FONTE SACRO “LA PORTA ROSSA” CON MOLTISSIMI NOMI ILLUSTRI
Padri fondatori del periodico di cultura e informazione, Franco Marasca e Peppino Palumbo, di Foggia entrambi. Padrino Antonio Velluto, giornalista della Rai e assessore comunale.
Franco Marasca |
Il Rosone è un periodico pugliese di cultura e informazione fondato nel 1978 da Franco Marasca, edito dall’Associazione culturale omonima con cadenza bimestrale. E’ diretto ai pugliesi ovunque residenti. La distribuzione raggiunge inoltre tutte le biblioteche, le scuole, le Università, le librerie, i docenti, gli operatori culturali, ed altri enti pubblici e privati pugliesi.
Franco Presicci
Fu davvero una festa grande quella della sera del luglio 1978, in cui si svolse il battesimo de “Il Rosone”, periodico di cultura e informazione fondato da Franco Marasca, giornalista foggiano che insegnava lingua e conosceva bene il russo, e da Peppino Palumbo nelle vesti di direttore amministrativo. Marasca, giovane di talento, pacato, rispettoso, buono, che da tempo pensava ad un giornale che desse risalto anche ai mille personaggi che, venuti con il treno della speranza o “Freccia del Sud”, in questa terra che accoglie tutti e valorizza i migliori, avevano conquistato un posto dignitoso nell’industria, nelle libere professioni, nella carta stampata… ovunque. Ad esempio Antonio Velluto, detto “il principe” per i suoi modi garbati, che aveva fatto una bella carriera alla Rai (dirigente apprezzato e amato che teneva in palmo di mano tutti i suoi giornalisti, e assessore comunale all’Edilizia Popolare).
Dino Abbascià e Al Bano |
Chechele e Zucconi |
Ugo Ronfani |
Lezoche sul balcone a Trani |
Ronfani non era un nostro corregionale, ma per lui non faceva alcuna differenza essere di Taranto o di Brescia o di Torino. Accettò senza esitazioni l’invito di Franco Marasca, come accettò di andare a Saronno per presentare una mostra d’arte, della quale aveva firmato il catalogo, senza chiedere nulla in cambio. Alla festa ascoltò attentamente gli interventi dei relatori e cortesemente declinò la richiesta di dire la sua. Parlarono Velluto, Marasca, Peppino Palumbo, credo anche Barbacetto, mentre Chechele, seduto come un pascià a un lato del tavolo, sorrideva compiaciuto al pittore Filippo Alto, che dipingeva con passione le viti, gli ulivi, il fico, il paesaggio che si stende attorno a Locorotondo, adagiato su un poggio; a Martina, visioni che affascinavano Giuseppe Giacovazzo, oltre che Raffaele De Grada, Mario De Micheli, Mario Lepore, critici d’arte consacrati. Quando le presentazioni stavano per concludersi a qualcuno venne in mente di aprire le danze, e i giornalisti a malincuore dovettero tornare in redazione, alcuni di loro in tipografia, dove “i camici scuri” stavano sistemando il piombo nella balestra. Trascorsero gli anni e “Il Rosone” fu trasferito a Foggia, seguendo i suoi fondatori. E in quella città, dove nel 1179 Guglielmo il Buono fece costruire una Cattedrale in stile romanico-pugliese, che la terra in uno dei suoi movimenti violenti distrusse; e Federico II nel 1223 volle “regale e imperiale”. A Foggia il periodico continuò ad avere la sua vita felice, dando spazio alle eccellenze pugliesi senza dimenticare le sue origini lombarde. Intanto dalla stessa redazione, in via Zingaretti, usciva anche il confratello de “Il Rosone”: “Il Provinciale”. Ed entrambi avevano lettori affezionali anche al Nord. Poi Franco Marasca si ammalò e quando gli mancavano pochi giorni andai a trovarlo all’ospedale di San Giuliano Milanese. “Ieri è venuto Antonio Velluto, mi ha fatto piacere.
A destra Falina e Marida Marasca |
Tu continuerai a scrivere sul ‘Rosone?”. Ho mantenuto la promessa: tutte le volte che Falina, la moglie, donna intelligente, preparata e volitiva, che ha preso subito le redini del giornale, mi ha chiesto un pezzo io ho obbedito. Il 14 maggio del 2002 “Il Rosone” compì 25 anni e per l’occasione allestii una grande celebrazione allo Spazio Prospettive d’Arte di Mimmo Dabbrescia (altro pugliese doc, un nome importante, in contatto con tutti i pittori e i critici maggiori), presenti personalità di ogni settore, compresi i vicequestori Lucio Carluccio e Filippo Ninni ( risolse il delitto Gucci), al momento dirigente della polizia postale e precedentemente capo della Squadra Mobile della Criminalpol; Francesco Colucci, uno dei pilastri della questura;
Filippo Alto |
Giudice Romeo Quatraro |
l’attore Gerardo Placido (lunga e brillante carriera in teatro, nel cinema e in televisione); il baritono Giuseppe Zecchillo (che aveva cantato in tutti i più famosi teatri del mondo, Scala compresa); il commercialista Giacomo Lezoche, che a suo tempo aveva guidato l’Associazione regionale Pugliesi; la professoressa Gigetta Fuiano Squeri con il marito; Dino Abbascià, re della frutta, vicepresidente dell’Unione Commercianti e al vertice nei consigli di amministrazione di diverse aziende; gli amici di Lino Banfi, l’attore che pochi giorni prima era stato invitato da Kofi Annan a partecipare a una riunione delle Nazioni Unite sui problemi dei bambini dell’Afganistan… Insomma, una manifestazione all’altezza di quella del luglio del ’78, tenuta per brindare al primo vagito del “Rosone”. La microfono si alternarono, per la Regione Lombardia, l’assessore Alberto Guglielmo; per la Provincia e il Comune di Foggia Leonardo Lioce e l’assessore Vittorio Fidanza; per l’Università degli Studi della stessa città Rosa Verdone.
Lenoci, Velluto, il quarto Colaprico |
Parte del pubblico |
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