Crispiano, 12 gennaio 2016
Michele Annese
Dai risultati ottenuti nel decennio di scavi, si evince quanto sia stato positivo il confronto, tra gli studi di altri specialisti con i risultati ottenuti dalle ricognizioni finora effettuate nell'area tarantina.
Come crispianesi, siamo onorati di avere sulle nostre aeree di interesse archeologiche l'attenzione autorevole della Università olandese con la direzione scientifica del prof. dr. Gert-Jan Burgers e contributi di alto valore scientifico come questo rapporto della dott.ssa Biesiekirska, che riportiamo integralmente, alla quale vanno, oltre i complimenti per il lavoro fatto, anche il ringraziamento per l'esclusività. Un grazie anche a Marco Boeringa per la realizzazione delle figure inserite nel testo.
Da molti anni vengono effettuati sul nostro territorio ed in particolare nell'area della masseria L'Amastuola, studi da parte della Vrije Universiteit Amsterdam, con grande impegno e profonda conoscenza della materia . Dal rapporto della ricercatrice specialista dott.ssa Dorota Biesiekirska, che pubblichiamo in esclusiva sul Corriere PL, si evince quanto sinora è stato fatto per approfondire gli studi sui reperti di grande interesse storico, presenti nel nostro territorio e quanto è necessario ancora fare per avere certezza e conferme “ delle diversità spaziali/ambientali in relazione ai modelli insediativi e alle dinamiche del popolamento rurale nel territorio tarantino”.
LE
RICOGNIZIONI DI SUPERFICIE DELLA VRIJE
UNIVERSITEIT
AMSTERDAM NELL’ENTROTERRA TARANTINO NEL 2015
(TARANTO,
PUGLIA, ITALIA)
1. INTRODUZIONE: Le ricerche
archeologiche pregresse dell’università VU
Amsterdam
2. LA CAMPAGNA DI RICERCA 6-25 LUGLIO
2015
2.1 L’età del Ferro (IX-VII secolo a.C.)
2.2 Le fasi tardo-antica ed alto-medievale
(IV-X secolo d.C.)
2.3 Il periodo arcaico (VI secolo a.C.)
2.3.1 L’impostazione e gli obiettivi della
ricerca
2.3.2 I risultati preliminari della ricerca
2.4 Osservazioni conclusive/prospettive di
ricerca futura
1. INTRODUZIONE: Le ricerche archeologiche
pregresse dell’università VU
Amsterdam
Tra il 2003 e il 2010 il territorio tarantino è
stato interessato da indagini archeologiche sistematiche da parte
dell’università Vrije Universiteit
(VU) di
Amsterdam, coinvolgendo diverse università Italiane – Università
La Sapienza
di Roma, Università degli Studi di Lecce, Università di Salerno –
ed in stretta collaborazione con la Soprintendenza ai Beni
Archeologici della Puglia a Taranto. Le indagini sono state
programmate con l’obiettivo di verificare ipotesi esistenti sui
modelli e le dinamiche insediativi nonché sull’organizzazione del
territorio tarantino nell’ampio quadro cronologico, focalizzando
l’attenzione sul primo millennio a.C., e sotto l’aspetto storico
sul periodo della colonizzazione greca (VIII-III secolo a.C.).
(Burgers & Crielaard 2007, pp. 77-114; Burgers & Crielaard
2011 (eds); Crielaard & Burgers 2012, pp. 69-106)
La ricerca archeologica di campo si è svolta
nell’area a nord-ovest di Taranto (nei territori di odierne comuni
di Crispiano, Statte, Massafra, Martina Franca, e Taranto),
includendo gli scavi nell’area d’antico insediamento di Masseria
L’Amastuola (2003-2005, 2007-2008), l’esplorazione intensiva e lo
scavo nell’area di necropoli coeva distante circa 700 m a sud
dall’insediamento (2005 e 2010 rispettivamente), e le ricognizioni
sistematiche di superficie – i surveys
– nell'area più ampia del nord-ovest Tarantino e le Murge
meridionali (2003-2005, 2007, 2010).
(Fig
1 Taranto-Murge Survey 2003-2010-2015)
Le ricognizioni archeologiche di superficie
(surveys),
mentre da un lato, hanno permesso di considerare il sito di
L’Amastuola su una più ampia scala sia geografica che cronologica,
dall’altro, hanno consentito di avviare uno studio sistematico dei
modelli e le dinamiche insediativi nel territorio tarantino e le
Murge meridionali in generale. Le indagini di campo, il cui punto di
partenza è l’ambiente stesso, hanno interessato il transetto che
va dalla costa Ionica (circa 10 km a nord-ovest dalla Città Vecchia
di Taranto) verso la costa Adriatica, attraversando i seguenti
sistemi morfologici: la pianura costiera leggermente inclinata, il
pendio ondulato, e l’altopiano collinoso delle Murge. Entro
ciascuno di tali sistemi sono state esplorate sistematicamente delle
aree campione, permettendo anche un’analisi dei risultati in
relazione alle diverse caratteristiche e dinamiche del paesaggio
fisico. (Van Joolen 2003; Burgers, Biesiekirska, Laera 2011, pp.
119-131); (Fig 2 Taranto-Murge Survey
Land Systems)
Tramite le ricognizioni di superficie sono state
individuate più di 50 aree coinvolgenti concentrazioni dei reperti
archeologici, in particolare frammenti ceramici, in alcuni casi
associati ai resti di strutture archeologiche. Tali aree con densità
dei reperti relativamente alte inducono ad ipotizzare la presenza di
siti antichi, la maggior parte dei quali da interpretare come abitati
oppure fattorie e necropoli, riferibili variamente all’età del
Bronzo, al periodo classico-ellenistico, e quello romano.
Specialmente nel periodo classico-ellenistico (V-III secolo a.C.) si
assiste ad aumento dei siti, nonché si registrano densità dei
reperti ceramici relativamente alte. Questa situazione è
prevalentemente riscontrata nell’area campione entro il paesaggio
del pendio ondulato (d’altronde una zona maggiormente indagata
entro il transetto interessato dal survey).
L’altopiano collinoso delle Murge sembra invece soprattutto
favorevole ai siti dell’età del Bronzo, mentre l’area campione
della pianura costiera contiene più che altro quelli
ellenistico-romani. (Burgers, Biesiekirska, Laera 2011, pp. 119-131;
Biesiekirska, Laera 2011, pp. 159-242)
Come si evince dai risultati delle ricognizioni di
superficie mancano chiare evidenze archeologiche dell’età del
Ferro (IX-VII secolo a.C.) e della fase arcaica (VI secolo a.C.). Ad
eccezione ovviamente dei resti archeologici documentati sul sito di
L’Amastuola, nessuna traccia riferibile in modo evidente all’età
del Ferro è stata ritrovata entro le aree campioni sottoposte alle
ricognizioni di superficie, mentre frammenti ceramici databili nel
periodo arcaico sono estremamente scarsi.
I risultati delle indagini archeologiche 2003-2010
portano dunque al momento a presupporre l’esistenza tra l’età
del Ferro e la fase arcaica di un modello d'insediamento di tipo
nucleare nell’area nord-occidentale del Tarantino. L’abitazione
poteva essere concentrata in piccoli villaggi con il sito di
L’Amastuola come l’abitato di riferimento. L'occupazione del
territorio più estensiva/diffusa di tipo rurale sembra verificarsi
solamente nel periodo classico, raggiungendo la sua massima
espansione e densità nel periodo ellenistico (IV-III secolo a.C.).
Un’ipotesi paragonabile è stata già proposta sulla base delle
occasionali ricerche precedenti, ben inteso che l’occupazione
capillare del territorio avrebbe la sua origine già nel periodo
arcaico, conoscerebbe un calo sensibile nel corso del V secolo a.C.
ed una ripresa fin dalla fine del secolo, seguita dalla massima
estensione nel secolo successivo, cioè sempre nel periodo
ellenistico (Osanna 1992; Greco 2000, pp. 171-201; Osanna 2000, pp.
203-220; Nuovi Documenti dai Territori
Tarantini 2001).
Ciononostante, per un’attenta interpretazione, i
risultati dei surveys
(ed ipotesi esistenti) devono essere inquadrati in un contesto
geografico più ampio.
Per quanto riguarda l’età del Ferro, evidenze
archeologiche sono ad oggi attestate, oltre a Masseria L’Amastuola,
in una serie di siti nella regione tarantina: Masseria Badessa
Vecchia (Degrassi 1962, pp. 70-74; Stazio 1967, pp. 272-273; Maruggi
1989-1, pp. 111-117; Maruggi 1989-2, pp. 204-205; Lo Porto 1990, p.
93; Maruggi 1991, pp. 276-277; Maruggi 2001, pp. 54-55; Donvito 2003,
p. 70), Montemesola (Fornaro 1967, pp. 345-348; Stazio 1967, p. 272;
Maruggi 1994, pp. 155-156), Monte Salete (Fornaro 1967, pp. 345-348;
Stazio 1967, p. 272; D’Andria 1990, pp. 445, 453-454; Lo Porto
1990, p. 93), Contrada Lonoce (Fornaro 1978, pp. 36-44), Masseria
Vicentino (Fornaro & Alessio 2000, con bibliografia), Monte
Sant’Elia (Alessio 2001, pp. 87-92), Torre di Saturo (Osanna 1992,
pp. 29-31, con bibliografia; Dell’Aglio et al. 1999; Lo Porto 2001,
pp. 7-18). Manca però una ricerca programmata e sistematica che
consente di contestualizzare le osservazioni sui modelli insediativi
nella prospettiva sia geografica che cronologica più ampia. È
importante per esempio di domandare se si tratta di fondazioni nuovi
o meno, e come era la relazione con le epoche tanto precedenti quanto
quelle successive?
Per quanto riguarda il periodo arcaico, la
documentazione archeologica, nota dalla bibliografia, ci informa
sulla presenza di piccoli abitati e necropoli sparsi (Quagliati 1904,
pp. 223-232; Stazio 1967, pp. 270-272; Lippolis 1990, p. 416; Lo
Porto 1990, pp. 67-75, 85-89; Menchelli 1991, pp. 470-474; Mattioli
2002, pp. 116-118; Tutela e Conoscenza
2013), nonché sul esistenza di siti più grandi nel territorio
tarantino (oltre all’insediamento documentato a L’Amastuola, a
Masseria Badessa Vecchia, Masseria Vicentino, Monte Sant’Elia,
Torre di Saturo). Visto che scarsi reperti da riferire alla fase
arcaica sono stati ritrovati durante le ricognizioni di superficie
entro alcuni siti classico-ellenistici, bisogna però porre una
domanda se l’alta densità dei reperti classico-ellenistici (e
dunque il supposto sfruttamento del territorio intensivo relativo a
questo periodo) non ha reso invisibili le tracce di epoche precedenti
(coprendole o cancellandole), soprattutto se si presuppone una
continuità dell’abitazione sullo stesso posto.
2. LA CAMPAGNA DI RICERCA 6-25 LUGLIO 2015
Nel 2015 l’Istituto di Archeologia della Vrije
Universiteit (VU)
Amsterdam, sotto la direzione scientifica del prof.dr. Gert-Jan
Burgers, ha ripreso la ricerca archeologica di campo nell’entroterra
tarantino e le Murge meridionali con l’obiettivo principale di
verificare questioni riguardanti l’età del Ferro (IX-VII secolo
a.C.) e la fase arcaica (VI secolo a.C.).
La prima campagna di ricerca ha anche coinvolto la
collaborazione di uno studioso specialista in archeologia medievale,
dr. Angelo Castrorao Barba. La sua parte dedicata sui modelli e le
dinamiche insediativi tra la tarda antichità e l'alto-Medioevo (IV-X
secolo d. C.), un altro periodo poco attestato nel territorio
tarantino, ha ampliato il panorama cronologico delle indagini, nonché
delle problematiche connesse alla visibilità nella superficie delle
diverse fasi di cultura materiale.
La ricerca di campo, sempre finalizzata allo
studio di modelli e dinamiche insediativi, è stata dunque
cronologicamente focalizzata sui periodi scarsamente o non attestati
durante le ricognizioni di superficie della VU
precedenti, cioè l’età del Ferro, il periodo arcaico, ed in più
le fasi tardo-antica ed alto-medievale.
2.1 L’età del Ferro (IX-VII secolo a.C.)
Rispetto all’età del Ferro si è cercato di
ampliare il contesto geografico della ricerca, già svolta dalla VU,
con l’obiettivo di verificare evidenze archeologiche note dalla
bibliografia e di inquadrarle nel contesto cronologico cercando di
individuare delle (dis)continuità con le fasi sia precedenti che
successive. La ricerca di campo è stata eseguita da Ties Verhoeven
nell’ambito della sua tesi di laurea. Sono stati effettuati dei
sopralluoghi sui siti rilevanti nell’area più ampia della
provincia di Taranto con l’obbiettivo di raccogliere dati
riguardanti l’estensione e la cronologia dei siti. Tale ricerca
aveva anche uno scopo orientativo, puntualizzando le condizioni per
un futuro programma verto sui siti dell’età del Ferro.
2.2 Le fasi tardo-antica ed alto-medievale
(IV-X secolo d.C.)
La ricerca archeologica accentrata sulle fasi
tardo-antica ed alto-medievale è stata programmata e eseguita da
Angelo Castrorao Barba. Il lavoro di campo includeva dei sopralluoghi
sulle aree/sui siti significanti, ed eventuale raccolta (non
sistematica) dei materiali diagnostici, con l’obiettivo di valutare
le condizioni e le potenzialità di fornire materiali/indicazioni
rilevanti al fine di poter programmare le indagini future.
2.3 Il periodo arcaico (VI secolo a.C.)
2.3.1 L’impostazione e gli obiettivi della
ricerca
La ricerca di campo parte da un presupposto che
l’alta densità dei reperti di superficie appartenente alla fase
classico-ellenistica potrebbe aver diminuito la visibilità dei
reperti delle fasi precedenti, così come una continuazione dell’uso
su un sito nella fase classico-ellenistica potrebbe far svanire
tracce dell’uso nelle fasi precedenti.
Posto che tale situazione avrebbe reso lacunosi i
risultati dei surveys
sistematici già eseguiti (2003-2010), si è deciso di tornare su
questi siti classico-ellenistici che avevano fornito alcuni reperti
databili nella fase arcaica (sono scelti sei siti in totale), con
l’obiettivo di verificare la presenza di altri resti da riferire a
tale fase precedente. Inoltre, tenendo conto della possibilità che
le aree campione già indagate non avrebbero tuttavia coperto delle
zone con una frequentazione arcaica, il programma prevedeva anche di
indagare per la presenza di resti arcaici delle aree nuove. Sono
scelte tanto aree adiacenti alle zone che avevano già fornito alcuni
(probabili) resti arcaici, quanto aree dove nel passato, come noto
dalla bibliografia, sono stati ritrovati necropoli arcaiche.
In concordanza con gli obiettivi della ricerca
sono state eseguite delle ricognizioni di superficie sistematiche
(non statistiche) e dei sopralluoghi nelle località seguenti:
-
Masseria Capitolicchio Vecchia (Taranto)
-
Masseria Gravinola Nuova (Statte)
-
Masseria San Sergio (Massafra)
-
Masseria Cacciagualani/Masseria Triglio (Crispiano)
-
Masseria La Pizzica (Crispiano)
-
Masseria Fornace (Crispiano)
-
Masseria Caccavella/Pozzo del Termite (Crispiano)
Tali zone sono state indagate in modo sistematico,
attraverso la ricognizione di superficie, da un gruppo di cinque
studenti in archeologia, sotto direzione di ricercatori specialisti
Corine Tetteroo e Dorota Joanna Biesiekirska. Durante le ricognizioni
è stata effettuata una raccolta ridotta dei materiali archeologici
puramente diagnostici per la definizione della cronologia dei
siti/delle evidenze archeologiche individuate. I materiali
archeologici raccolti, consistenti di frammenti di ceramica, sono
stati sottoposti all’analisi cronologica eseguita da Dorota Joanna
Biesiekirska.
La cartografia di base e l’apparato grafico
(sistema GIS: Geographic Information
Systems) sono stati curati ed elaborati
da Marco Boeringa. Si desidera ringraziare gentilmente Marco Boeringa
per la realizzazione delle figure accluse al presente contributo.
2.3.2 Risultati preliminari della ricerca (Fig
1 Taranto-Murge Survey 2003-2010-2015)
Le ricognizioni di superficie 2015 nelle aree dei
siti già individuati tra il 2003 e il 2010, hanno fornito solo nel
caso di uno dei sei siti scelti, chiare prove della frequentazione
nell’età arcaica. Si tratta di un sito ubicato nell’area di
pendio ondulato alla distanza di circa 600 m a S/SE da Masseria La
Pizzica. Durante il survey
nel 2015 l’area del sito era di recente finemente arata, il che
migliorava la visibilità del suolo e dei materiali archeologici
(frammenti di ceramica). Le densità dei materiali visibili nel
superficie raggiungevano adesso in alcuni parti anche più di 20
frammenti al metro quadrato. È stata raccolta una quantità di
materiali diagnostici relativamente alta. Si segnala una consistente
presenza di ceramica a vernice nera, a figure rosse, da cucina, ed
acroma includendo anche frammenti di anfore, di mortai, di bacini, e
di pithoi,
nonché pesi da telaio. La maggior parte della ceramica fine è
databile tra il V ed il III secolo a.C. ma sono stati ritrovati
alcuni frammenti diagnostici riferibili al VI secolo a.C. Si tratta
tra l’altro di un frammento di un’anfora a figure nere , due
frammenti di una kotyle,
ed un frammento di un cup-skyphos.
È dunque abbastanza evidente che tale sito potenzialmente aveva
un’origine oppure un predecessore nell'età arcaica.
In tutti altri casi i siti sono rintracciati più
o meno nei stessi posti, però con densità dei reperti relativamente
basse. Questa situazione è probabilmente dovuta alla visibilità
minore dei reperti in superficie rispetto ai anni precedenti. In
questi casi il suolo non era arato di recente e si presentava molto
secco e coperto dal polvere/da una vegetazione, il che peggiorava
gravemente la visibilità dei frammenti ceramici in superficie. Sono
raccolti solo estremamente scarsi reperti diagnostici risalenti al
periodo classico-ellenistico. Non si è potuto affermare la fase
arcaica.
Le ricognizione di superficie 2015 nelle aree
adiacenti al transetto 2003-2010, quelle note dalla bibliografia per
i rinvenimenti di tombe arcaiche, come Località Capitolicchio
Vecchia e Gravinola Nuova, non hanno fornito nessuna traccia chiara
di frequentazione in età arcaica. Entro il paesaggio di pianura
costiera, nell’area di Masseria Capitolicchio Vecchia, i processi
naturali (sedimentazione) hanno probabilmente disturbato la
visibilità di resti archeologici in superficie. In altre zone, e
soprattutto nell’area di primi terrazzamenti del pendio ondulato
posta direttamente a NE ed E/SE di Masseria Gravinola Nuova, si deve
ammettere una distruzione o dispersione di contesi archeologici
dovuta all’impianto di nuovi vigneti ed uliveti. È stato invece
ritrovato un sito in un’area confinante a N dei campi coltivati. Si
tratta di un’area rocciosa coperta dalla macchia quasi
impenetrabile. Sono state individuate resti di strutture antiche
scavate nella roccia affiorante e probabilmente riferibili alla
produzione dell’olio. Nella stessa zona è stata trovata una
struttura rettangolare scavata nel bancone roccioso. La camera era
dotata di pavimento a mosaico composto da piccoli pezzi di
terracotta. Nelle dirette vicinanze erano anche visibili delle tracce
di carraia e di cave per estrazione di pietra, nonché una tomba
scavata nel banco di roccia ed un tratto di muro a secco. Nella
superficie erano visibili molte tegole ma pochi frammenti ceramici,
maggiormente non diagnostici. Sono raccolti alcuni frammenti di
anfore, molto consumati, da riferire probabilmente all’età greca e
quella romana.
Anche la ricognizione di superficie in una ridotta
area più a NO di queste evidenze, in località San Sergio
(Massafra), ha rilevato presenza di un sito. Si tratta di una
concentrazione di reperti ceramici da riferire al periodo
classico-ellenistico, rintracciata in uno dei campi arati, che
sembrano in un certo senso ritagliati all’interno di una zona
rocciosa coperta di macchia. In tali campi un livellamento del
terreno è molto probabile il che avrebbe compromesso al meno
parzialmente il contesto archeologico.
La ricognizione di un’altra area entro il
paesaggio di pendio ondulato, posta a S di Masseria Cacciagualani
(verso Masseria Triglio) e delineata dalle incisioni di Gravina di
L’Amstuola in O e di Gravina di Triglio in E, ha rilevato la
presenza di altri siti e strutture antichi, non solo confermando
l’uso intensivo della zona nel periodo classico-ellenistico, ma
anche attestando la sua frequentazione in altre fasi cronologiche. Si
nota in questa zona la presenza di pozzi e cisterne, nonché di cave
antiche per estrazione di pietra (soprattutto lungo il lato
occidentale della Gravina di Triglio). Sono rintracciate quattro
nuove concentrazioni di reperti ceramici visibili in superficie, una
delle quali da riferire all’età del Bronzo, la seconda alle fasi
classica, ellenistica e romana, e le altre due al periodo
classico-ellenistico. Una di queste ultime è ritrovata alla distanza
di solo 100 m a SE da una piccola necropoli individuata proprio
qualche giorno prima dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia.
La necropoli è ubicata in un campo (non ancora oggetto di
ricognizioni sistematiche) alla distanza di circa 200 m a N dalla
Masseria Triglio. La parte scavata della necropoli era costituita da
quattro tombe a fossa rivestite e coperte da lastroni di pietra
locale. I materiali ceramici provenienti dalle tombe sono stati
datati nel periodo classico-ellenistico (informazione orale dai
scavatori). Visto la vicinanza tanto spaziale che cronologica tra i
due siti (la concentrazione dei reperti ceramici e la necropoli), si
può proporre una relazione tra di loro. Così la necropoli potrebbe
essere associata ad un abitato/una fattoria, in quel caso la
concentrazione dei reperti ceramici. Comunque, al momento la funzione
di tale sito non può essere accertata, mentre un rinvenimento nella
vicinanza di due frammenti di lastre tombali in terracotta attesta
un’esistenza di altre tombe nell’area, già devastate da lavori
agricoli oppure d’attività clandestine.
È stata anche esplorata un’area più a NE,
ricadente già entro il paesaggio dell’altopiano collinoso delle
Murge. L’area si compone di appezzamenti di terreno coltivabile ed
arato all’interno di una più ampia zona semi-pianeggiante,
caratterizzata dalla presenza di macchia mediterranea, di terre
rosse, e dall’affioramento frequente di banco roccioso. In uno dei
campi coltivabili, a S di Masseria Caccavella, malgrado la scarsa
visibilità del suolo a causa della presenza di fieno, è stato
rintracciato un sito, consistente di una concentrazione di reperti
ceramici. Però, non sono rinvenuti dei materiali diagnostici. Sulla
base dei classi di ceramica presenti tale sito è da riferire solo in
modo preliminare all’età romana. È consigliabile di tornare
nell’area del sito al momento opportuno dopo aratura del terreno.
2.4 Osservazioni conclusive/prospettive di
ricerca futura
I risultati preliminari della ricerca di campo
2015, mentre da un lato sembrano, almeno parzialmente, ricalcare
quelli dei surveys
2003-2010, dall’altro, apportano significanti dati nuovi,
suscitando la necessità di una ricerca futura. Si distinguono
essenzialmente tre livelli spaziali su cui eseguire tale ricerca:
-
La ricognizione sistematica dei siti già rintracciati ripetuta nei diversi momenti/condizioni differenti (del suolo/della visibilità);
-
L’ampliamento delle aree campioni sottoposte/da sottoporre a survey;
-
L’inquadramento dei surveys nel contesto sia geografico che cronologico più ampio.
Ad 1.
Risulta evidente che durante la ricognizione in condizioni della
scarsa visibilità del suolo/di reperti ceramici in superficie,
mentre si riescono a riconoscere i limiti di una concentrazione/un
sito stesso, la sua rappresentatività cronologica può
potenzialmente diventare lacunosa. Al fine di ottenere una visone
della cronologia più completa o meno lacunosa dei siti individuati
tramite i surveys
è dunque raccomandabile la ripetizione delle ricognizioni sui siti
rilevanti per quanto possibile direttamente dopo aratura del suolo.
Ad 2. Il
rinvenimento, durante la campagna di survey
2015, di due siti abbastanza corposi inquadrabili uno nell’età del
Bronzo e l’altro nel periodo ellenistico-romano nell’area del
paesaggio di pendio ondulato, cioè nella zona che, sulla base dei
surveys
precedenti, sembrava soprattutto favorevole all’occupazione
classico-ellenistica, è una prova evidente che le aree campione
finora indagate sono troppo limitate a rappresentare/comprendere
tutta una scala dei siti esistenti.
Anche se probabilmente non sarà possibile
identificare tutti i siti esistenti nella lunga durata, per una
visione più completa o meno lacunosa della scala/diversità/tipologia
dei siti nei diversi sistemi del paesaggio è necessario ampliare le
aree campioni in ognuno di tali sistemi.
Ad 3.
L’inquadramento dei surveys
nel contesto cronologico e spaziale più ampio è necessario per
un’analisi più attenta ed una loro migliore interpretazione. In
tale ambito si deve pensare, non solo, allo studio bibliografico e la
raccolta di dati disponibili sui siti in un’area più ampia, ma
anche, a surveys
di aree campione nuove scelte/ubicate anche in zone più diverse e
remote dal transetto già indagato (si pensa per esempio alla zona a
NE da Taranto). Solo tale indagine potrà consentire lo studio delle
diversità spaziali/ambientali in relazione ai modelli insediativi e
alle dinamiche del popolamento rurale nel territorio tarantino.
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messapico di Masseria Vicentino, Grottaglie.
Catalogo della mostra documentaria, Grottaglie – Castello
Episcopio, 12 dicembre 1998 - 6 gennaio 1999.
Greco 2000 = Greco, E. 2000, Abitare in campagna,
in: Problemi della chora coloniale
dall’Occidente al Mar Nero. Atti del XL Convegno di Studi sulla
Magna Grecia, Taranto 29 settembre-3 ottobre 2000,
Taranto, pp. 171-201.
Lippolis 1990 = Lippolis, E. 1990, L’Amastuola
(o La Mastuola), in: Bibliografia
Topografica della Colonizzazione Greca in Italia e nelle Isole
Tirreniche, VIII, a cura di G. Nenci e
G. Vallet, Pisa-Roma, pp. 414-416.
Lo Porto 1990 = Lo Porto, F.G. 1990, Testimonianze
archeologiche dell’espansione tarantina in età arcaica, in: Taras.
Rivista di Archeologia, X, 1, pp.
67-95.
Lo Porto 2001 = Lo Porto, F.G. 2001, Scavo
stratigrafico sull’acropoli di Satyrion, in: Taranto
e il Mediterraneo. Atti del XLI Convegno di Studi sulla Magna Grecia,
Taranto 12-16 ottobre 2001. Nuovi documenti dai territori tarantini
(dalla Tavola rotonda di Taranto, 7 giugno 2001),
Taranto, pp. 7-18.
Maruggi 1989-1 = Maruggi, G.A. 1989, Rinvenimenti
tardo-antichi e alto-medievali in località Badessa (Martina Franca –
Taranto), Taras. Rivista di Archeologia,
IX, 1-2, pp. 111-117.
Maruggi 1989-2 = Maruggi, G.A. 1989, 29. Martina
Franca (Taranto), Masseria Badessa Vecchia, in: Notiziario
delle attività di tutela: settembre 1988-giugno 1989, Taras. Rivista
di Archeologia, IX, 1-2, pp. 204-205.
Maruggi 1991 = Maruggi, G.A. 1991, 48. Martina
Franca (Taranto), Masseria Badessa Vecchia, in: Notiziario
delle attività di tutela: giugno 1990-maggio 1991, Taras. Rivista di
Archeologia, XI, 2, pp. 276-277.
Maruggi 1994 = Maruggi, G.A. 1994, 65. Montemesola
(Taranto), zona industriale, in: Notiziario
delle attività di tutela: giugno 1992-dicembre 1993, Taras. Rivista
di Archeologia, XIV, 1, pp. 155-156.
Maruggi 2001 = Maruggi, G.A. 2001, Il territorio a
Nord di Taranto, in: Taranto e il
Mediterraneo. Atti del XLI Convegno di Studi sulla Magna Grecia,
Taranto 12-16 ottobre 2001. Nuovi documenti dai territori tarantini
(dalla Tavola rotonda di Taranto, 7 giugno 2001),
Taranto, pp. 43-63.
Mattioli 2002 = Mattioli, B. 2002, 1. Località
Capitolicchio Vecchia – Gravinola Nuova – Masseria Carducci, in:
Notiziario delle attività di tutela,
gennaio-dicembre 2001, Taras. Rivista di Archeologia,
XXII, 1-2, pp. 116-118.
Menchelli 1991 = Menchelli, S. 1991, Masseria
Leucaspide (comune di Taranto), in: Bibliografia
Topografica della Colonizzazione Greca in Italia e nelle Isole
Tirreniche, IX, a cura di G. Nenci e G.
Vallet, Pisa-Roma, pp. 470-474.
Nuovi Documenti dai Territori Tarantini 2001
= AA. VV., 2001, Taranto e il
Mediterraneo. Atti del XLI Convegno di Studi sulla Magna Grecia,
Taranto 12-16 ottobre 2001. Nuovi documenti dai territori tarantini
(dalla Tavola rotonda di Taranto, 7 giugno 2001),
Taranto.
Osanna 1992 = Osanna, M., 1992, Chorai
coloniali da Taranto a Locri. Documentazione archeologica e
ricostruzione storica, Roma.
Osanna 2000 = Osanna, M. 2000, Fattorie e villaggi
in Magna Grecia, in: Problemi della
chora coloniale dall’Occidente al Mar Nero. Atti del XL Convegno di
Studi sulla Magna Grecia, Taranto 29 settembre-3 ottobre 2000,
Taranto, pp. 203-220.
Quagliati 1904 = Quagliati, Q. 1904, Relazione
sugli scavi e scoperte nell’Apulia e sui risultati ottenuti
nell’ultimo decennio, in: Atti del
Congresso Internazionale di Scienze Storiche, Roma 1903,
V, Roma, pp. 223-232.
Stazio 1967 = Stazio, A. 1967, La documentazione
archeologica in Puglia, in: La città e
il suo territorio. Atti del VII Convegno di Studi sulla Magna Grecia,
Taranto 8-12 ottobre 1967, Napoli, pp.
265-286.
Tutela e Conoscenza 2013
= Tutela e Conoscenza. Archeologia
preventiva nella provincia di Taranto,
Catalogo della mostra tenuta a Taranto – Ex Convento di San
Francesco – Via Duomo dal 27 febbraio al 12 maggio 2013.
Van Joolen 2003 = Van Joolen, E. 2003,
Archaeological Land Evaluation. A
Reconstruction of the Suitability of Ancient Landscapes for Various
Land Uses in Italy focused on the Firs Millennium BC. PhD thesis
(Groningen Institute of Archaeology).
Relazione interessantissima, una lezione magiustrale. Quanti tesori sono sepolti sotto il nostro territorio. Sia lode a chi si adopera per farli venire alla luce, e a chi, come Michele Annese, ne diffonde i risultati. Ricordo ancora kla relazione sviolta dal professore dell'Università di Amsterdam in piazza, franco presicci
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