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mercoledì 20 settembre 2017

Il fascino delle cartoline d’epoca


 
SCORRE LA NOSTRA STORIA
 

SUI CARTONCINI INGIALLITI


Stazione Centrale di Milano




Le signore in barca con l’ammiratore;

in costume da bagno;

a passeggio con il cappello;

in bicicletta; le auto;

gli assi del volante;

il primo volo in aerostato;
 
le locomotive a vapore;

le famiglie reali;

le carrozze; i tram a Taranto;

Napoli dal Vesuvio;

le bellezze delle città.





Franco Presicci

Osservi l’immagine stampata su una cartolina postale d’epoca e mediti sul mondo a cui appartiene. Un’auto storica parcheggiata sotto l’Arco della Pace a Milano, ti rimanda ai patiti dell’autodromo, alle vittorie e alle emozioni suscitate dalle vittorie degli assi del volante, come Yuan Manuel Fangio, Niki Lauda, Alberto Ascari, campione del mondo di Formula 1 nel ’52 e nel ’53.

Auto d'epoca
L’immagine della vecchia stazione Centrale, la prima nel capoluogo lombardo, fronte in piazza Duca d’Aosta, che non era tanto distante da quella attuale, possente, gigantesca, superba, richiama i tempi del regime e magari il prezzo popolare del biglietto del cinema, che non superava i 55 centesimi, e quello delle sale di lusso di una lira e 50. Una donna in abito vaporoso, il cappello piumato, il sorriso dolce e malizioso, un mazzo di fiori tra le mani, seduta su una piccola barca con uno spasimante ammirato e premuroso dirimpetto, fa pensare a giorni romantici e mielosi. Le cartoline illustrate sono dunque fortemente evocative. Molti le hanno conservate come oggetti preziosi, continuando un tipo di collezionismo. Che esplose subito, si estese, si moltiplicò, specializzandosi, snobbando quelli che, incapaci di scegliere, facevano incetta di ogni “cartoncino” figurato.
Massimo Alberini
La cartolina è una testimonianza d’arte, di costume, di storia, di un’era, diceva Massimo Alberini, che, autore di tanti libri soprattutto di cucina e di importanti iniziative letterarie, raccontò anche questo ambiente per hobby ma con profonda competenza. I collezionisti scelsero la raccolta tematica: il Liberty, le famiglie reali, le auto, le locomotive, le signore al mare, le bici, i corridori, le carrozze…E gli scandali, che, vecchi come il cucco, coinvolsero anche il mito della Roma dei Cesari. E non mancavano le immagini erotiche, tra cui quella con tre dame in spiaggia che, ricurve forse per prendere delle conchiglie, mostrano intimi di lino lunghi fino alle ginocchia. Non soltanto dunque vedute di città, che i viaggiatori da sempre spediscono a parenti e amici con i saluti. Nel Paese della Merkel le chiamano “Gruss aus”. Fu appunto un tedesco, Franz Borich, ad avere, nel 1872, l’idea della cartolina illustrata con bellezze elvetiche. La pensata, che forniva l’occasione di pubblicizzare paesaggi incantevoli, conseguì un enorme successo; e, come spesso accade, si mobilitarono gli imitatori: in Italia, nella stessa Germania, in Austria. Un grande editore, Richard, sede a Napoli, si affrettò a inaugurare la cartolina con il panorama della città ripreso da Posillipo. Ma quando è nata la cartolina? Secondo alcuni nel 1777, anno in cui comparvero i pezzi con disegni del francese Demaisson; ma i più sono del parere che il battesimo sia dovuto al tipografo Schwarz, di Ottemburg, che durante la guerra franco-prussiana ne spedì una a un suo collega di Magdebrgo, per esaltare la sconfitta francese di Sedan, sulla Mosa. Neppure per quanto riguarda l’inventore ci sono certezze. Un pistoiese di nome Marini? Gli esperti lo escludono. Il pastore protestante tedesco Rudolph Parisius sostenne fino all’ultimo respiro di essere stato lui il padre, a Gottingen, nel 1871, delle illustrate con angoli di questa o quella città. E grazie a questi cartoncini rettangolari oggi possiamo vedere com’erano una volta Roma, Torino, Bari, Milano, che conta numerosi raccoglitori. C’è chi possiede 5 mila esemplari anche degli anni che precedettero le cannonate di Bava Beccaris, nel 1898.

Milano - Corso Venezia - 1910
La prima cartolina finora conosciuta, annota Franco Fava in “Milano le cartoline d’epoca”, risale al 1891, anno di nascita della prima Camera del lavoro Italiana e dello sciopero organizzato dalle Associazioni Metallurgiche per l’aumento del salario e la riduzione delle ore lavorative. Seguono cartoline con Giuseppe Verdi, che nel 1893 trionfò alla Scala con “Falstaff”; le cartoline pieghevoli a due o tre lembi¸ cartoline con piazza Cordusio, piazza XXIV Maggio con l’atrio del Cagnola; via Monte Napoleone dell’epoca in cui si chiamava Contrada del Monte di Santa Teresa; del ponte di corso Buenos Ayres, abbattuto nel 1931; del Lazzaretto manzoniano raso al suolo verso la fine dell’800; della Rinascente, nome ideato da Gabriele d’Annunzio dopo l’incendio che divorò il precedente emporio; del volo in aerostato del conte milanese Paolo Andreani… Furono molti gli artisti che vollero cimentarsi nel settore, preferendo però l’anonimato nel timore di perdere prestigio. Si dovette aspettare il tramonto dell’Ottocento per veder venire allo scoperto firme come quelle di Bottaro, eminente illustratore italiano; di Crotta, altro connazionale, che dipinse per l’editore milanese Giarnieri un volto di donna pensoso e mesto; Tino Corbella, Achille Luciano Mauzan, celebre pubblicitario e collezionista, Roberto Terzi, Roberto Brunelleschi, il più famoso; Boccasile. Nel 1901, anno d’oro per il settore, si aprì la serie di quelle per gli auguri.

Mauro Ferrari
Sotto il regime – mi ricordò Mauro Ferrari, fiorentino, a Milano da quando era ancora in fasce, membro dell’Associazione numismatici e filatelici, circolavano sottobanco le cartoline porno francesi, per il possesso delle quali si poteva anche finire tra le sbarre. “Per la verità – aggiunse in un’intervista rilasciatami cinque o sei anni fa - circolavano anche prima, ma senza procurare grattacapi”. I tempi cambiano, e le teste pure. Ferrari tiene una postazione molto frequentata anche da stranieri in via Armorari, la via che la domenica mattina è occupata da bancarelle colme di ogni pezzo da collezione: cartoline, francobolli, monete, medaglie, vecchi giornali, libri antichi… E’ un personaggio conosciutissimo e molto consultato. “Tra i miei clienti c’è uno che ha 50 mila pezzi, di tutti gli autori del mondo. Un americano mi chiede le cartoline dei terremotati; un altro impazzisce per quelle con le donne con il cappello”.
Giovane con conigli
“Quanto può costare una cartolina?”. “Anche 3 mila euro. E’, per esempio, il prezzo di una cartolina viaggiata, cioè con il timbro dell’ufficio postale, scritta da un personaggio famoso. Tanto, e anche di più, potrebbe costare una cartolina, rara, magari spedita da Gabriele d’Annunzio a Eleonora Duse. La rarità fa il prezzo. Cifre non alla portata di tutti si richiedono anche per un francobollo importante. Il primo, il ‘black penny’ con il ritratto della regina Vittoria, comparso nel Regno Unito il 10 gennaio del 1840, invenzione di Rowlan Hill, pratico di amministrazione, ha un costo vertiginoso. Svuota le tasche anche la cartolina postale con il francobollo già stampato. Francobolli e cartoline rispecchiano la vita di un Paese”. Come spunta questa passione, domandai alla fine a Mauro Ferrari, persona molto disponibile a fornire informazioni . “Vedi un oggetto e te ne innamori. Poi ti viene la voglia di raccoglierne altri, la voglia si fa bisogno”. Lui era dirigente di banca e cercava cartoline. Mi mostrò pezzi meravigliosi, mentre mi parlava della folla che visitò l’Esposizione a Venezia nel 1899. Il “boom” della cartolina illustrata si ebbe durante l’Esposizione Universale di Parigi, quando gli editori stamparono 60 serie, bellissime, interessanti.

1900 - Veduta di Taranto
Tra i grandi illustratori Alfons Mucha, cecoslovacco trasferitosi a Parigi, Raphael Kirkner, Pure Docker; e addirittura, con interventi non frequenti, Toulouse Lautrec. Gli editori non perdevano occasioni, facevano soldi a palate. Nel 1910 in Francia invasero il mercato 125 milioni di pezzi. Anche Taranto ha avuto le sue belle cartoline illustrate. Le vedi con immenso piacere anche nei libri di Nicola Caputo, con i tram che attraversano le strade da Solito alla stazione ferroviaria; il Palazzo del Governo mentre viene costruito; il municipio; le facciate delle case di via Garibaldi; le antiche fisionomie di via D’Aquino, Acclavio, Di Palma, Duomo… le piazze (Maria Immacolata…); il monte delle vacche, dove oggi sorge l’ospedale; le carrozze; i carretti…. Con nostalgia si rivedono sui cartoncini ingialliti la locomotiva a vapore; i cinema scomparsi (il Paisiello, il Littorio, il Rex, l’Odeon…); la Sem, che fu uno dei vanti della bimare; gli stabilimenti balneari nella città vecchia e nel borgo, le processioni, le barche che portavano i turisti al giardino delle cozze a Mar Piccolo per un assaggio. La nostra storia raccontata sui cartoncini colorati.










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