UN’AUTENTICA
ECCELLENZA PUGLIESE
L’evento il 7 maggio in via Rovello.
Pubblico numeroso,
interessato alle
parole di Franco
Punzi, Alberto Triola
Sergio Escobar,
Fabio Luisi, Aldo
Patruno, Antonio Scialpi.
Trionfo della musiva e
Patruno, Antonio Scialpi.
Trionfo della musiva e
del capocollo della
città dei trulli.
Franco Presicci
“Questa sala va allargata, dato che siamo diventati tanti - ha cominciato scherzosamente Franco Punzi -, i nostri amici si stanno moltiplicando. Stamattina sono venuti qui da più angoli della Puglia. Ecco lì quelli di Crispiano”, riferendosi anche a Michele Annese, a sua moglie Silvia e al genero Donato Basso, che è di Milano.
Sala gremita di ospiti e giornalisti |
La sala era strapiena, frange di pubblico lungo la vetrata e altre straripanti nell’atrio. Giovani, meno giovani, melomani, cantanti, orchestrali, critici musicali, giornalisti, semplici cittadini interessati all’evento: la presentazione, il 7 maggio alle 11 - del Festival della Valle d’Itria, di cui Punzi è il presidente. Un giovanotto è arrivato con il sassofono e lo ha sistemato sotto la sedia. Fotografi, operatori televisivi facevano la ronda per catturare le personalità del bel canto. E’ arrivato Escobar, e Franco Punzi lo ha accolto festosamente, ampiamente ricambiato. Il presidente del Festival della Valle d’Itria, con il suo eloquio fluido, spesso frizzante, familiare, ha introdotto la mattinata al Piccolo Teatro di Milano - intervallando i discorsi seri alle battute sagaci, divertenti.
Il saluto del Presidente Punzi |
Si è subito detto felice dell’ospitalità cordiale, affettuosa che ogni anno riceve in via Rovello; e Sergio Escobar con evidente schiettezza ha risposto che apprezza l’impegno, la bravura, le fatiche, i sacrifici che i martinesi compiono per rendere sempre più grande il loro capolavoro; e i risultati di altissimo livello che conseguono. “Ci sono occasioni che finiscono in consuetudini e ci sono anche ottime abitudini. Siamo più che lieti di collaborare con il Festival e con Martina anche per le celebrazioni dei 100 anni della nascita di Paolo Grassi, non con dovizia di aneddoti, ma con un progetto di studi che aiuti la riflessione sulla sorte del teatro….”. E ha sottolineato la differenza “tra il salotto culturale e chi si sporca le mani nel fare”, completando il suo pensiero con l’affermazione che “la ricchezza da tramandare è il rapporto umano”.
Ingresso del Teatro |
A qualcuno è venuto in mente il discorso tenuto da Grassi il giorno del suo insediamento alla presidenza della Rai: “Guardo all’azienda e a coloro che vi lavorano con sentimenti di simpatia, di intensa speranza e fiducia in una fertile collaborazione, che esalti i singoli talenti, le singole professionalità, le singole disponibilità umane in una responsabile coscienza della funzione sociale del monopolio, inteso come servizio pubblico, che la Rai deve rendere ai cittadini, nel quale possano avere ragione solo le idee maggiori…”. Paolo Grassi, che diresse il Piccolo per 25 anni fino al maggio del ’72, quando assunse la sovrintendenza della Scala, è un simbolo, un esempio, un maestro, che ha aiutato molto il Festival, tanto che la vedova Nina Vinchi ha a suo tempo regalato alla Fondazione a lui dedicata a Martina la sua biblioteca. Punzi non si lascia scappare alcuna occasione per esaltare la figura di quest’uomo che tra l’altro rinnovò il modo di fare teatro. Lo ha fatto anche il 7 maggio, durante la presentazione del 44° Festival della Valle d’Itria, che si svolgerà dal 13 luglio al 4 agosto prossimi. “La memoria di Grassi – ha dichiarato – alimenta il Festival, è ossigeno della cultura, del turismo di Martina… Quest’anno la manifestazione si ringiovanisce nelle opere, nelle iniziative…”. E ha accennato alle novità, tra le quali la collaborazione con il Petruzzelli di Bari, con il Giappone… l’incontro, il 30 luglio a Martina, con critici musicali e giornalisti “per confrontarci”.
Prof. Antonio Scialpi in rappresentanza del Comune di Martina F. |
Una pausa breve – il tempo di presentare l’assessore alla Cultura della sua città Antonio Scialpi, persona saggia, di poche parole, docente di filosofia al Liceo – e ha ripreso: “Noi diamo spazio alla cultura, perché dove c’è cultura c’è civiltà, progresso, speranza…”, rivolgendosi soprattutto ai giovani. Ha preso la palla al balzo Alberto Triola, direttore artistico del Festival, per ricordare che i giovani talenti che planano a Martina prendono il volo per i teatri più prestigiosi al mondo. Il Festival è anche un trampolino di lancio, oltre che una fucina di idee, di proposte che tra il dire e il fare non hanno di mezzo il mare: affronta nuovi percorsi “con la fantasia e la curiosità d’inoltrarsi su sentieri anche molto divergenti fra loro”. E anche in questa 44.ma edizione “nel sorprendente incontro fra Handel e la Scuola napoletana si esalta la più pura tradizione belcantistica italiana”. Dopo Punzi, Aldo Patruno, direttore generale Turismo, Cultura, Valorizzazione del territorio presso la Regione Puglia: “E’ bello rinnovarsi non solo negli appuntamenti”; e ha rievocato “il programma triennale di finanziamento della cultura; i 100 milioni che si stanno utilizzando per fare cultura in Puglia; la grande alleanza fra le sette fondazioni di Puglia; il carnevale di Putignano.”, aggiungendo che “il Festival della Valle d’Itria è un’eccellenza, che s’inquadra nel cuore della regione con un programma che ogni anno stupisce.
Triola, Luisi, Punzi |
Beato colui che è in grado di dare ai propri figli radici e ali”. Attraverso l’opera svolta dalla Fondazione Paolo Grassi anche i talenti pugliesi hanno messo le ali, è intervenuto Alberto Triola. Ha ripreso Punzi: “Proprio stamattina mi hanno comunicato che la biglietteria ha raggiunto il 25 per cento delle prenotazioni, la maggior parte dall’estero”. Lo ha ribadito il direttore artistico: “La famiglia si allarga, ha più respiro, ha ritorni e arrivi, rilevanti novità, nuovi percorsi. Il festival è impegno, coraggio, provocazione nel senso più positivo del termine; è una realtà pulita, sana, trasparente...”.
Manifesto del Festival |
E giù scrosci di applausi per una giovanissima e bravissima artista, Francesca Cosanti, autrice anche quest’anno del manifesto del Festival, che campeggia anche sulla copertina del programma. Il Festival valorizza chi merita. Rientrando nella sua veste, Alberto Triola è passato a descrivere le opere e i concerti che verranno eseguiti in diversi luoghi di Martina: Palazzo Ducale, Atrio dell’Ateneo Bruni, masseria Palesi, Basilica di San Martino, chiostro di San Domenico... Il Progetto Rossini, con “Tra dolci e cari Palpiti”, “Soirèe Rossini”, Concerto per lo Spirito, “Gatta canta, Gatto danza” (sarà anche al Teatro Paolo Grassi di Cisternino, a Matera, a Ceglie Messapica), “Notturno”, “Cera una volta…Cenerentola!”…, rende omaggio all’immensa figura del compositore pesarese. I Concerti del Sorbetto, alle 17 del 14, 21, 28 luglio, e “Canta la notte, alle 23 del primo agosto, al Chiostro di San Domenico. “All’Ora Sesta”, alle 12 del 15 luglio, nella Chiesa di Sant’Antonio ai Cappuccini, e alla stessa ora nelle chiese Chiese di Santa Maria della Purità e di San Francesco da Paola. La rassegna si aprirà con “Giulietta e Romeo”, dramma in due atti di Felice Romani, revisione sull’autografo di Ilaria Narici e Bruno Gandolfi, regia di Cecilia Ligorio (13, 15, 31 luglio); proseguirà con “Rinaldo”, dramma per musica di Giacomo Rossini su una sceneggiatura di Aaron Hill della “Gerusalemme liberata” del Tasso, versione di Napoli 1718, prima rappresentazione in tempi moderni, regia di Giorgio Sangati, direttore Fabio Luisi.
Silvia e Michele al "Piccolo" |
Il 21 e il 23 luglio, “Figaro su, Figaro giù…!”, libera rivisitazione da Gioachino Rossini, regia di Giamaria Aliverta (replica il 3 agosto a Otranto-via delle Torri). Il 22, il 24, il 26, il 28 luglio “Il trionfo dell’onore”, di Alessandro Scarlatti, opera comica in tre atti di Francesco Antonio Tullio, revisione sulle fonti originali di Jacopo Raffaele in collaborazione con Fabrizio Longo, l’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti” e l’Accademia di Belle Arti di Bari. Il 20 luglio progetto Rossini 1868/2018 con “Tra dolci e cari palpiti” dedicato alla memoria di Alberto Zedda, il 20 luglio; il 18 luglio “Soirèe Rossini” al Chiostro di San Domenico; il 30 il Concerto per lo spirito nella Basilica di San Martino; e ancora il 14 luglio “Gatta canta Gatto danza” a Palazzo Ducale, replica nel Chiostro di San Domenico il 17 e l’1 agosto. Nello stesso ambito, il 30 luglio “Notturno” e il 19 “C’era una volta Cenerentola!” (Festival Junior), con in cantanti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, progetto e regia di Marco Bellocchio.
Costantini con Annese |
Il capocollo fa gola ad Arlecchino |
Alle 13 la presentazione del festival della Valle d’Itria si è conclusa con l’annuncio, fatto da Escobar, della scomparsa del regista Ermanno Olmi. Sia pure con amarezza la gente si è avviata verso un altro salone, dove Angelo Costantini, araldo di sua maestà il capocollo, la cui virtù è assicurata tre secoli, aveva allestito, insieme al Caseificio La Valle, un ricco “bouffet” con delizie portate dalla città dei trulli e del Festival: friselle, mozzarelle, taralli, olive, burrata, biscotti… dominati dal capocollo, che quella mattina al Piccolo faceva gola persino ad Arlecchino che occhieggiava da una gigantografia appesa alla parete proprio di fronte ai vassoi con la prelibatezza martinese nota e apprezzata dappertutto. Tutti hanno gradito questi sapori di Puglia: i giornalisti, numerosi, come sempre, ma anche le glorie della musica. Mentre li gustava, il professor Francesco Lenoci confessava di aver suggerito agli artefici del Festival di preparare dei “gadget” (medaglie, magliette, portachiavi…) con l’immagine di Giulietta e Romeo, simboli dell’amore vero.
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