Figure per il presepe di Manola e Vincenzo |
NON SPEGNERA’, IL CECCHINO
LA MAGIA DEL SANTO NATALEUna volta le strenne le portava
la Befana, calandosi nella gola
del camino, dove c‘era. Almeno
questo si raccontava ai bambini.
Ma la vecchietta distingueva tra
ricchi e poveri. In verità erano i
portafogli dei papà ad essere
vuoti
Presepe dei Soliti Ignoti |
Franco Presicci
Natale è alle porte. Ma temo che quest’anno
la ricorrenza sarà in tono minore: il cecchino
invisibile continua a tenerci in scacco. Ma non
bisogna mai perdere la speranza. Certo,
stando ai provvedimenti del governo, le
tavolate non potranno essere affollate e i baci
e gli abbracci dovranno essere evitati. Ma
forse potranno essere riaperti i
negozi, e quindi gli innamorati potranno
scambiarsi i regali e i ragazzini
avere le ultime novità tecnologiche.
Zampognari al Centro dell'Incisione |
Le pettole |
Statuine della Casa del presepe |
Una volta sentii piangere una bambina a cui la Befana aveva portato una bambola di pezza piena di segatura. Ne aveva avuta una anche mia sorella, che non pianse, ma rimase molto male quando quella subì uno strappo ed emise “tande di chidde farfugghie” che poteva riempire una grossa scatola di scarpe. A pensarci, mi viene in mente l’antica filastrocca cantata da Renato Carosone: “Mo’ vene Natale e nun tènghe denare, m’appicce ‘na pippe e me vaco a cuccà”. Eppure il Natale lo aspettavamo con ansia per un anno. Non dico la gioia di vedere passare gli zampognari che arrivavano dall’Abruzzo e suonavano “Tu scendi dalle stelle” con le cornamuse. Erano il simbolo, i messaggeri della grande festa Natale. Alla vigilia mettevamo la letterina sotto i piatti del nonno e del papà e quando il piatto veniva riportato in cucina i destinatari facevano un po’ di teatro inscenando la sorpresa. Le due lire ce l’avevano già in tasca.
Bambinello di Manola Artuso e Gianluca Seregni |
Presepe di Manola e Gianluca |
La creta ce la dava uno che l’acquistava abbondantemente per sé ”sus’a le Tammòrre”. Insomma non era un presepe spettacolare, di quelli con le casette ben distribuite, cioè le più piccole dietro e le più grandi davanti, secondo un ordine prospettico, tante luci nelle grotte e lungo i sentieri, l’acqua non simulata con fogli di carta argentata, un paesaggio da sogno, i personaggi sagomati da artigiani o da artisti, come a Milano Manola Artuso e Gianluca Seregni, una coppia affiata nell’arte e nella vita, nella loro bottega di viale Certosa; e a Taranto la famiglia Mazzarano della Casa del Presepe. Eppure l’allestimento del presepe era un momento magico, che mi faceva immaginare di trovarmi tra il guardastelle e un pastore con la zampogna o addirittura seduto in una grotta accanto a quella del Bambino. Per monsignor Gianfranco Ravasi - presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e dei Dicasteri Vaticani per l’archeologia e l’arte sacra, già prefetto della Biblioteca e Pinacoteca ambrosiana – “con tutto il suo apparato di figure, e di emozioni e di paesaggi, il confluire dei pastori stupiti che avanzano verso quella grotta e quel Bambino appena nato, l’adorazione solenne dei Magi con il loro insieme sontuoso di doni costituiscono infatti per l’arte un vero e proprio alfabeto colorato della vita, della fede, della fiducia, dell’avvio di una storia segnata della pace tra Dio e l’umanità e degli uomini tra loro”.
Presepe vivente di Crispiano |
E per Elisabetta Oropallo, esperta di spettacolo e comunicazione, il presepe è fonte di attesa gioiosa per tutti i bambini che attendono l’arrivo del Natale…”. Qualunque sia il risultato ottenuto da chi lo ha concepito. Il periodo natalizio memorabile l’ho avuto anch’io, ed è stato quello in cui mia madre, facendo un sacrificio enorme, mi regalò un drappello di soldatini di piombo, uno più bello dell’altro. Un mese dopo un militare disertò e lo cercai dappertutto, piangendo. E quando mi ero ormai rassegnato alla sua perdita, lo ritrovai in casa di un lontano parente e non ebbi il coraggio di rivendicarne la proprietà. I sopravvissuti sono oggi allineati su uno scaffale della libreria. In ricordo dei tempi in cui improvvisavo le battaglie navali con le mollette come aerei e le navi di carta galleggianti in una vaschetta colma d’acqua. Quanti ricordi avrei da snocciolare. Tanti ne sono emersi dall’archivio della memoria il giorno di Santa Cecilia, che introduce l’aria del Natale. Amici di Taranto mi hanno mandato un paio di video con la banda in giro per la città fin dalle prime ore del mattino.
I Magi nella Casa del presepe di Grazia Spataro |
Mi viene in mente il grande, autorevole, coltissimo Giacinto Peluso, che in uno dei suoi libri, “Taranto da un ponte all’altro”, ha scritto che una volta le bande erano due: quella di Scattigne e quella degli Scarpari, che si alternavano, attirando un bel numero di persone, ragazzini compresi. Suonavano le “pastorali”, aggiunge un altro grande, Nicola Caputo: “Le ‘pastorali’ sono fondamentali nella tradizione natalizia tarantina. Dal 22 novembre e sin al 6 gennaio saranno le vere protagoniste della festa più intima, più raccolta dell’anno”. Meticoloso, storico appassionato, Caputo lo fa rivivere, il Natale di una volta, descrivendo anche i piatti, dalla pasta con le cozze o con le anguille, “’u capetòne”, per concludere, dopo altre pietanze, con le “castagne d’u prèvete”. Allora le donne preparavo “u resòlie”, operazione in cui erano bravissime. Per acquistare gli ingredienti si rivolgevano a Misciose, in una drogheria di via Garibaldi, nella città vecchia. Le vie profumavano di “scarcèdde”, “sanacchiùtele” costellati di “anesine; “taradde”, che mia nonna ci faceva portare al forno di “mest Petrìne”, che mandava aromi in tutta la via Giusti, parallela alla nostra. E, giacchè c’era, confezionava anche le “fresèdde”, con le quali facevano colazione. Il nonno stava a guardare, tenendo in tasca la pipa a collo di giraffa, perché gli era proibito fumare durante la lavorazione di quelle prelibatezze. La sera si faceva la partita a scopone con mio padre e i miei zii, e noi a guardare, vigendo la proibizione per i mocciosi di partecipare. Anche per gli adulti il Natale era ed è una festa magica e importante.
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