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mercoledì 24 aprile 2024

E’ partita da piazza del Duomo

LA MARATONA DELLA SOLIDARIETA’ TRA LA GIOIA DI GIOVANI E ANZIANI





Migliaia di concorrenti e fitte ali di popolo. Una signora di 60 anni in carrozzella,
perché affetta da clerosi multipla, vanta la presenza in manifestazioni sportive in ogni parte del mondo. Molti i partecipanti provenienti da altre regioni.













FRANCO PRESICCI


Il cuore grande
Non era la Stramilano: non sgambavano 50mila concorrenti e altre migliaia sui marciapiedi oltre le transenne. Ma il numero conta poco. Anche se alla maratona corsa qualche domenica fa a Milano, partenza da corso Vittorio Emanuele sotto le guglie del Duomo, il fiume umano era alquanto lungo e largo. Con i suoi colori e la sua allegria, i sorrisi e gli urli di entusiasmo. La compagnia, lo stare insieme con spensieratezza fa bene allo spirito e correre rinforza la salute. La gente ha bisogno di muovere le gambe, soprattutto in gruppo tra la folla scatenata, scambiandosi abbracci, saluti, evviva, con il passo delle scampagnate, soltanto alcuni quasi volando per arrivare almeno tra i primi al traguardo.
Come in una scampagnata

C’è chi si è alzato all’alba per andare a godersi la fioritura dei concorrenti, il loro aggrupparsi, la formazione della fila e poi della moltitudine e poi il momento del via, sempre esaltante, senza infrangere gli argini tempo prima, cedendo al fremito della partenza. “Tutti insieme, qua e là mano nella mano, lì calati in un involucro da mostro, divertente, originale, come altri camuffamenti in queste occasioni, dove ciascuno diventa un altro, guidando un velocipede, una carrozzina spinta da un amico, da un parente, avvolto in una bandiera, con un cappuccio in testa, come in tutte le Stramilano e in altre galoppate.
Ragazze e ragazzi, innamorati, amici, vicini di casa, conoscenti, indigeni e stranieri, si sono ritrovati in piazza, provenendo da ogni regione, “veci” e giovanotti, con pettorali o senza, alpini e bersaglieri, lanciati alla conquista della città, indifferenti alla protesta degli automobilisti, costretti alla sosta dal passaggio festoso del nastro che si snodava, qua veloce, là a passo breve per godere di più e meglio la giornata. “Correte, la corsa vi rinsalda, correte siete i padroni della strada”, urlava un centauro, forse preso dal desiderio d’intrupparsi. E applaudiva da spellarsi le mani. “Che bello, mi sono levata alle 6.30 per essere tra le prime in piazza Duomo”, diceva una signora ad alcune amiche in fila. “Questa giornata è irripetibile, va vissuta in pieno”. “Vero, stanno tanto tempo seduti in ufficio, in casa, davanti al televisore, ma quando c’è da sfrenarsi ‘en plein aire’, facciamolo, tra mille sorrisi. Evviva”., si sgolava un’altra. E i sorrisi trionfavano sui volti di grandi e piccini, tutti verso la meta, non per essere primi. ”Esultate, ragazzi, esultate”, urlava un ottantenne fuori misura con i baffi alla Poirot, che navigava quasi isolato. “Attraversiamo tempi burrascosi – un’altra signora rivolgendosi alla vicina – e non sappiamo dove andremo a finire: la ‘Milano Marathon Charity Program 2024’ ci fa respirare, ingoiare il sole”. Non era il momento del pessimismo, nessuno in quell’esercito di pace, di serenità si preoccupava delle ambasce della vita quotidiana. Persino il nonnino canuto e arzillo, barbuto e un po’ increspato, applaudiva dal ciglio della strada.
Quintetto in piazza Duomo

I concorrenti procedevano a siepe o stragliati. Un quartetto di fanciulle cantavano e ballicchiavano, battendo le mani, belle, rosee, capelli sciolti e pronte per offrire i loro sorrisi da primavera al fotografo ingordo. Lungo il tragitto fitte ali di popolo festante, infervorato. Uno ha detto a un bambino: “Vedi quelli? Sono degli staffettisti; un trio con i pettorali, due uomini e una donna, bionda, con gli occhiali. “Sono gli scoppiati”. No, perché? Sono così simpatici, contenti, sereni, uno è baffuto, con gli occhiali, un po’ con il capo potato; lei è bionda, ha un sorriso comunicativo. Poi altri staffettisti, detti quelli delle 7, uomini e donne disposti per la foto di gruppo, quasi sotto un ombrellone. Altro gruppo con il megafono. Le voci arrivano fino alla Madonnina, in cima alla cattedrale, ma anche più lontano: voci di esultanza.

Un gruppo di partecipanti

“Peccato duri soltanto un giorno, questa sana baldoria, che coinvolge tutti e non dovrebbe finire mai. Andando a passo lento alcune signore commentavano la manifestazione, che, dato il successo, sicuramente avrà un seguito. “Sono appassionata delle marce – commentava una signora atletica sui cinquanta – ne ho fatte tante, compresa la Stramilano e ‘Andemm al Domm”. E ho un sogno, quello di partecipare alla maratona di New York, che mi dicono appassionante. Ma non mi va di andare da sola”.
La Milano Relay Marathon è’ stata organizzata da RCS Sports & Events, insieme a Rete del Dono. “E’ un grande progetto di solidarietà che accompagna la competizione sportiva meneghina. Rete del Dono impegna la sua piattaforma di “crowdfunding”, per rendere ancora più capillare e personalizzata la raccolta fondi, oltre a supportare le ONP (associazioni e fondazioni del terzo settore” e i runner nella fase di pianificazione delle attività legate alla stessa maratona”).
Staffette

In un comunicato è scritto che questa corsa permette di dividere il percorso ufficiale in quattro frazioni di lunghezza compresa fra i 6,5 e i 13 chilometri ciascuna. Questa edizione è stata un successo,: grandissima partecipazione di concorrenti e di pubblico; e grazie al suo intento, di esaltare la bellezza di Milano, “è diventato il secondo evento d’Europa per raccolta fondi”, La solidarietà ha le gambe solide. Pochi si tirano indietro, quando si tratta di andare incontro a chi ha bisogno di una mano. “Per il primo anno - aggiunge il comunicato - l’Associazione Aiutiamoli ODV, impegnata nella salute mentale con un gruppo di psicologi, psichiatri, operatori e volontari, ha partecipato alla Milano Relay Marathon con sette staffette, che hanno deciso di sostenere il progetto dell’Associazione ‘Chiedi Aiuto, non sei solo’”.
Tra l'ingresso della Galleria e il Duomo


Nessuno dovrebbe essere lasciato solo: Tutti dovrebbero poter trovare un appoggio per risollevarsi, rinascere. L’indifferenza è un peccato. Aprire la porta all’altro è anche un dovere. Si auspica che questa gara della solidarietà continui, abbia sempre più simpatizzanti, orgogliosi d’indossare il pettorale; di trovare sempre più compattezza.
E’ una soddisfazione anche vedere tante persone che sfilano con gaudio nella vie della città, da molti vantata per la sua bellezza, magari nascosta, pudìca, custodita con cura. Il corridore viene da Bologna o persino da Taranto o da Catania per dare leggerezza alle gambe, ma coglie anche l’occasione, se gli resta tempo, di dare uno sguardo alla città. Come quel vecchio alpino che a 90 anni sognava ancora la Stramilano, come la sognava a 87 Samuele Jannuzzi, già dipendente delle Poste, dov’era considerato uno Speedy Gonzales, per la rapidità con cui trattava la corrispondenza. Era di Molfetta ed era nato correndo. Aveva partecipato alla prima maratona, che partiva da viale Zara e non dal Duomo. La corsa bene, di più se porta con sé un messaggio: di pace, di amicizia, di generosità.

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