Pagine

Print Friendly and PDF

mercoledì 27 aprile 2016

I PRIMORDI DELL'ASSOCIAZIONE PUGLIESI DI MILANO


SORTA IN VIA TORINO NEL ‘21 SI RIVELO’ CON UNA MOSTRA

 

Ventiquattro gli artisti partecipanti con 185 opere. 
 

I tempi di Alfredo Violante e poi quelli dello scrittore Nino Palumbo, del commercialista Giacomo Lezoche e del pittore Filippo Alto.  



Il sodalizio ebbe momenti di sonnolenza ma seppe risvegliarsi.





Franco Presicci
Via Torino

La prima mostra di artisti del Tacco a Milano fu inaugurata il 22 settembre del 1929. Artefice l’Associazione Pugliesi, che allora aveva la sede in via Torino 34, numero di telefono 83974. Il catalogo, firmato da Alberto Violante, allineava foto di alcune opere appese alle pareti: 185 fra disegni, tele, sculture, con paesaggi, figure, giochi di strada…, e forniva brevi notizie del percorso dei 24 partecipanti: di Giuseppe Fiore, nato nella città di San Nicola il 15 giugno del 1885, ricordava che era stato allievo di Michele Galiani, aveva ricevuto la borsa di studio della Provincia di Bari e per 4 anni aveva studiato nel Regio Istituto di Belle Arti napoletano, completando la formazione a Torino nella Regia Accademia Albertina, con la guida del maestro Giacomo Grossi. Aveva preso parte a molte esposizioni, e in una svoltasi a Gallipoli aveva venduto al Governo un quadro destinato alla Galleria d’arte moderna di Roma. Notevole anche l’attività del pittore, scultore e architetto Luigi Schingo, di San Severo, il paese del vino e del poeta Umberto Fraccacreta. Studi a Napoli, mostra nel 1913 a Firenze, altre a Palermo, Milano, Monza, Lecce e a Roma, a Palazzo Salviati.
Mazza e Piastrino di A. Testi
Tra gli acquirenti, la Regina Elena e il ministero della Pubblica Istruzione. Notevoli i suoi monumenti per i Caduti e per Pio XI. Il leccese Realino Sambati, del 1890, nella città natale aveva continuato gli studi iniziati a Napoli con il professor Girosi; e nel 1924 esposto alla Prima Biennale Salentina; l’anno successivo alla mostra d’arte di Galllipoli; nel ’26 nuovamente alla Biennale; nel ’27 alla collettiva del paesaggio pugliese alla Fiera di Milano. L’acquafortista e pittore Vito Leonardo Amodio, di Rutigliano, diplomato alla Regia Accademia di Brera, era presente con “Noria” e “Via vecchia di Conversano”. Alfredo Petrucci, critico d’arte, scrittore (tra l’altro dirigeva “Monografie di arte e storia pugliese” per l’editore Pilone di Foggia) e incisore era ospitato nella Galleria d’arte moderna, nel Gabinetto Nazionale delle Stampe e nel Museo Mussolini in Campidoglio. Donato Gramegna, del 1893, autodidatta, di Bitetto, in provincia di Bari, scultore, ideatore di esemplari che si trovano nel Cimitero Monumentale di Milano e a Varese... “Della commissione ordinatrice – precisava il catalogo – sono stati chiamati a far parte gli avvocati Arbore, Calia Centuori, Ricca, Cioffrese, il commendator Columella, il cavaliere ufficiale De Napoli, il dottor De Santis, lo scultore Gramegna, il pittore Macina, il pubblicista Rasi.
M. Azzella e N. Palumbo
Segretario il dottor De Palma”. L’Associazione li ringraziava “per il contributo entusiastico e operoso”. Violante confidò che la manifestazione era stata realizzata in fretta, per cui non si era avuta la possibilità di annoverare altri nomi di valore. Il successo comunque non mancò, a giudicare dall’affluenza del pubblico e dall’attenzione della stampa non solo nazionale. “Questa esposizione, presentata da Romolo Caggese – parole di Violante - forma una nota che non sarà facilmente dimenticata e richiamerà i pugliesi al dovere di tornare spesso in Puglia in amoroso pellegrinaggio, e ai non pugliesi a recarsi in questa terra non di soli pampini e di ulivi ricca, per constatare che tutt’Italia è fiorente di bellezze materiali per impagabile dono divino”. Nello stesso anno l’Associazione varò un’altra iniziativa che non passò inosservata: il concerto vocale e strumentale dei musicisti pugliesi, che ebbe luogo con la guida del maestro Pasquale Di Cagno nel Regio Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
Bruno Marzo
L’Associazione Pugliesi del capoluogo lombardo era stata battezzata nel 1921. Stentati i primi passi, ma nel ’29 – informa il “Cenacolo professionale Solferino”, di cui era anima e corpo il commercialista tranese Giacomo Lezoche – Leonardo Dragonetti e Alfredo Violante suonarono la sveglia, assumendo, l’uno incarichi amministrativi e l’altro culturali e organizzativi. Nel 1930 venne eletto presidente l’avvocato Marco Cioffrese, che incoraggiò l’attività di Dragonetti e Violante che con Arnaldo De Palma, di San Severo (data di nascita febbraio del 1904), fondò “Terra di Puglia”, rivista che ebbe come collaboratori il poeta Umberto Fraccacreta, al quale poi nella nostra regione sarà intestato un Premio, assegnato nel ‘57 a Vittore Fiore con “Sono nato sui mari del tonno” (“dove lo Jonio mostra la sua dolcezza e all’inverno il suo terribile moto…”).
Filippo Alto
Alla cerimonia di consegna, il 16 giugno, al Teatro Comunale di San Severo, c’era anche il padre del poeta, Tommaso, di cui ricordiamo “Un popolo di formiche”, vincitore del Premio Viareggio nel 1952; “Il cafone all’inferno”; “Incendio al municipio”; “I corvi scherzano a Varsavia”… Nel ’30 – si leggeva in “Terra di Puglia” - Milano contava già 45mila pugliesi e numerosissimi “Trani”, i locali per la vendita di vino aperti da immigrati dell’omonima città pugliese. Oggi il termine è sconosciuto soprattutto ai giovani, se non hanno letto “Il Trani di via Lambro” (edito nel ‘91 da Mursia) di Vincenzo Pappalettera, che nel ’66 si aggiudicò il Premio Bancarella con “Tu passerai per il camino”. Il dottor Giacomo Lezoche, commercialista con studio in corso Venezia 8, a Milano era la memoria storica dell’associazionismo pugliese nella città del Porta e un appassionato sostenitore della ricostituzione di un sodalizio in cui i suoi corregionali si potessero ritrovare. Realizzò il proposito nel ’76, formalizzando l’atto di costituzione alla presenza del giornalista della Rai Mario Azzella, del pittore Filippo Alto e di altri. Presidente lo scrittore Nino Palumbo, che nato a Trani da un artigiano, si era trasferito nel ’39 a Milano, vi si era laureato, aveva stabilito contatti con Elio Vittorini e altri nomi illustri, aveva scritto “Pane verde”, “Il serpente malioso”… (morì nell’83 a Genova dopo un intervento chirurgico). Tra i soci,
Giacomo Lezoche a Trani
il giornalista della Rai Antonio Velluto, di Troia. Conversare con Lezoche era edificante per chi amava approfondire le storie dei pugliesi a Milano. Una telefonata e partiva l’invito nella sua splendida casa delle vacanze, a Trani, il cui terrazzo si affaccia sul porto. E dopo un pranzo a base di pesce nel ristorante sottostante spalancava il proprio archivio pieno di carte, libri, documenti, lettere, fotografie, copie di “Terra di Puglia” e dell’altra rivista, “Ipotesi”, una delle quali dedicata a Nino Palumbo, con un testo di Carlo Bo e un intervento critico di Geno Pampaloni. E spiegava, illustrava, indicava nomi importanti, ne descriveva l’attività.Era una fonte inesauribile. Parlava anche della mostra del 1929, della quale conservava testimonianze; della corrispondenza con Palumbo; della sua amicizia con il baritono della Scala Giuseppe Zecchillo, e con il pittore Filippo Alto, barese con studio meneghino, allora, in via Calamatta 17, mèta di critici, pittori, scultori, giornalisti, scrittori... Giacomo Lezoche se ne andò qualche anno fa. E non fu la sola perdita. Non ci sono più Filippo, l’ingegnere Martino Colafemmina, di Acquaviva delle Fonti; Chechele, di Apricena; Mario Azzella, giornalista e documentarista; Bruno Marzo, leccese, collezionista di giornali salentini dell’800, che pilotò l’Associazione nella sede di piazza del Duomo. Memorabili le iniziative concretizzate, con sapienza e senza esibizionismi, da lui e da Filippo Alto, responsabile dei programmi culturali.

Nessun commento:

Posta un commento