indimenticabili, esaltanti. Con il “lambrettismo” hanno contemplato tanti centri meravigliosi del nostro Paese, come Matera”. E nella capitale della cultura 2012 hanno avuto un sacco di cose da vedere: i Sassi, patrimonio dell’Unesco; il Museo della civiltà contadina; le chiese rupestri; monumenti rilevanti. Si entra in questa città straordinaria, con luoghi sacri stupendi, una cattedrale romanica, un panorama indescrivibile, la si attraversa con occhio attento, si sente palpitare il cuore e si capisce di trovarsi in uno dei posti più affascinanti, più splendidi del mondo. Matera ti colpisce, ti emoziona e ti resta dentro, suscitando la voglia di tornarci per vedere altro”.
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Con la lambretta tra i monti |
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Orgoglio per la lambretta |
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