Pagine

Print Friendly and PDF

mercoledì 28 ottobre 2020

Luoghi da visitare e ammirare

NELLE MASSERIE DI CRISPIANO SI RITROVANO VALORI ANTICHI. 

Vito Santoro e Armando De Salis

 

Vi si svolgono tante manifestazioni

interessanti, artistiche, culturali e non,

con cene, suoni e spettacoli e la

fisarmonica di un virtuoso, Vito Santoro,

impegnato nell’impresa di far rinascere

la serenata.

 

                                                                       

 

Franco Presicci 

Il 14 novembre Crispiano innalzerà il gran pavese per il centenario dell’autonomia comunale, che sciolse il suo legame con Taranto. Avvenimento importante non soltanto per gli abitanti del luogo, oltre 13 mila, ma anche per chi, pur non essendovi nato, ama tornarvi, attirato dai festeggiamenti per la Madonna della Neve e dalle tante manifestazioni realizzate nel quartiere di San Simone o nelle masserie o nelle strade.
 
Antonio Palmisano,Emanuele De Vittorio,Vincenzo Angelo Arces
Ben cento di queste architetture rurali sono disseminate nel territorio, tanto che Michele Annese, quando era dinamico ed appassionato pilota della Biblioteca “Caro Natale”, mise mano al bellissimo volume, con foto straordinarie di Romano Gualdi, di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena: documentazione preziosissima. Un libro arioso, sostanzioso, con pagine in carta patinata, elegante, da leggere e da vedere: un libro che fa intraprendere un lungo viaggio tra ulivi saraceni dai tronchi possenti, spettacolari; cortili; tratturi; interni con scene di vita quotidiana; un vecchio contadino con baffi alla Einstein; uomini impegnati in lavori agricoli; una distesa di verde inondata dal sole; una grotta con la bocca aperta su un campo seminato...: un mondo antico che qua e là si prolunga fino ai nostri tempi, sia pure con protagonisti diversi, nei fabbricati e nella loro terra, che succhia in tante parti la fatica dell’uomo.
 
Masseria Francesca

Rivedo le masserie da me visitate: l’Amastuola; la Fanelli, che in un’immagine presenta il paiolo sul fuoco del camino; la Russoli, con la sua popolazione di asini di Martina Franca, che sin dai primi del ‘900 venivano esportati in ogni Paese, compresi gli Stati Uniti; la Pilano, del XVII secolo, con la sua grotta carsica; la Belmonte, del XIX secolo, dove nella gola del camino fu scovato il brigante “Pizzichicchio, al secolo Cosimo Mazzeo; la Francesca, data di nascita XVIII secolo, vicina a un caratteristico jazzo con segni di abitazioni di epoche remote; la Monti del Duca, del XV secolo; le Mesole, XVI-XVII secolo, cappella dedicata alla Madonna del Rosario, garitte di difesa, nell’88 sede della mostra “Le Cento Masserie di Crispiano” (l’opera appena citata), con 600 pannelli fotografici; la Cigliano, con la sua scala a gomito; le Monache; la Lupoli, del XVI secolo, con il suo museo della civiltà contadina, la sua cappella della Madonna della Liberazione e la Torre medievale; la Coppola, con i trulli e le lamie; la Calvello, con la bella palma nel cortile; la San Simone, dove l’8 maggio si celebra san Michele Arcangelo…. Devo sempre ringraziare Vito Plantone, di Noci, che iniziò la sua carriera di poliziotto a Bari, la perfezionò a Milano lavorando con personaggi del livello di Mario Nardone, un mito, detto “il Gatto”, diventando poi questore a Catanzaro, Brescia, Palermo… 

Tonino Palmisano,Antonio Palmisano,Ninetta Console,Emanuele De Vittorio
Conversando come al solito di Puglia e del suo paese, quando dirigeva il commissariato Ticinese, in via Tabacchi, , nel capoluogo lombardo, questo eccellente investigatore mi disse testualmente: “Tu sei di Taranto, ma sicuramente non sei mai stato a Noci e mai a Crispiano, paese in cui mio cognato Lino fece il maestro”. “Nel tuo paese – risposta – ci sono stato tantissimi anni fa per il Premio “Le Noci d’oro”; a Crispiano no; ma ne ho sentito parlare molte volte all’età di 15 anni da una cugina di mia nonna, che era di Crispiano, innamorata della sua ‘culla’ come una bimba della sua bambola. Ricordo che parlava sempre dell’onorevole Lo Re, che per lei e per i suoi concittadini era una leggenda. Erano gli anni in cui i parlamentari non prendevano una lira”. “Un giorno verrò a prenderti e ti porterò a vedere il borgo antico di Noci e poi in quel paese-bomboniera, e ti presenterò una persona che vale la pena di conoscere.

Annese,Alfredo De Lucreziis,Vito Santoro

Si chiama Michele Annese, dirige la biblioteca locale ed è un fabbro della cultura e una figura di spicco”. Vito era di poche parole e si accendeva solo nelle feste in casa con gli amici e quando si parlava di Puglia. Fuori, soprattutto in questura, era un monumento ambulante, integerrimo e professionale, profondo conoscitore della criminalità organizzata e non. “Mi sembri Giuseppe Giacovazzo – aggiunsi – che a Filippo Alto scrisse per una cartella di litografie intitolata “Paese vivrai”: “Ti racconto – dopo quasi una vita – perché una lontana domenica ti trascinai dalla città a vedere come era fatto il mio paese. Tu ora lo dipingi. Io lo riscopro…”. Vito avrebbe onorato l’impegno, ma purtroppo si ammalò e Michele Annese lo conobbi al suo funerale, a Noci. L’invito a Crispiano me lo fece lui personalmente e mesi dopo me lo ritrovai di fronte, non al timone del suo bastimento, in corso Vittorio Emanuele, ma sul barcarizzo: sulla soglia della vecchia sede della biblioteca, in seguito trasferita in via Roma al 9, a due passi dalla chiesa della Madonna della Neve. Da una chiacchierata, breve e simpatica, capii che avevamo interessi culturali comuni e la stessa concezione della vita, da cui poteva nascere un’amicizia. Un caffè al bar vicino stimolò la promessa di rivederci. E ci rivedemmo non una, ma tante volte. E continuo a frequentarlo nelle mie rimpatriate nella solare Martina, dove mi ristoro lo spirito beandomi delle sue bellezze. 

La sagra del peperoncino a San Simone

 

 

Ogni occasione era, ed è, buona per correre a Crispiano, da solo o con mia moglie o con un seguito di amici e parenti. A far da calamita un’iniziativa in una masseria o nella via principale con tante bancarelle illuminate e negozi aperti fino a mezzanotte tra profumi di carne alla brace. Un pomeriggio andai alla Pilano, proprietaria Rita Motolese, per un evento con artisti polacchi, in onore dei quali vennero messi in fila una ventina di “capasoni” fasciati da un nastro tricolore (mi piacciono questi manufatti panciuti come donne in attesa). Tra la folla, Michele Annese, con l’aria di chi era lì per caso. Ricordo due signori, uno seduto e l’altro in piedi, piegato verso di lui, infuocati in un discorso su Ernesto Treccani, che citavano con il solo nome di battesimo come fossero critici d’arte in confidenza con il fondatore di “Corrente”. 

Presicci accarezza "la ballerina" alla Francesca
Ad ascoltarli due lucignoli con il fucile a tracolla, nelle vesti di briganti, e signore che rinverdivano vecchi mestieri e postazioni di artigiani geniali. Ricordo, alle Mesole, uno spettacolo musicale coordinato da Anna De Marco, una delle solerti e preparate collaboratrici della vecchia biblioteca; alla Monti del Duca, l’esibizione di una compagnia dialettale di Grottaglie; la presentazione del libro di Giuseppe Giacovazzo “Puglia il tuo cuore”, durante la quale il giornalista accennò tra l’altro alla grandiosa figura di Tommaso Fiore, al quale aveva dedicato un altro libro; al carattere un po’ ruvido di Padre Pio e alle campagne elettorali di Aldo Moro, che lo avevano avuto protagonista.

Donato Plantone

Al termine, mentre la folla degustava fichi ed altre delizie, Donato Plantone, segretario comunale della cittadina, accarezzava un cavallo con la testa fuori del box in vena di coccole, e un pittore soffiava nell’orecchio del vicino vita e opere dell’autore di “Un popolo di formiche, del “Cafone all’inferno”… facendo sue le parole dell’oratore. Non mancavo mai alle manifestazioni di Crispiano: al presepe vivente: alla festa della Madonna della Neve; al lungo e dettagliato racconto, fatto in corso Vittorio Emanuele, davanti a una fiumana di persone, degli scavi alla Masseria l’Amastuola, pilotati da un docente della libera Università di Amsterdam. Alla Francesca, data di nascita XVIII secolo, un paio di anni fa, a una cena per l’inaugurazione dell’agriturismo della struttura, con il condimento di un sassofono e di una fisarmonica, suonati da Armando De Salis e Vito Santoro, tra l’altro impegnato nella lodevolissima impresa di ripristinare la tradizione della serenata, proprio Michele mi parlò di un quadrupede che balla la pizzica e stuzzicò la mia curiosità: andai a trovarlo nelle scuderie, lo accarezzai a lungo e lui, per lasciarmelo fare, allungò il muso oltre il recinto.

Annese con la moglie Silvia

Fuori delle masserie, ho molto apprezzato la sagra dei funghi, promossa dal titolare del ristorante “C’era una volta” (non avevo mai visto tanti funghi, che a Cicerone ispiravano gli scongiuri). Nell’occasione mi venne in mente un testo di Enzo Tortora in cui tra l’altro il presentatore gentiluomo, coltissimo e piacevole, elencava i morti attraverso il vegetale in versione velenosa, complice nella storia di avversari spietati. Un esempio? Nerone, “che non nascondeva di dovere l’impero, più che agli Dei e alla volontà della Nazione, a un bolèto dal colore viola, un po’ sospetto”, servito da Agrippina all’imperatore Claudio… il 2 settembre del 2005, nel teatro comunale ho applaudito il concerto di Crispianapolis, un complesso che coltivava anche la musica etnica e comprende il virtuoso chitarrista Antonio Palmisano, valido operatore culturale della biblioteca. Al termine dello spettacolo, intervistai uno degli attori del seguitissimo sceneggiato televisivo “La Squadra”. Alla Sagra del peperoncino piccante (“puperùsse asquande”) ero uno dei primi ad arrivare, in compagnia di mia moglie, di Michele e della sua consorte Silvia, docente di lingua italiana e ottima collega in giornalismo (efficaci i suoi interventi nel libro sulle masserie).

La serenata con Santoro
Anche quella è un’impresa che Alfredo De Lucreziis e compagnia non dovrebbero fare impallidire, considerando anche il successo che ha sempre riportato e le personalità presenti, tra cui il professor Massimo Biagi, esperto internazionale di peperoncino piccante, il cui “stand” a San Simone era molto frequentato da appassionati in cerca di consigli. Ogni anno aspetto con ansia i primi di settembre per immergermi nel flusso dei visitatori che fanno la ronda con in mano un piatto di fagioli o di polpette o un gelato, una frisella, tutto spruzzato di peperoncino, che regna in tutte le cucine del mondo. Non tutte le zappe erano dunque forgiate nell’officina di Michele Annese, invaghito del suo paese e personaggio di altissime capacità. Ma in quasi tutte c’era la sua mano. Ho assistito, anni fa, a un colloquio tra Michele e alcuni titolari di masserie, che gli chiedevano consigli su un’idea da mettere in cantiere; il volume “Le cento masserie di Crispiano, uscito a cura dell’Amministrazione comunale della città (con testi dello stesso Annese, di Silvia Laddomada, Angelo Carmelo Bello, Tony Fumarola, Pasquale Pellegrini, Renato Perrini) lo ha avuto come artefice infaticabile. Alle Monache, masseria, del XVI secolo, proprietario Stella Perrini, produzione biologica di ciliegie, fichi d’India, vigneto e altro, con la partecipazione di numerosi ospiti, fu festeggiato un gemellaggio con la Grecia, che era una delle opere di Michele, stakanovista ed entusiasta. Il proprietario, professor Bianco, mi guidò in cucina, dotata di un grande tavolo circolare di pietra di fronte al vano che accoglieva il forno, dove un macellaio preparava la carne da servire durante la serata, mostrandomi poi la camera con il letto che nel ’75 aveva pagato 150 mila lire e tante altre grandi sale, arredate con mobili pregevoli. Non posso più dire grazie a Vito Plantone, che si disse disposto a portarmi a Crispiano. Lo farò un giorno, se nostro Signore deciderà di mandarmi a navigare tra le stelle, dove lui oggi certamente risiede. Se invece mi spedirà nella parte opposta, forse riuscirò a intercettare un messaggero. In ogni caso gli sono obbligato.

NOTA: SUL SITO "MINERVA CRISPIANO (BLOCK NOTES CON LA PENNA): "UN PREZIOSO VOLUME DI MICHELE ANNESE DI FRANCO PRESICCI"

Nessun commento:

Posta un commento