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mercoledì 13 aprile 2016

Hai le ali? Vola sempre più in alto ma non dimenticare mai la tua culla



GIA’ NEL TITOLO E’ BELLO

IL LIBRO DI GOFFREDO PALMERINI

Le radici e le ali” presentato da Francesco Lenoci
all’Aquila mentre si compiono i sette anni
dal disastroso terremoto.


Franco Presicci

E’ già nel titolo, “Le radici e le ali”, la bellezza del recente volume di Goffredo Palmerini: Vola, esplora altri mondi, incontra altra gente, stringi nuove amicizie, corri nel luogo che ti dà lavoro, ma non dimenticare mai la culla. Se cedi a questa tentazione, non hai più un paese. Il vecchio può non riconoscerti più, il nuovo non sarà mai completamente tuo. Tanta gente che per bisogno ha fatto fagotto, costretta a stabilire la dimora in terre lontane, non manda in archivio la via da cui è partita; continua a sospirarla, ripercorrendola con il ricordo. Molti tornano e ritornano, e sono accolti con un abbraccio. E’ come se non si fossero mai allontanati. Goffredo li segue, li ascolta, li racconta. Mario Fratti, uno degli autori di teatro più famosi al mondo, aquilano di nascita, si è stabilito a New York dal ’63, ma per lui ogni occasione è buona per rivedere la sua città, tormentata e offesa. L’ultima volta l’anno scorso per la prima al Teatro Comunale del suo Frigoriferi”, uno dei suoi brillanti lavori, tradotto in “musical” dalla Compagnia Mamo e dall’Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta dal maestro Luciano Di Giandomenico.
Lenoci e Palmerini
E ci andrà ancora a settembre per la presentazione del suo romanzo “Diario proibito-L’Aquila anni Quaranta”. Fratti è come Palmerini: gira il mondo, presenta le sue opere (ne ha scritte circa 90 tradotte in 22 lingue) e scopre nuovi sentieri. Vola in Brasile, Canada, Argentina… e ripiomba a New York. Cronista scrupoloso, attento, indagatore, Palmerini prende nota dei successi dello scrittore, lo incontra, lo intervista e ne scrive pagine belle e sentite.
Goffredo Palmerini e Francesca Alderisi
Laura Benedetti, aquilana anche lei, nel gennaio scorso ha ricevuto a Wasinghton l’ambito riconoscimento: Three Wise Women conferito dall’Organizzazione Nazionale Donne Italo-americane. La motivazione indica i suoi meriti nella critica letteraria, ma anche l’infaticabile impegno da lei speso nella diffusione della cultura italiana. E Goffredo riferisce la notizia in ogni dettaglio, indugiando sugli scritti della Benedetti sulla letteratura medievale e sulla sua attività di curatrice della voce letteratura italiana per l’Encyclopedia Britannica Year in Rewiew, inanellando i tanti seminari incontri, convegni che ha organizzato, come “Dopo la caduta: memoria e futuro”, tenutosi a L’Aquila nel giugno 2010. Nulla sfugge a Goffredo. Informato di tutto, viaggiatore accanito, sempre alla ricerca di storie da narrare. Non esita a prendere un treno o un aereo per raggiungere un luogo, una persona, un talento da descrivere, per farli conoscere agli altri. Nell’agosto di tre anni fa è stato a Cellino San Marco per la Settimana della promozione della Puglia nel mondo: “Ospitalità dalla terra dei Messapi al Salento”. E ha illustrato il patrimonio artistico, paesaggistico, culturale, enogastronomico, storico della nostra regione, accennando alle sue origini magno greche.
Palmerini con Dan Fante
Ha seguito gli ospiti nelle visite al sito archeologico di Muro Tenente, a Mesagne, alle Colonne Romane di Brindisi, al grandioso, festoso Barocco di Lecce, ai trulli di Alberobello; e cita anche le persone che svolgono incarichi meno rilevanti, come il brigadiere Capoccia, che, avendo l’incarico di agevolare i rapporti con e tra i forestieri, si è distinto nel fare gli onori di casa all’ambasciatore d’Albania Neritan Ceka, che – ha confidato - quando dall’altra sponda pensa all’Italia, la prima terra che immagina è la Puglia, molto più conosciuta delle altre dalle sue parti. E ha parlato di Albano Carrisi, definendolo “ambasciatore di Puglia straordinario ed amatissimo”.
Palmerini è un infallibile “trait-union” tra gli italiani che sono rimasti e quelli che hanno cercato il pane altrove; tra i nostri connazionali e i fratelli stranieri. I suoi scritti invogliano alla conoscenza di quanto accade nei nostri confini e oltre; esortano a vedere se stessi nel prossimo, al dialogo, alla solidarietà reciproca. “C’è un antico rapporto d’affezione, quasi d’amore tra New York e l’Italia”, dice. E così titola un capitolo: “A New York e Princeton con nel cuore l’Aquila candidata a capitale europea della cultura nel 2019”.
Il duomo de L'Aquila
E snocciola episodi antichi, con un tono da favola: “Lì, a New Amsterdam , nel 1635 andò anche a risiedere il marinaio veneziano Pietro Cesare Alberti. Il primo italiano. La città andò avanti quasi in tranquillità fin quando il governatore Peter Styvesant nel 1657 fece sapere ai quaccheri inglesi, nel frattempo arrivati, che non erano molto graditi”.
Affascinano, le pagine di Goffredo Palmerini. Leggendole si ha la sensazione di compiere viaggi edificanti da un Paese all’altro; di essere fisicamente di fronte a persone mai viste, di ascoltare le loro voci, le loro esperienze. Palmerini ama la gente, non solo quella abruzzese sparsa per il mondo. Va a cercarla e ne traccia un ritratto palpitante. Con uno stile limpido, scorrevole, delicato. Avvincente. Espone i fatti con lealtà; penetra nei personaggi con notevole capacità d’introspezione psicologica. I suoi scritti sono affollati: situazioni, protagonisti di grandi eventi, maestri della scrittura e della tavolozza… Ed ecco, in “Le radici e le Ali”, “Taranto. Oltre la notte”, illustrato a Roma nella Biblioteca del Senato, per tenere viva l’attenzione sui drammi della Bimare e dell’Aquila”.
Palmerini (al centro) in un programma RAI
Con un intervento di Tiziana Grassi, che invoca un patto di fratellanza fra le due municipalità.. “E per quanto arduo sia un parallelo tra i problemi delle due città – dice Palmerini - l’una martoriata nel suo ‘habitat’ ambientale, l’altra devastata dal terremoto, resta comune il fatto che la loro rinascita passa per un forte impegno del sistema Paese congiunto in un sapiente impegno sociale”. Impegno che lui ha dimostrato nel consiglio comunale della sua città e poi nella veste di assessore e vicesindaco..
C’è un tesoro in “Le radici e le ali” (che comprende anche scritti di altri autori), fatto di vite vissute, di iniziative intraprese…di luoghi memorabili. Charleroi, per esempio, dove nell’agosto del ’14 i tedeschi sconfissero i francesi e dal 27 al 29 settembre 2013 si è svolta l’assemblea del Consiglio regionale Abruzzesi nel mondo. Palmerini naturalmente era presente. In una giornata di sole, “di quelle tiepide, come promettono le incipienti ottobrate romane…Man mano che l’aereo guadagna il nord s’increspano nuvole candide e cirri, disegnando al suolo arabeschi d’ombre lungo la costa toscana e sulla campagna frammentata di colture cangianti nelle tonalità del verde e delle terre di Siena…”.
“Le radici e le ali” ha un ampio corredo di foto: panorami e brani di paesaggi, chiese, monumenti, feste patronali con processioni, palazzi patrizi, vedute dall’alto. In appendice lo splendido discorso che fece a Milano Francesco Lenoci sul libro dello stesso Palmerini “L’Italia dei Sogni”. Seguono “L’Italia dei sogni è un paese possibile”, di Lucilla Sergiacomo; “L’Italia dei sogni, dove la natura fa parte del risveglio”, di Flavia Cristaldi… Il sottotitolo di “Le radici e le ali”: storie, curiosità e annotazioni sulla più bella Italia nel mondo”.

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