GIA’
NEL TITOLO E’ BELLO
IL
LIBRO DI GOFFREDO PALMERINI
“Le
radici e le ali” presentato da Francesco Lenoci
dal
disastroso terremoto.
Franco
Presicci
E’
già nel titolo, “Le radici e le ali”, la bellezza del recente
volume di Goffredo Palmerini: Vola, esplora altri mondi, incontra
altra gente, stringi nuove amicizie, corri nel luogo che ti dà
lavoro, ma non dimenticare mai la culla. Se cedi a questa tentazione,
non hai più un paese. Il vecchio può non riconoscerti più, il
nuovo non sarà mai completamente tuo. Tanta gente che per bisogno ha
fatto fagotto, costretta a stabilire la dimora in terre lontane, non
manda in archivio la via da cui è partita; continua a sospirarla,
ripercorrendola con il ricordo. Molti tornano e ritornano, e sono
accolti con un abbraccio. E’ come se non si fossero mai
allontanati. Goffredo li segue, li ascolta, li racconta. Mario
Fratti, uno degli autori di teatro più famosi al mondo, aquilano di
nascita, si è stabilito a New York dal ’63, ma per lui ogni
occasione è buona per rivedere la sua città, tormentata e offesa.
L’ultima volta l’anno scorso per la prima al Teatro Comunale del
suo Frigoriferi”, uno dei suoi brillanti lavori, tradotto in
“musical” dalla Compagnia Mamo e dall’Orchestra Sinfonica
Abruzzese diretta dal maestro Luciano Di Giandomenico.
E ci andrà
ancora a settembre per la presentazione del suo romanzo “Diario
proibito-L’Aquila anni Quaranta”. Fratti è come Palmerini: gira
il mondo, presenta le sue opere (ne ha scritte circa 90 tradotte in
22 lingue) e scopre nuovi sentieri. Vola in Brasile, Canada,
Argentina… e ripiomba a New York. Cronista scrupoloso, attento,
indagatore, Palmerini prende nota dei successi dello scrittore, lo
incontra, lo intervista e ne scrive pagine belle e sentite.
Lenoci e Palmerini |
Goffredo Palmerini e Francesca Alderisi |
Palmerini con Dan Fante |
Palmerini è un infallibile “trait-union” tra gli italiani che
sono rimasti e quelli che hanno cercato il pane altrove; tra i nostri
connazionali e i fratelli stranieri. I suoi scritti invogliano alla
conoscenza di quanto accade nei nostri confini e oltre; esortano a
vedere se stessi nel prossimo, al dialogo, alla solidarietà
reciproca. “C’è un antico rapporto d’affezione, quasi d’amore
tra New York e l’Italia”, dice. E così titola un capitolo: “A
New York e Princeton con nel cuore l’Aquila candidata a capitale
europea della cultura nel 2019”.
E snocciola episodi antichi, con
un tono da favola: “Lì, a New Amsterdam , nel 1635 andò anche a
risiedere il marinaio veneziano Pietro Cesare Alberti. Il primo
italiano. La città andò avanti quasi in tranquillità fin quando il
governatore Peter Styvesant nel 1657 fece sapere ai quaccheri
inglesi, nel frattempo arrivati, che non erano molto graditi”.
Il duomo de L'Aquila |
Affascinano, le pagine di Goffredo Palmerini. Leggendole si ha la
sensazione di compiere viaggi edificanti da un Paese all’altro; di
essere fisicamente di fronte a persone mai viste, di ascoltare le
loro voci, le loro esperienze. Palmerini ama la gente, non solo
quella abruzzese sparsa per il mondo. Va a cercarla e ne traccia un
ritratto palpitante. Con uno stile limpido, scorrevole, delicato.
Avvincente. Espone i fatti con lealtà; penetra nei personaggi con
notevole capacità d’introspezione psicologica. I suoi scritti sono
affollati: situazioni, protagonisti di grandi eventi, maestri della
scrittura e della tavolozza… Ed ecco, in “Le radici e le Ali”,
“Taranto. Oltre la notte”, illustrato a Roma nella Biblioteca
del Senato, per tenere viva l’attenzione sui drammi della Bimare e
dell’Aquila”.
Con un intervento di Tiziana Grassi, che invoca un
patto di fratellanza fra le due municipalità.. “E per quanto arduo
sia un parallelo tra i problemi delle due città – dice Palmerini -
l’una martoriata nel suo ‘habitat’ ambientale, l’altra
devastata dal terremoto, resta comune il fatto che la loro rinascita
passa per un forte impegno del sistema Paese congiunto in un sapiente
impegno sociale”. Impegno che lui ha dimostrato nel consiglio
comunale della sua città e poi nella veste di assessore e
vicesindaco..
Palmerini (al centro) in un programma RAI |
C’è un tesoro in “Le radici e le ali” (che comprende anche
scritti di altri autori), fatto di vite vissute, di iniziative
intraprese…di luoghi memorabili. Charleroi, per esempio, dove
nell’agosto del ’14 i tedeschi sconfissero i francesi e dal 27 al
29 settembre 2013 si è svolta l’assemblea del Consiglio regionale
Abruzzesi nel mondo. Palmerini naturalmente era presente. In una
giornata di sole, “di quelle tiepide, come promettono le incipienti
ottobrate romane…Man mano che l’aereo guadagna il nord
s’increspano nuvole candide e cirri, disegnando al suolo arabeschi
d’ombre lungo la costa toscana e sulla campagna frammentata di
colture cangianti nelle tonalità del verde e delle terre di Siena…”.
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