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Quadreria del Santa Lucia |
AI TAVOLI DEL “GAMBRINUS”
D’ANNUNZIO SCRISSE “A VUCCHELLE”
La
storia dei locali più importanti
in 266 pagine, piene d’informazioni,
curiosità e altro. Il “Santa Lucia” nel
1929 lanciò la pizza a Milano; il Cova
nel 1868 battè addirittura moneta.
Franco Presicci
“Complice l’oste-patriota, le Cinque Giornate partirono anche dall’Osteria del Boeucc, quand’era in via Durini, angolo via Borgogna. Il locale è tutto storia e classe. Fu trasferito nel 1939 nel palazzo che fu del giovin signore del Parini, nato nel segno del Piermarini, progettista della Scala…”.
Galleria Vittorio Emanuele |
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Santa Lucia, quadreria |
Il battesimo del Cambio di Torino risale al il 1757. “Casanova ne parla nelle sue memorie”. Erano di casa statisti e ministri del Risorgimento: Rattazzi, Lamarmora, De Pretis. E anche Camillo Benso Cavour. Mario Soldati lo ha osannato in un racconto e in un romanzo. Comodamente seduto a un tavolo del Gambrinus di Napoli Gabriele d’Annunzio scrisse il testo di “A Vucchella”. Nelle bellissime sale con vista in piazza Plebiscito, meta di presidenti della Repubblica in visita nella città che splende sotto il Vesuvio, all’epoca della Belle Epòque accoglieva lo spettacolo del “Cafè Chantant. Nelle sue sale, sedettero Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao (fondatori del giornale “Il Mattino”), che in redazione arrivava in carrozza. Fra gli altri frequentatori, Marinetti, Croce, Hemingway… Al “Gambrinus” nacque il caffè sospeso.
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Ristorante Santa Lucia |
Il “Santa Lucia”, in via San Pietro all’Orto, a Milano, ha il merito di aver portato nel ’29 la pizza e la cucina napoletana nel capoluogo lombardo. I meneghini ai primi tempi la considerarono roba per meridionali, quindi la snobbarono. La chiedevano soltanto i… terroni e i poliziotti di piazza San Fedele, dove aveva sede la questura, che era vicina al locale. Ma poi - racconta Gaetano Afeltra nel suo volume “Milano amore mio” – il titolare espose un cartello: “A chi dalle 16 alle 19 prende un quartino di vino o un bicchiere di birra offriamo gratis una fetta di pizza e un frutto”. Fu un successo. Altro che roba da terroni. I fedeli del “Santa Lucia” vengono salutati da ben 400 personalità appese alle pareti.
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Catania, Ottavia Piccolo, Lotito |
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Il baritono Giuseppe Zecchillo |
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Savini |
“Nato nel 1867, il Savini, in pieno periodo Belle Epòche, situato in Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano, ha avuto e ancora ha per la città lo stesso valore del Duomo, della Scala. Dall’apertura è il locale più elegante di Milano, salotto di personaggi importanti, letterati e giornalisti: Giuseppe Verdi, Maria Callas, Marinetti, che proprio al Savini firmò il Manifesto del Movimento Futurista, pubblicato nel 1909 su “Le Figaro”. “Oggi il Savini, suddiviso tra Caffè Bistrot e Ristorante gourmet, mantiene il suo legame con la storia, quella di Milano”. Luogo d’incontri d’amore e di affari. La Guida ci accompagna da locale a locale, da una cucina all’altra, fra pezzi di storia e architetture pregevoli. La si può tenere sulla scrivania anche per piluccarvi quando serve qualche curiosità. Lo sapevate che il Caffè Florian di Venezia è stato aperto alla città nel 1720 e che nel 2020 ha meritato, al compimento dei 300 anni di attività, un francobollo celebrativo”? Offre servizi di grande qualità e mantiene la sua fisionomia originaria, nonostante i secoli trascorsi. Sostando suoi tavoli, ci si può trovare vicini a stelle del teatro, del cinema, dell’arte contemporanea e del mondo dell’industria.
Baratti & Milano _ Torino |
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Antico Caffè Greco_ |
Questi locali hanno superato difficoltà, confitti mondiali: lo si ricorda nelle prime pagine della Guida, che cita, per esempio, l’Hotel Adria di Merano (Bolzano), progettato e costruito dai maestri del luogo del Liberty, “un salto nel fascino della Belle Epòche”, un gioiello gelosamente conservato; il ristorante Antico Martini, che ospitò gli eroi del Risorgimento. Nella presentazione si segnala anche che oltre ad avere almeno 70 anni di vita i locali che fanno parte dell’Associazione che pubblica la Guida devono aver avuto un ruolo nelle pagine della storia, attraverso gli avvenimenti memorabili di cui sono stati sede ovvero tramite i personaggi illustri che hanno ospitato. “Protagonisti degli annali come Napoleone”. Così il Caffè Camparino, che con il progenitore Campari è simbolo della cultura milanese tra Duomo e Galleria. Nell’albo d’oro, il re Umberto I° e Edoardo VII d’Inghilterra, oltre a giornalisti, artisti, imprenditori di altissimo rango… “Proprio agli angoli ultimi ad essere finiti – informano Guido Lopez e Silvestro Severgnini in “Milano in Mano -”si erano prenotati Gaspare e Letizia Campari”. Insomma “Locali Storici d’Italia” è una pubblicazione utilissima, che si legge volentieri, si consulta, fa scoprire tanti luoghi che fanno di tutto per conservare la loro identità. “E forse è proprio questa la particolarità dei Locali Storici d’Italia quel qualcosa in più che permette a questi antichi alberghi, ristoranti, grand’hotel, caffè letterari di tener duro, non lasciandosi sopraffare dagli avvenimenti rischiosi della vita e della storia umana. Questi luoghi, dove si gustano prelibatezze nelle atmosfere più spensierate, creati da personaggi, famiglie dal talento gastronomico e il proposito di creare e mantenere un’ospitalità squisita con eventi culturali sono un patrimonio inalienabile. La storia, come detto, si è seduta anche a quei tavoli, dove si è anche discusso, polemizzato, dato vita a Premi letterari e sono fioriti amori, si sono tessuti affari, si sono gustati ottimi piatti.
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