A
FARCI PERDERE LA TESTA PER LEI
Gianfranco
Radice, grande esperto
di
fragranze, racconta le “maison”,
le
creazioni (dal “n. 5” di Coco Chanel
all’ "eau
de toilette” “First”), gli artisti
che
disegnano le etichette, i manifesti,
tra
cui Renè Magritte…
Le foto appartengono alla
collezione di Gianfranco Radice. Chi volesse approfondire può
consultare il sito www.ilprofumoneltempo.it
Franco Presicci
A.Erba Milano, cartello da vetrina |
Valli, Milano, dentifricio Kaliklor. |
Da principio il profumo fu adottato nelle cerimonie religiose; e si credeva che il merito fosse degli dei, che avevano deciso di donare agli uomini unguenti odorosi che la fecero da padrone assieme alle stoffe pregiate e ai preziosi. Spalmati sul corpo servivano anche a proteggere dal sole. Era, come oggi, importante per la donna farsi bella, dandosi un tocco di trucco. Nel suo libro “Una giornata nell’antica Roma” Alberto Angela sorprende una schiava intenta ad allungare con un bastoncino di carbone le sopracciglia della matrona. “C’è quasi la stessa tensione di un’operazione chirurgica”. Naturalmente le essenze che producevano allora gli “unguentari” non ottenevano gli stessi effetti di quelli odierni, non disponendo degli elementi scoperti in seguito: loro arricchivano una base oleosa con aromi vegetali, tra cui il mirto, l’incenso, la mirra…
E per sapere com’erano fatti, bisogna consultare Teofrasto di Ereso, scienziato e filosofo, discepolo e poi successore di Aristotele; e la “Naturalis historia” di Plinio il Vecchio, che racconta gli unguenti (tali erano, perché l’alcol fu portato in Europa dagli arabi nel XII secolo e quindi le esalazioni odorose erano il frutto della macerazione di sostanze). Una volta realizzati, gli unguenti venivano tenuti in anfore e successivamente trasferiti in contenitori più eleganti. La profumeria moderna ha preso avvio alla fine del XIX secolo; e grazie alla chimica organica sono nate le sue prime fragranze: Fougère Royal e Jichy.
Schiaparelli, Parigi profumo Snuf. |
Nina Ricci, Coeur Joie |
Suspiro de Granada, Myrurgia |
Sforna dettagli snodando brani della vita di Coco, che, figlia di un venditore ambulante, nata in un ospizio per poveri, fece passi da gigante per scalare il successo. Radice, 79 anni, alto, robusto, barba e baffi grigi, capelli radi, gentile, notevolissima esperienza, ha davvero tanto da dire. E non ha bisogno di domande. Spazia dalla Parfumerie Galimard alla Profumeria Artistica… E’ un’enciclopedia da sfogliare se si ha voglia di scrivere un libro. Amante dell’arte, è capace di evidenziare per ore le preziosità di manifesti, etichette, contenitori, facendo i nomi e indicando opere degli autori, tutti artisti famosi. “Per esempio, ‘Volnay’, una casa parigina, adotta per alcune fragranze i flaconi prodotti da Lalique; e di Lalique sono i contenitori di “Dans le coeur” di Arys negli anni ’20-30. La Casa di Nina Ricci, signora della moda, creatrice al livello di Coco Chanel, negli anni ’40 ha prodotto profumi vestiti con i vetri dello stesso Lalique. Un’altra grande sarta, la Schiaparelli, ha confezionato profumi sistemati in flaconi con immagini di Renè Magritte, il pittore belga che dipinse un uomo con cappello, solino e cravatta con una mela al posto del volto.
Schiaparelli, Parigi, Soucces Fou |
C.Dior, Paris, Diorissimo, eseguito da F. Guery-Colas |
Cella, Milano, etichetta Rose rouge |
Poi, le ciprie, riprende Radice, che parla tenendo le braccia conserte, e passa da una sponda all’altra senza mai distrarre l’ascoltatore, anzi affascinandolo: ”Roger & Gallet”, casa parigina, che producendo ciprie negli anni 30 affidò per “Floeurs d’amour” il disegno del coperchio a Lalique. Un autore ignoto, ha disegnato per S.A.P. di Torino, per la cipria “Gladys Pickford”, un’etichetta per il contenitore, ispirata all’art deco”, affermatasi negli anni ‘20. Chi lo ferma, Gianfranco? E’ una Freccia Rossa. “Per far conoscere marchi anche secondari vengono interpellati eminenti scultori e ceramisti. Il mondo della profumeria vanta esempi di arte applicata anche per gli spruzzatori, alcuni dei quali sono autentiche opere d’arte; per le etichette, i calendarietti, i cartelli di vetrina…”. La signora o il giovanotto che entrano in profumeria per acquistare, per esempio, un’“eau de toilette First”, non immaginano che cosa si celi dietro quel “gioiello” firmato da Van Cleef & Arpels. Ha cercato di chiarirlo una manifestazione che si è svolta a Firenze, alla stazione Leopolda con novità di 160 marchi provenienti da ogni parte del mondo. Sissel Tolaas, scienziata scandinava che si proclama “ricercatrice di odori” e ha creato il primo archivio del settore al mondo, ha portato da Berlino un forziere di ben 6370 effluvi.
Un’altra iniziativa, che richiama 7500 persone, tra esperti e appassionati, si svolge ogni anno a Milano: “Excence-The Scent of Excellence, evento a livello internazionale della Profumeria Artistica.E l’acqua di Colonia, che, inventata alla fine del 1600, grazie a Gian Paolo Feminis, nato a Santa Maria Maggiore, in al Vigezzo? E i nasi più celebri al mondo, come i profumieri francesi Dominique Ropion e Francis Kurkdjan, vincitore nel 2001 del “Prix Francoise Coty” e creatore del celebre profumo ”La Màle” de Jean-Paul Gaultier? La conversazione su questo universo ricco di effluvi è durata oltre un’ora e mezza e ci ha riempiti di informazioni. Riprenderemo il discorso in un prossimo futuro. Mentre ci saluta, Gianfranco ricorda che l’attività del mastro profumiere è nobile ed elevata, più che un mestiere un’arte. E’ venuta alla luce in Egitto, dove i faraoni adottavano il Kiphi, composto di 60 essenze; e i sacerdoti cospargevano le statue delle divinità di unguenti che deliziavano l’olfatto. Una storia gloriosa, fatta di grandi talenti e di invenzioni sublimi. Il profumo non si limita a rendere più gradevole la nostra presenza: influisce sul nostro umore; sembra esercitare un’azione terapeutica nella depressione; influenza i nostri rapporti con gli altri; ammalia, seduce, rapisce, a volte fa fiorire l’amore e lo alimenta. Insomma a farci perdere la testa per lei sarebbe più il naso che il cuore.
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