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mercoledì 13 novembre 2024

Il Festival delle cento masserie

A CRISPIANO UNA TRE GIORNI DI STRAORDINARIO SUCCESSO




La locandina del festival delle cento masserie
Una buona parte della manifestazione è stata dedicata alla poetessa dei navigli, Alda Merini, che per quattro anni fece le vacanze nella villa di Crispiano del marito Michele Pierri.











FRANCO PRESICCI


Crispiano celebra le sue cento masserie, centro e fulcro del lavoro contadino, oasi di pace e di serenità, fucina di cultura. Le celebra con un Festival, giunto alla sua terza edizione, fra la partecipazione entusiasta dei cittadini, sempre attenti alle idee realizzate per far conoscere meglio il territorio e quello che produce, come il pomodoro giallorosso. Il Festival, durato tre giorni, è stato anche un omaggio a chi è nato in questa terra e anche a chi per motivo di lavoro o di carriera se n’è andato lontano; ed un mezzo per farlo conoscere di più, amare di più, attirando sempre più turisti.
Sagra del pomodoro giallorosso a San Simone
Sono stati giorni di festa, e non solo, perché questi gioielli meritano di essere valorizzati sempre di più anche per dare a chi ha voglia di venire a Crispiano la possibilità di ammirare le sue bellezze, le caratteristiche architettoniche e paesaggistiche, la squisitezza della gente e le prelibatezze della cucina locale.
Crispiano è una città dinamica, laboriosa, che offre tra l’altro, aria buona, da sempre, visto che durante il secondo conflitto mondiale molti tarantini vi si riversavano per sfuggire ai bombardamenti e poi per farvi la villeggiatura. Anche la poetessa Alda Merini, nei suoi quattro anni trascorsi a Taranto, soggiornò a Crispiano nella villa di suo marito Michele Pierri, importante poeta anche lui e primario del pronto soccorso del vecchio ospedale della Bimare. Grazie a Michele Annese, uno dei personaggi che sono stati ricordati nel corso del Festival, a suo tempo gustai le delizie coltivate in alcune masserie, come la Monti del Duca, la Pilano, la Belmonte, dove nella gola del camino venne acciuffato il brigante Pizzichicchio, al secolo Cosimo Mazzeo, che pareva imprendibile, sottraendosi a tutte le imboscate (un affresco ricorda ancora la cattura). Sempre guidato da Annese, assistetti a iniziative in tante altre masserie, fra cui Le Monache, dove si consacrò il gemellaggio con la Grecia, tra prelibatezze del luogo, comprese le mozzarelle e le ciliege ferrovia. Una serata memorabile, durante la quale mi si riservò il posto di fianco a Donato Plantone, già segretario comunale deceduto proprio in questi giorni.
Le ficazzedde
In un’altra masseria anni fa si svolse il convegno sull’allevamento delle lumache, avviato dal dottor Liuzzi, che convocò esperti della materia provenienti dal Leccese, presente un altro Liuzzi, già sindaco e medico pediatra.
Le masserie a Crispiano hanno sempre ospitato o promosso idee eccellenti, come quella di far rivivere i tempi di una volta con mestieri e persone in costume, briganti con tanto di schioppo a tracolla e artisti come Mimino Miccoli, che esponeva i suoi Don Chisciotte eseguiti intrecciando un filo speciale.
Tre giorni di appuntamenti interessanti ed istruttivi, dunque, con molti interventi, a cominciare da quello del sindaco Luca Lopomo. Qualcuno ha chiesto alla dottoressa Anna De Marco, guida preparatissima, già solerte collaboratrice di Michele Annese nella biblioteca “Carlo Natale”, se le masserie di Crispiano siano davvero cento. Tante sono, tranquillo. E sono tutte nel volume intitolato appunto “Le cento masserie di Crispiano”: libro, del 1988, arricchito dalle meravigliose immagini del fotografo Romano Gualdi, di Castelfranco Emilia, che intervallano testi di Silvia Laddomada, Michele Annese, Angelo Carmelo Bello, Tony Fumarola, Pasquale Pellegrini, Renato Perrini.
Allestimento della sala consiliare per il festival delle cento masserie
La famiglia di Michele seguì passo passo la fattura del libro anche attraverso le conversazioni che il padre faceva a tavola con lo stesso Gualdi e con cittadini che aspettavamo con ansia l’uscita dell’opera, mentre s’infoltivano le foto di ulivi saraceni, grappoli d’uva, facciate, interni, cappelle, cortili, trulli, coltivazioni, vecchiette sedute su una panca con il bastone tra le mani: scatti che introducono il visitatore negli ambienti, consentendogli di osservare i soggiorni, le cucine, le camere con letti in ferro battuto, camini, quadri, ritratti di personalità…
Il Festival delle masserie è stato organizzato, dal Comune e dall’Info-Point, coordinato da Manuela Santoro con l’appoggio della Biblioteca. Si sono susseguiti dialoghi e presentazione di temi specifici: per iniziare c’è stata la proiezione di un video girato da Aldo De Pace, un tarantino che aveva casa a Crispiano e che è stato molto vicino a Michele Annese nella formulazione dei progetti della biblioteca (video trasmesso per la prima volta nell’88 alla masseria Le Mesole durante la presentazione del libro “Le cento masserie di Crispiano); a seguire il Panel “Radici a distanza”, moderato da Anna De Marco, che aveva l’intento di accertare il legame di chi ha scelto altre residenze fuori Crispiano, continua ad avere con la sua città nativa. Per questo è stata data la parola alle figlie di personaggi rilevanti per la storia di Crispiano.
Testimonianza della fam. Pierri su Alda Merini
Con il coordinamento di Manuela Santoro, il microfono è stato dato a Marzia, figlia di Michele Annese, che vive a Milano e ha raccontato come il padre per Crispiano abbia fatto davvero tanto, per rendere omaggio alle cento masserie e anche per rendere sempre più ricca e prestigiosa la biblioteca, diventata vanto della città. Loredana, figlia di Aldo De Pace, che vive a Monza, ha ricordato che il padre sentiva Crispiano come la sua seconda casa; Maria Vittoria, figlia di Angelo Bello, che vive a Roma Ciampino, ha parlato dei tanti libri scritti dal padre sul territorio locale ed Eugenia che invece è rimasta a Crispiano, figlia di Michele Vinci che si dedica da tempo al teatro e alla cultura vernacolare nel paese. Raffaella, la figlia del fotografo Romano Gualdi di Castelfranco Emila, ha inviato un messaggio, letto da Marzia, rafforzando così il legame oltre i confini con Crispiano.
Si è anche accennato all’opera di Gianpaolo Annese, “Dimmi chi era il chiodo”, che meriterebbe un premio anche per il ritratto icastico che l’autore (giornalista dello storico quotidiano “Il Resto del Carlino” di Bologna) ha fatto del padre e per le molte informazioni che Michele ha fornito in quella conversazione interrotta a causa della sua morte.
Sindaco Lopomo all'ingresso del Villino Valente
Il Festival ha riservato poi la seconda giornata ad Alda Merini, alla quale su uno dei ponti che scavalcano il Naviglio Grande, a Milano, hanno dedicato una targa. Per l’occasione, con il coordinamento di Giuse Alemanno, i due figli di Michele Pierri, Lucio e Pucci e il nipote, Dino hanno raccontato l’accoglienza riservata alla poetessa in un’atmosfera di serenità a Crispiano. Presenti Don Franco Semeraro, Tony di Corcia e Anna Maria Frascati. Gabriella Perrini e Roberto Parabita hanno declamato versi della Merini e di Pierri per la Merini, alcuni inediti (i versi di Pierri, a suo tempo letti da Ungaretti, furono accolti con entusiasmo).
E’ stato anche organizzato un giro letterario per le vie di Crispiano, sulle tracce della poetessa, con Anna De Marco e Tiziana Mappa che tra l’altro sulla Merini ha scritto una tesi di laurea. Il percorso ha attraversato i luoghi di cultura di Crispiano, dalla biblioteca “Carlo Natale” agli istituti scolastici, al Teatro Comunale, alle piazze principali fino al Villino “Valenti” dimora estiva di Alda Merini e del marito Michele Pierri.
Tra gli altri eventi della manifestazione, il dibattito “Feudalesimo masserie e brigantaggio” introdotto da Nico Santoro e curato da Giorgio Sonnante; una premiazione nominata “Ambasciatori e Sentinelle” per chi si è distinto come il Cammino Materano, Rotta dei due Mari e Cicale di Puglia, con la presentazione di Ottavio Cristofaro.
Villino Valente, dimora estiva della poetessa Alda Merini

Al Teatro Comunale, spettacolo teatrale “I Girovaghi: Contadini traditi dopo la morte del sergente Romano”, a cura della Pro Loco. Il sergente Romano aveva militato nell’esercito borbonico; poi raggruppò una banda, con la quale nel 1861 costrinse i piemontesi a lasciare la città. Acquartierato nel bosco delle Pianelle, due anni dopo, fu tradito e sorpreso nel suo rifugio di Gioia del Colle, sua città natale, dove fu ucciso.
A chiudere le manifestazioni, un week end tutto dedicato alla sagra del pomodoro giallorosso a San Simone, con stand e mercati della terra dello Slow Food di Crispiano e Martina Franca.
Il Festival delle masserie di Crispiano ha riscosso un grande successo anche di pubblico. Un programma denso di temi e di eventi; memorabile la visita, per cui è stato aperto per la prima volta il cancello della casa delle vacanze della poetessa del Naviglio e di suo marito Michele Pierri, poeta “rivolto a cercare un’intima religiosità e fu salutato all’inizio da Betocchi e Pasolini con giusto fervore critico”: parole di Giacinto Spagnoletti nella “Storia della Letteratura Italiana del Novecento”.
Onore dunque a Crispiano, dove le cose si fanno sempre bene, e ad alto livello.

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