LE DONNE CON LO SCETTRO NEL REGNO DELLA CUCINA
Mamma Lina, anima del milanese Giamaica, mèta di artisti, letterati, allievi dell’Accademia di Brera.
Eccelse imprenditrici, fra tante altre, Chiaretta Francesconi, del “Caffè Florian” di Venezia, e Monica Brioschi, del ristorante “Boeucc” di Milano, in piazza Belgioioso.
Franco Presicci
Qualche anno fa ho conosciuto una donna che aveva dato vita a Milano a due pescherie, a un caffè in centro, a due ristoranti, ricavandone uno da una vecchia cascina … Una donna energica, acuta, dinamica.
Bassa, elegante, carina, età indefinibile. Imprenditrice di talento. Dava disposizioni ai dipendenti con sguardi severi. Era di Trani, la bella città pugliese ricca di chiese. Sembrava nata con un timone in mano. Uno dei suoi locali spandeva profumi nei pressi di corso Buenos Ayres ed era molto ben frequentato. Al tavolo vicino al tuo potevano venirsi a sedere il grande chirurgo o la “star” di Hollywood, i giornalisti nottambuli e gli attori che recitavano al Nuovo, all’Odeon… Lucrezia Di Venosa – è di lei che parlo – regina dell’accoglienza, aveva la plancia di comando di fianco alla cassa. Ci andai spesso con il collega del “Corriere della Sera” Alberto Berticelli e con l’ispettore-capo Alberto De Simone, dirigente della sezione artificieri della questura, un leccese serio, ligio al dovere, infaticabile, che più volte rischiò di saltare su una bomba mentre la disinnescava. Ci andai anche con Vito Plantone, amico di Santino, il cognato di Lucrezia, che aveva un ristorante in via Fatebenefratelli, proprio di fronte alla polizia.
Lucrezia è un esempio. Sono una flotta le donne che hanno gestito o gestiscono templi della ristorazione, caffè, rosticcerie, alberghi, antiche trattorie prestigiose. Il bellissimo libro “Locali storici d’Italia” 2016, edito dall’omonima Associazione culturale, di cui è segretario generale Claudio Guagnini, dedica loro pagine interessanti. Nella sua quarantesima edizione le definisce coraggiose, sognatrici a volte, determinate, ma anche passionali nel governo dell’attività; “e con quel gusto, quell’impronta, stile e anche dolcezza e fermezza e senso di continuità che solo una donna può avere e dare…”. Con capacità indiscutibili, dunque, e l’orgoglio in molti casi di aver costruito il vascello.
Delia Scala |
Piazza Duomo |
Ecco quindi Maria Teresa Verda, del Caffè Balzola di Alassio, realizzatrice del successo dei famosi Baci battezzati con il nome della città (oggi il gioiello è nella mani della nipote Teresa Balzola affiancata dal fratello Carlo Maria). Ed ecco Carla e Maria Teresa Piccardo che da 40 anni reggono il Caffè Pasticceria di Imperia, in cui hanno fatto sopravvivere gli arredi in stile umbertino e le altre preziosità volute nel 1905 dalla loro prozia Teresa e dal nonno Giacomo. E che dire di Giulia Michi, cuoca esperta e fantasiosa, moglie di Alberto Pepori, del celebre ristorante Bagutta di Milano, aperto nel 1924? Più d’una qui le signore della cucina: Bianca Cioni, moglie di Natale, uno dei fratelli Pepori; Mariangela Ghislandi, Caterina Bonfiglio, che prosegue la tradizione. E’ in questi saloni che si svolge il Premio Bagutta, concepito l’11 novenbre del 1926, notte di San Martino, da Riccardo Bacchelli, Orio Vergani, Mario Vellani Marchi, Paolo Monelli e altri. Premio ambitissimo (fu dato, nel ’27 a Giovanni Battista Angioletti; nel ’29 a Vincenzo Cardarelli e in tempi più recenti a Mario Soldati, che per l’occasione intervistai nel suo studio milanese; a Giorgio Bocca, che mi ricevette per un’intervista nella sua abitazione, nella stessa via Bagutta).
Una domenica dell’80 sorpresi all’uscita il presidente della Repubblica Sandro Pertini e gli rivolsi una decina di domande per “Il Giorno”.
Una domenica dell’80 sorpresi all’uscita il presidente della Repubblica Sandro Pertini e gli rivolsi una decina di domande per “Il Giorno”.
Monica Brioschi dovette sostituire il papà Paolo, gran signore della ristorazione, nella guida del Boeucc di Milano mentre sosteneva gli esami per diventare notaio. Spiccate doti di intelligenza e cortesia, ha inventato e affiancato il Bistrot del locale, nato nel 1696. Lina Mainini, stella del Bar Jamaica, nella milanese Brera, meta di musicisti, pittori, scrittori, fotografi. Mecenate, generosa con gli avventori squattrinati e renitente al pagamento con i quadri per non sfruttare le momentanee difficoltà dell’artista, era amata da tutti. Flava Jozzi, amministratrice del Caffè Greco di Roma e anima delle iniziative culturali che vi si svolgono per non interrompere l’opera di Antonietta Gubinelli Grimaldi, la cui famiglia fu proprietaria del “tempio” dal 1872 al 2000. Nel 1919 il celebre caffè vide nascere il circolo dei caffegrecisti, che ogni martedì si riunivano intorno a Giuseppe Prezzolini. E ancora la combattiva e simpatica Daniela Serafini, quarta generazione della dinastia che regge il Caffè della Pace capitolino dal 1891.
Antonietta Cacace, che assieme al marito Vincenzo Acampora nel 1912 ideò l’Hotel Minerva di Sorrento, oggi diretto con entusiasmo e competenza dalla nipote Antonietta. Signora dei sapori anche Donna Livia Russo, che, sempre a Sorrento, si è distinta, con il coniuge Luca Fiorentino, nel rilancio del lussuoso Hotel Excelsior Vittoria.
Galleria Vittorio Emanuele |
Le donne sono una forza. Hanno doti di comando, di fantasia e di concretezza. Margherita Fontana nel ’56 con il marito Andrea Merlino acquisì l’Hotel Moderno di Pavia e lo ha gestito personalmente, occupandosi anche del restauro del bellissimo palazzo liberty, lasciando poi il testimone al figlio Giovanni. La dinamica, intelligente Gabriella Oliosi, con il marito Gabriele Bertaiola, è stata alla base della fama e del fascino dell’Antica Locanda Mincio di Valeggio, in provincia di Verona, dove dominano le storiche ricette mantovane del fondatore, Angelo, trasmesse dalla madre di lui, Lisetta.
Sono, queste, soltanto alcune delle signore dei locali storici italiani. Straordinaria imprenditrice Chiaretta Francesconi, tra Sette e Ottocento fulcro del Caffè Florian di Venezia (data di nascita 1720), molto stimata dallo scultore Canova. Nelle sue celebri sale Casanova lanciava i suoi messaggi alle dame e Goldoni si ispirò per la “Bottega del Caffè”.
Raffinatezza, gusto, gentilezza le virtù di Ezia Calatti, nipote di Napoleone, padre dell’Antica Trattoria della Pesa di Milano, dove nel 1933 lavorò Ho Chi Minh. Ezia condusse, con passione e notevole competenza, la trattoria, una delle ultime, gloriose di Milano, frequentata da Arrigo Boito, Mondadori, Montanelli, Rizzoli, Pirelli, Falck, Pasolini… Eccellente anche Marisa Manaigo, dell’Hotel de la Poste di Cortina, approdo di Hemingway… Grandi donne e locali antichi, prestigiosi, ricchi di storia. Come il Gran Caffè Gambrinus di Napoli, che, inaugurato nel 1860, conserva tra l’altro i dipinti dei massimi pittori dell’Ottocento napoletano. Qui Edoardo Scarfoglio e la moglie Matilde Serao nel 1885 presentarono il quotidiano “Il Corriere del Roma” (collaboratori la Contessa Lara, Antonio Fogazzaro, Salvatore Di Giacomo, Giuseppe Giacosa…) e si sedevano Croce, Sarte e altri personaggi illustri, tra cui l’autore de “Il vecchio e il mare”.
Ristorante Biffi |
Nel Grand Hotel et de Milan, in via Manzoni a Milano il tenore Enrico Caruso creò il primo disco, incidendo “Una furtiva lacrima”. Il Biffi, nel centro della Galleria, sempre a Milano, dal 1867 ebbe tra i suoi clienti Arturo Toscanini, Giuseppe Garibaldi e ancora oggi ospita celebri personalità. Al Caffè Ristorante Al Cambio di Torino, aperto nel 1757, si vedevano spesso Rattazzi, Lamarmora, Cavour…
A Milano, nelle vicinanze del Duomo alla fine del ‘700 accesero le loro luci i primi Caffè, dalla clientela numerosa e varia. Nella piazza, sotto il Coperto dei Figini, Carlo Mazza inaugurò un locale prestigiosissimo e di lunga vita, sacrificato nel 1862 al progetto della costruzione della Galleria Vittorio Emanuele. Caffè sorsero anche nella Contrada dei Cappellari. Notissimi il Caffè Commercio; e a Porta Venezia, all’epoca Porta Orientale, il Caffè Belvedere, oltre al Caffè dei Servi, che spiccava per la sua eleganza.
La lista è folta, e comprende, fra gli altri, il Savini, inaugurato nel 1867. In tempi più recenti, il Santa Lucia, che nel 1929 lanciò la pizza nella città dei navigli e servì D’Annunzio e Mascagni, oltre a grandi attori, come Totò, Tofano, Stoppa, De Filippo, la Osiris, Sinatra…E’ uno dei tanti sacrari dell’arte culinaria.
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