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sabato 25 novembre 2023

IL DECADENTISMO: LUIGI PIRANDELLO - Novelle: pagine scelte

Relazione:

Silvia Laddomada
21.11.2023 - 2° INCONTRO

Relazione di Silvia Laddomada

Originario di Agrigento, nacque in una villa che si chiamava "Caos", nel 1867.

Uomo di cultura, poeta, scrittore, autore di opere teatrali. Pirandello ha scritto poesie, romanzi e opere destinate alla rappresentazione teatrale. Seguiva le Compagnie che portavano in scena le sue opere. Opere presentate in prestigiosi teatri europei ed americani, con enorme successo.

La sua fama è mondiale, il suo pensiero, la sua filosofia sono universali. Ricevette il premio Nobel per la letteratura.



Il padre gestiva delle miniere di zolfo, aveva investito tutti i capitali, compresa la dote della moglie di Luigi, figlia di un socio di papà Stefano.

La moglie soffriva di crisi depressive. In seguito all'allagamento della miniera, la famiglia subì un forte crollo economico e la moglie ebbe un tracollo nervoso.

Ricoverata in una cosa di cura, Luigi le stette sempre vicino, limitando la sua libertà e proteggendola con il suo amorevole affetto. Collaborava come scrittore a riviste e giornali, per superare le ristrettezze finanziarie.

Un'altra tragedia che lo coinvolse riguarda il figlio Stefano (aveva 3 figli). Fatto prigioniero, nel primo conflitto mondiale, dagli Austriaci, fu tenuto in un campo di concentramento fino alla fine della guerra.

Queste amare esperienze di dolore influirono molto sulla sua triste concezione della vita.



Alla sua morte, nel 1936, Mussolini aveva decretato i funerali di Stato, ma lo scrittore, prima di morire, aveva espresso il desiderio di essere portato al cimitero, nudo, avvolto in un lenzuolo, col carro dei poveri.

Le sue ceneri riposano in un cratere, sotto l'albero di pino a lui caro, nella sua villa "Caos".


Vissuto nella seconda metà dell' 800, Pirandello riflette la crisi del Positivismo: la scienza aveva perso il carattere di verità assoluta, la sfiducia nella ragione aveva generato insicurezza, dubbi, scetticismo, incomunicabilità. La nuova fisica si fondava sulla teoria della relatività dei fenomeni. Ogni punto di vista era relativo, non c'erano certezze. Si respirava un' aria di generale inquietudine che Pirandello esaspera e rappresenta in situazioni paradossali, che a volta si verificano realmente, facendo parlare di "vicende pirandelliane".

La vita é una grande "pupazzata", egli dice. Gli uomini sono tanti pupi nelle mani di un burattinaio invisibile, il caso.

Quando nasciamo ci troviamo inseriti, per puro caso, in una società con le sue leggi, le sue convenzioni, le sue abitudini. In questo contesto la società o noi, ci assegniamo una parte, ci fissiamo in una forma, indossiamo una maschera, e ci muoviamo secondo schemi ben definiti. Ciascuno di noi ha un ruolo: magistrato, maestro, medico, sacerdote, commerciante.

Sotto l'apparenza della "forma" però, noi abbiamo sentimenti o impulsi che spesso sono in contrasto con la maschera che altri, o noi, ci siamo imposti.

C'è sempre questo contrasto tra vita e forma, tra realtà e maschera.

C'è sempre un contrasto tra ciò che vorremmo essere e ciò che ci costringono ad essere.

Una volta avuto un ruolo, ci comportiamo come quella maschera impone, freniamo gli im pulsi, gli istinti, per non urtare contro i principi della società, o per buona pace del nostro spirito.

A volte però l'anima istintiva esplode, facendo saltare i freni inibitori. Allora la maschera si spezza e siamo come "un violino fuor di chiave", cioé stonato, nel contesto sociale.


La libertà che abbiamo cercato, togliendo la maschera, é però di breve durata, in quanto il nostro nuovo modo di vivere ci imprigiona in una nuova forma, in una nuova maschera, diversa ma altrettanto soffocante.

Quando l'uomo scopre questo contrasto tra la maschera e l'essere, può reagire in 3 modi dice Pirandello.

1) La reazione passiva: rassegnarsi alla maschera, vivendo con dolore la frattura tra la vita che si vorrebbe vivere e quella che si é costretti a vivere.

Vive in modo sdoppiato (Il fu Mattia Pascal).

2)La reazione ironica-umoristica, l'uomo non si rassegna alla maschera, ma visto che non se ne può liberare, sta al gioco delle parti, con un atteggiamento ironica, "umoristico" in senso pirandelliano, per la pietà che suscita in chi lo osserva nella sua pena (La patente).

3) La reazione drammatica: l'uomo non si rassegna alla maschera, nè sorride, stando al gioco delle parti. Si chiude in una solitudine disperata, che lo porta al dramma: suicidio o pazzia (Enrico IV, Uno, nessuno, centomila).

Si arriva alla disgregazione della persona umana.

Non solo si vive un rapporto sdoppiato con la società, ma si può arrivare a un rapporto sdoppiato con sè stesso (Uno, nessuno, centomila).

L'uomo é uno, perché é quello che crede di essere; é centomila, perché quelli che lo avvicinano lo vedono a loro modo, ed egli assume tante forme (ha tante "maschere") quante sono quelle che gli altri gli attribuiscono.

Quindi non é nessuno, perchè non riesce a fissarsi in una personalità chiaramente definita, cioè nella maschera che gli altri gli attribuiscono Questo vedere frantumata in tanti aspetti la propria personalità, lo può portare alla follia, o all'autodistruzione.


In tutte le sue opere i personaggi appartengono alla piccola borghesia, vittime delle condizioni alienanti della società industriale, una società attenta alle apparenze, alle convenzioni sociali, una società ipocrita ed egoista, piena di pregiudizi e inganni propri e altrui. Non é un uomo ancorato a valori oggettivi, universali ma un uomo frantumato con molte problematiche psicologiche.


I personaggi di Pirandello non sono però dei vinti, dei rassegnati; essi si ribellano, protestano contro la società ipocrita e alienante,urlano in maniera goffa, vivono in modo paradossale, ma il loro comportamento non è comico, ma "umoristico", alla maniera pirandelliana.


In un saggio, Pirandello presenta la sua poetica dell'umorismo..

L'umorismo per Pirandello é il sentimento del contrario, che nasce dall'azione di due forze: il sentimento che crea le situazioni comiche e la ragione che le analizza, le scompone, per capirne i meccanismi e ispira pietà.

Pirandello porta l'esempio di una vecchia signora, che si tinge i capelli, si trucca e si veste come una giovanissima.

Nel vederla così conciata, viene da ridere, si avverte il lato comico della situazione, perché la signora é il contrario di ciò che dovrebbe essere una donna della sua età. Questo é il momento comico dell'avvertimento al contrario.

Poi interviene la ragione, che vuole capire, e scopre che quel modo di presentarsi é un autoinganno.

La signora spera che nascondendo i suoi difetti possa trattenere l'amore del marito, molto più giovane di lei.

Questo é il momento del sentimento del contrario, perché alla comicità subentra la pietà per il dramma penoso della signora.

 


 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

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