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mercoledì 14 settembre 2016

La storia del libraio-editore di viale Tunisia, a Milano



NICOLA PARTIPILO, BARESE AUTENTICO


DA BARISTA A RE DELLA MILANO DI CARTA

                                  

 

Ha pubblicato volumi prestigiosi, da “I Cortili” a “Le Cascine” ai “Castelli”, a “I Navigli”, con immagini di grandi fotografi (Fulvio Roiter, Mario De Biasi…) e testi di autori famosi, come
Ferruccio De Bortoli, Guido Vergani e Carlo Castellaneta.

 






Franco Presicci


Pochi “terroni” (absit iniuria verbis) possono vantarsi di conoscere ogni angolo di Milano, dai confini con Rozzano o Segrate a Cassina de’ Pecchi; da via  Novara a via Gattamelata... Nicola Partipilo può farlo.
Ma indurlo a parlare è  impresa ardua. 

Gianni Brera con la pipa
Ogni tanto dice di essere uno di quelli che vanno  subito al nocciolo, ma il resto delle parole affoga nei 
silenzi.Tuttavia, tenta e ritenta, sono riuscito a  stimolargli la favella. E ha cominciato con una filippica contro la crisi e il costo degli affitti, triplicato, che ha costretto più d’una libreria a spegnere definitivamente le luci. Dopo lo sfogo, legittimo, ha preso il discorso su Milano, soffermandosi sui libri che ha pubblicato: sui Navigli, sui ponti, sul Liberty, sulle piazze, sui monumenti, sulle chiese, sui personaggi che hanno fatto la storia della città e della Lombardia. E, facendo un’eccezione, incalzato, ha anche parlato di sé.
Naviglio grande

L’idea di accoppiare l’attività di editore a quella di libraio spuntò anni fa, quando già aveva dato alle stampe per un amico “L’alimentazione in 100 libri più uno”. Ci prese gusto, e andò avanti, con “Sapessi com’è strano conoscere Milano”, introduzione di Enzo Jannacci. Continuò con “Una Milano mai vista” di Leonida Villani, ex capoufficio stampa del Comune di Milano, proveniente da “La Gazzetta di Parma” di Baldassarre Molossi, giornalista rigoroso e gentiluomo.
Il libro, come i precedenti, era in bella veste tipografica ed era interessante, tanto che qualcuno gli suggerì di dedicargli una serata, protagonista Piero Mazzarella,
Mazzarella-Presicci
attore di prima classe che recitava al teatro Gerolamo commedie in dialetto meneghino. L’idea gli piacque, e per la cerimonia scelse un ristorante dalle parti del Corvetto, dove affluirono centinaia d’invitati, compresi giornalisti e autorità. Tra i relatori Luciano Visintin, de “Il Corriere della Sera” (ex direttore de “Il Corriere dei Piccoli”), autore di migliaia di pagine milanesi, comprese quelle sul Duomo. In cambio, Mazzarella, dotato di una generosità più unica che rara, chiese un orologio di bassissimo costo (una trentina di migliaia di lire) da aggiungere alla sua collezione. 
E quasi si irritò quando se ne vide consegnare uno molto più costoso. Basso, in carne, quasi calvo, intelligente, concreto, riservato, volitivo, occhiali sulla punta del naso, oggi sessantasettenne, Partipilo è agile come un primate. Sale e scende le scale in metallo della sua libreria per prendere Omero, Freud o Eco da uno scaffale in alto; è sempre di corsa anche quando va con un cliente a prendere un caffè al bar di fronte, eppure la sera, al momento della chiusura, non è mai stanco. 

 2°a sx Partipilo-a dx Gianni Brera
Anzi si sente pronto a rimettersi in moto, spinto da una grande passione per quello che fa.

E’ nato a Bari, dove, quando può, torna, perchè, dice, neppure gli uccelli dimenticano il nido. E alla sua culla va spesso il suo pensiero.“Ero un moccioso il giorno in cui fui preso come fattorino da Spinelli, commerciante di bibite e alcolici. Portavo il vino con il triciclo fino al portone delle case e poi, a piedi, al quinto o al sesto piano.
Con un compenso di duemila lire la settimana, mance a parte. In ditta andavo in bici, e durante il tragitto, pedalando, mangiavo un filone di pane senza companatico. Con 200 lire compravo una cassetta di mele e le facevo fuori in un baleno”. 

Renzo Cortina
Ma la sua mèta era la metropoli lombarda. Se la sognava di notte. Per niente al mondo ci avrebbe rinunciato.Così una mattina andò alla stazione, prese il treno e si lasciò alle spalle il quartiere Carbonara. Nella terra del Porta trovò impiego in un “trani”, come all’epoca venivano chiamate le osterie aperte dagli immigrati dell’omonima città pugliese (sull’argomento Pappalettera ha scritto un libro, in cui descrive le atmosfere, i frequentatori, gli arredi, gli affari, gli incontri…). “Era noto per gli ottimi vini. Facevo il barista.
 Mi alzavo alle 5 e alle 6 ero già dietro il bancone. Smettevo alle 21. Il primo giorno il padrone mi servì una tazza di latte e una michetta. Io avevo un gran fame e il giorno successivo di latte riempii una pentola, immergendovi una ventina di rosette, che per me e per gli altri come me erano fatte d’aria”. 

Galleria V.Emanuele II
Faticava come un negro, riposo solo il pomeriggio di Natale. Quando i titolari lo portarono in Duomo e sui navigli rimase affascinato. 

Tuttavia, chiesto consiglio a San Nicola, protettore della sua città, vi rientrò. San Nicola però non lo consigliò bene, o almeno fu questo il sospetto che assalì improvvisamente Nicola, sedotto dal canto di una sirena: “Che cosa hai fatto? Non è stato San Nicola a spingerti sulla via del ritorno. 
La tua domanda deve essere stata intercettata; oppure non hai capito bene la risposta. Riprendilo, quel treno…”. Obbedì e rieccolo a Milano. In viale Tunisia, fattorino della libreria di viale Tunisia (dove diventerà proprietario nel ’66). 

“Andavo a ritirare i libri dalle case editrici e sia all’andata che al ritorno mi fermavo davanti ai palazzi patrizi; ammiravo il Liberty di corso Venezia, i bastioni…; entravo in un cortile settecentesco e vi scoprivo giardini con archi, fontane zampillanti, sculture, pergolati, siepi, aiuole… “Meditavo su tanta bellezza, quando Alberto Lorenzi mi chiese di pubblicargli ‘I segreti del varietà’. Scelsi l’immagine per la copertina, Totò che esce da una cassapanca, e gli dissi di sì”, coinvolgendo me per la prefazione. 

N.Partipilo-E.Biagi
Io però ero del parere di fare un’intervista a Wanda Osiris e di collocarla nelle prime pagine, e lui:“Benissimo, proviamo”.

Una settimana dopo eravamo nella elegantissima casa della Wandissima, in via Sant’Andrea, in pieno centro. L’attrice mi parlò dei suoi trionfi, anche al teatro Orfeo di Taranto; dell’ammirazione che Mussolini nutriva per lei; dei gerarchi che l’applaudivano dalla prima fila; della colazione che negli ultimi tempi faceva da Cova con le amiche…mentre Nicola dal balcone contemplava il giardino e, rapito, tardava a bere il caffè che il maggiordomo in livrea aveva messo sul tavolino. 

Cortile sul Naviglio
Il libro uscì, e venne recensito da tutti i giornali e dalle televisioni. Nacque così la Celip (Casa editrice libreria internazionale Partipilo). 

Ogni anno un volume prestigioso: “Milano liberty”, foto di Fulvio Roiter e testo di Guido Lopez; “I cortili”, testo di Lopez  illustrato da Mario De Biasi; “Le cascine”, foto di Piero Orlandi e testo del sottoscritto; “I castelli” di Andrea Bosco; “Le stagioni di Milano” di Carlo Castellaneta; “Le chiese”, di Giancarlo Botti…; e poi libri più corposi, spettacolari: “Natività e presepi”, “I venticinque secoli di Milano”, “Il volto perduto della città”, “I Navigli”, con inmagini meravigliose, spesso inedite, mappe, disegni, documenti, capitoli di Guido Vergani, Gaetano Afeltra, Giuseppe Pontiggia, Empio Malara, Franco Presicci…  

Aldo e Renzo Cortina
Opere, curate da Roberta Cordani, presentate da Ferruccio De Bortoli, direttore del “Corriere della Sera”, da docenti universitari, architetti, storici dell’arte, sovrintendenti di museo…nel salone della storica, esclusiva Società del Giardino; alla Basilica di Sant’Ambrogio, a Palazzo Clerici, allo Spazio Prospettive d’arte di un altro egregio pugliese; Mimmo Dabbrescia…

La libreria di viale Tunisia era diventata famosa grazie al libro con fezionato in casa “Milano testi”: elenco di tutti i titoli scolastici in vendita in città”. Uomo ricco di idee, stimatissimo, Nicola accolse con tutti gli onori Gianni Brera, Enzo Biagi e altre personalità della cultura e del giornalismo… Era amico dei tre fratelli Cortina, tutti librai. Renzo, che era anche gallerista (da lui esposero Dino Buzzati, Vittorio Alfieri, Filippo Alto…), nel ’75 scrisse “Horca myseria – ovvero origini, splendore e decadenza del sogno di un libraio di piazza Cavour”; Aldo, pittore allievo di De Pisis; Mario. “Mi hanno insegnato tante cose”, ricorda Nicola Partipilo. Anche lui oggi avrebbe lezioni da dare: su Milano e sulla Lombardia.






2 commenti:

  1. Caro Nicola Partipilo, ricordo lui e il fratello Domenico quando, tra il 1968 e il 1970 nel mese di settembre, lo aiutavo (commesso avventenzio e temporaneo) a fronteggiare l'assalto di studenti e genitori alla conquista del testo scolastico. Mi fa piacere leggere di lui e del suo meritatissimo successo

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  2. Caro Nicola Partipilo, ricordo lui e il fratello Domenico quando, tra il 1968 e il 1970 nel mese di settembre, lo aiutavo (commesso avventenzio e temporaneo) a fronteggiare l'assalto di studenti e genitori alla conquista del testo scolastico. Mi fa piacere leggere di lui e del suo meritatissimo successo

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