Copertina del libro |
PALPITI SORPRESI DA DUE OBIETTIVI
MAGICI.
Due fotografi per passione antica hanno
colto la città nei suoi vari aspetti: la moda,
lo spettacolo, lo sport, l’arte, lo svago,
il lavoro.
“Milano, storie minime” è proprio prezioso.
Franco Presicci
L'editore Giacovelli |
foto di Enzo Rocca |
Ad ogni scatto una gioia. Via Torino, via Mecenate, via Tortona; i quartieri Greco, Bovisa, Lambrate… le stazioni ferroviarie; la Galleria Vittorio Emanuele, la Gae Aulenti, segno del progresso, la gente. Gente ovunque. Quasi non c’è pagina senza una presenza umana: al Parco Sempione; in Galleria del Corso, dove negli anni ‘60 avevano la sede la maggior parte delle case discografiche (dalle Messaggerie Musicali alla Carosello); la Biblioteca Sormani; la piazza d’armi del Castello Sforzesco; le esposizioni d’arte; gli avvenimenti, che a Milano non mancano mai; le case di ringhiera. Giornate e giornate in cerca della vita di Milano, dei suoi personaggi: gente stesa sulle sdraio su un prato tra grattacieli dalle forme ardite, i mercatini, il Castello Sforzesco: forse più le persone che i luoghi o le persone nei luoghi.
Giacovelli, Rocca, Scibona, Consonni |
Foto di Alberto Scibona |
Ecco dei giovani nel giardino condiviso di via Scaldasole, antica contrada di Porta Ticinese, che ricava il nome da un tempio, San Pietro in Scaldasole: da “sculdascia”, tributo spettante ai capi longobardi; il venditore ambulante di carciofi, che ricorda una pubblicità con l’attore Ernesto Calindri, simpatico gentiluomo. Bellissime foto, tutte in bianco e nero. Voli di colombi, il Centro Barrio’s alla Barona, il Conservatorio Giuseppe Verdi, la Scala, regno della lirica, il Cimitero Monumentale con le tombe dei personaggi illustri. Bravi, bravissimi, questi due maghi dello scatto, questi indagatori instancabili della città che si evolve, che non vuole essere come prima, desiderosa sempre di aggiungere o togliere tessere al proprio mosaico. Una città bella, affascinante, con piazze meravigliose, tra cui la Belgioioso, dove sbocca la via Morone, che conteneva il salotto culturale della contessa Clara Maffei; piazza Cordusio sorta come piazza degli affari; piazza Diaz, spuntata sulle ceneri del Bottonuto, quartiere malfamato in cui oggi s’innalza la Terrazza Martini e la “Fiamma” dei Carabinieri eseguita da Luciano Minguzzi; giovani che giocano a ping-pong all’aria aperta o al pallone che fa fremere gli stadi. Ho conosciuto Enzo Rocca a Martina Franca.
Dalla gloriosa Valle d’Itria mi condusse a Taranto, al Castello Aragonese affacciato sul Mar Grande e sul canale navigabile. Sempre con la macchina fotografica per celebrare il Mar Piccolo, i vicoli della città vecchia, i ponti, le pusterle... Ovunque vada, lasciata la Bimare, a Verona o altrove, fa i suoi preziosi “clic”. A Miano, potendosi muovere più liberamente grazie alla pensione (era vicedirettore di un istituto di credito), trascorre un po’ del suo tempo sulla strada o nel chiuso di una chiesa per cogliere un’altana, i giochi di una navata, un coro, un’abside, un presbiterio, un pulpito, un fonte battesimale, devoti in preghiera.
Alberto Scibona |
Enzo Rocca |
Gerosa, Andrea Bosco… altrettanto grandi.
Rocca e Scibona, se Partipilo avesse continuato l’attività, avrebbero potuto essere tra i suoi maestri dell’obiettivo, e sarebbero nati volumi sul canto, sulla danza, sulla pittura “en plein air”, come l’annuale Bagutta, all’aperto, nell’omonima via, sui riti… Due parole merita l’editore Paolo Iacovelli. E’ di Locorotondo, un paese-bomboniera della Puglia in territorio barese; ha trent’anni e ha giù pubblicato un bel numero di titoli, uno degli ultimi: “Milano, città di passaggio o di nuove radici?”, seconda edizione, presentato poco tempo fa al Book City, nel capoluogo lombardo, e sempre nella città del Porta sono stati presentati altri libri editi da lui, uno al mercato di Porta Romana, quartiere caro a Giorgio Gaber. Ora bisogna presentare una seconda volta questo di Rocca e Scibona, un libro fotografico per i milanesi e per gli innamorati di Milano, che sono davvero tanti, nativo e non. Enzo Rocca aveva vent’anni quando ha cominciato a fare fotografie, con la voglia di scoprire nuove culture e nuove atmosfere, nuovi luoghi, nuove persone; di raccontare storie per immagini. Preferisce il ritratto, il reportage, la gente, la sua anima. Alberto Scibona è musicista e passa la sua vita fra note e “clic”. Ha scoperto la fotografia grazie al padre e al nonno. Usa la macchina per documentare la vita di ogni giorno, le passioni e i comportamenti della gente così come la sorprende nel contesto urbano. “Tutto il suo percorso fotografico è caratterizzato dalla ricerca del ‘lato teatrale’ e spesso grottesco dell’umanità”, offrendo un profilo della città a chi la conosce poco. Un libro da tenere ben custodito soprattutto, ripeto, da chi ama Milano, qui scrutata con occhio vigile e attento nelle sue arterie: lo spettacolo, giostre comprese, la moda, l’arte… E anche il gioco, lo svago, l’umorismo, le chiese, la vita conventuale. Milano, con le sue anime.
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