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mercoledì 6 dicembre 2017

Da bambina la chiamavano la ballerina


 

ANNAMARIA CAPODIFERRO


UNA VITA PER LA DANZA





Ore e ore trascorse in treno o


in pullman per raggiungere i


luoghi in cui insegnavano bravi
 

maestri. Ogni lezione era per


lei un’occasione di crescita. La


sua scuola a Crispiano è seguita.


Ha danzato con grandi talenti




Franco Presicci
Annamaria con Carla Fracci
Da bambina era per tutti ”la ballerina”. L’osservavano mentre accennava passi di danza e immaginavano la sua vocazione. Confermata quando Annamaria Capodiferro in terza elementare ebbe dall’insegnante l’incarico di creare una coreografia, e il risultato entusiasmò al punto che dalla scuola convocarono i genitori per renderli partecipi della scoperta. Contenti tutti, soprattutto il padre, assiduo frequentatore di balere, dove era apprezzato per i suoi virtuosismi, che gli valsero anche un premio. “Ma nella mia famiglia non si parlava di danza classica, per cui io non avevo esempi da imitare.
Annamaria balla il tango
Tutto nacque in me: la gioia di muovermi sulle punte dei piedi, di piroettare, d’inventare figure con il suono della musica. Poi quella gioia divenne più forte: non potevo non fare ‘developé’, spaccate, cabriole... Erano tutto per me la danza classica, quelle moderna e contemporanea”. Si è avvicinata anche al valzer, al tango; e se n’è invaghita, pur rimanendo legata all’arte che ha nell’albo d’oro libellule come Carla Fracci, Maya Plisetskaia, Sylvie Guillem, famosa in tutto il mondo (danzò con Nurejev, lasciandolo incantato, ed ebbe una luminosa carriera al Balletto dell’Opera di Parigi) ... Ha appreso tutto quello che c’era da apprendere anche del tango, che approdò in Europa nel 1890 ed ebbe il suo periodo più felice nel mondo nel 1920. Sulle prime suscitò polemiche, commenti superficiali, pregiudizi, e qualcuno lo definì una “tarantola tropicale”, ignorando che nel tango si sposano musica e poesia; che il tango è eleganza, fantasia, passionalità, abilità, modo di espressione anche fisica, linguaggio. E’ sinuoso, sensuale… Nel tango i “partners” diventano farfalle, volano, dominano la pista, provano e seminano emozioni. Annamaria, che ammira i più grandi seguaci della musa Tersicore, ha studiato il tango con Stefania Di Cosmo a Taranto, dove entrambe hanno allestito uno spettacolo sulle musiche di Astor Piazzolla, che, nato nel ’21 a Mar de la Plata da un barbiere suonatore di fisarmonica per svago, divenne un astro del pianoforte e del jazz a New York. Aveva soltanto tredici anni, quando intascò i primi spiccioli interpretando il ruolo di strillone in una pellicola in cui recitava come protagonista l’argentino Carlos Gardel, oltre che attore, compositore e figura di notevole rilievo nell’ambito del tango, e non solo.
Annamaria con Giovanni Di Lonardo
Rientrato nella città natale, venne arruolato in un gruppo che suonava il tango; vinse una borsa di studio, trasmigrò a Parigi, dove trovò chi lo convinse a smettere l’attività di compositore classico per abbracciare quel “sentimento triste che si balla”, come Borges definì appunto il tango. Compose circa 800 musiche di ogni genere, avviò il “Tango nuevo”; nel ’72 comparve in “Teatro 10”, trasmissione televisiva con Mina. ”Uno dei più valorosi musicisti”, chiosa Annamaria, che ha tra l’altro esplorato anche la storia di musiche e ballo nato in Argentina e in Uruguay, e vanta nomi eccellenti: da Antonio Todaro a Pepito Avellaneda, a Miguel Valmaceda… (molti gli italiani).

Annamaria Capodiferro a sinistra
Annamaria, che oggi ha 49 anni, li conosce molto bene, conosce gli stili, le doti, le opere… Nativa di Laterza, la città nei pressi della bimare, nota per il suo pane e per i numerosi reperti archeologici estratti da sotto la sua pelle, divorando libri e facendo tanta pratica, Annamaria è entrata nel mondo della danza classica e moderna a Taranto, quindi è passata a Lecce, dove ha ballato al Politeama Greco. Dopo Lecce, altri studi di danza a Firenze, e poi diploma di insegnante di scuola elementare a Matera, capitale europea della cultura 2019, la terra dei sassi riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. Instancabile, tenace, ha continuato ad impegnarsi alla Fondazione Piccinni di Bari; ha seguito laboratori con personaggi importanti, da Marco Pierin, negli anni ’80-90 etoile della Scala di Milano, a Ekaterina Maximova, allora prima ballerina del Teatro Kirov, in Russia, a Stefania Di Cosmo, prima ballerina dell’Opera di Roma. Ha diretto spettacoli di tango con musiche di Piazzolla; ha ballato con Brian & Garrison; ha studiato con Andrè de la Roche, coreografo, ballerino dalla bravura inarrivabile e maestro straordinario.
Annamaria Capodiferro con Di Lonardo
Annamaria alla sbarra












A Taranto ha eseguito anche un passo a due di tango con Giovanni Di Lonardo al Teatro Tatà aperto nel rione Tamburi e realizzato tantissime altre iniziative, che hanno riportato notevoli successi. “Sono nata con la predisposizione per la danza classica e contemporanea. Anche se il tango mi prende particolarmente, perché in questo ballo c’è tutto, soprattutto la vita. Il tango è un contenitore di emozioni”. E sul tango lei fa ancora ricerche. E ascolta questi musicisti, i parolieri come Càtulo Castillo, che a 18 anni ricevette un premio importante con il suo tango “Organito de la tarde”.

Arabesque di Annamaria

Per ogni domanda Annamaria ha una risposta. La “Cumparsita”? “Fu creata nel 1916 a Montevideo come marcetta goliardica per il carnevale di quell’anno dal musicista uruguayano Gerardo Malos Rodriguez, arrangiata come tango dal pianista Roberto Firpo”, che la eseguì la stessa sera al Caffè “La Giralda”, dove si esibiva. Originario di Buenos Ayres, papà bottegaio, Firpo aveva debuttato al Cafè La Marina a La Boca. Chi può dire di non essersi mai cimentato con la “Cumparsita” nelle feste pubbliche o private, ieri come oggi? Quando l’orchestra l’attacca i ballerini esultano, s’intrecciano, mostrando il meglio di sé. Annamaria Capodiferro ha una scuola a Crispiano, dove insegna danza classica, moderna e contemporanea, “che è la mia base”. Ma non trascura il tango e neppure il valzer (le cui origini dondolano fra opinioni contrastanti), considerato prodotto culturale che a suo tempo venne, come il tango, vietato dalle autorità ecclesiastiche e dello Stato (ma erano visti di buon occhio da Lutero). Tango e valzer, ma anche mazurca e samba, erano quelli preferiti dal padre di Annamaria, a cui piace assai vedere gente che volteggia in queste danze e in quelle caraibiche.




Sala studio
Annamaria Capodiferro
In ogni parte d’Italia il ballo va alla grande, nelle balere, nelle scuole, nelle serate in famiglia. “La danza è un percorso che aiuta a vivere, dà forza”, per Annamaria. E Lutero: “I balli sono stati inventati per consentire ai giovani d’imparare come comportarsi gli uni con gli altri”. Grazie alla sua bimba, avuta a quarant’anni, la vita di Annamaria ha subito un cambiamento, ispirato da “Viaggio di donna”, spettacolo di teatro-danza scaturito da una sua idea accesa alla lettura del libro di Pincola Estes. “La danza delle grandi madri”; e con essa la volontà di raccontarsi come donna di oggi. In questo viaggio c’è appunto la sintesi della sua biografia. E’ piacevole conversare con Annamaria Capodiferro. Si confida, si confessa. E’ sincera, spontanea, pacata, serena. Non ricorre mai a frasi ad effetto, non usa enfasi. Si apre con spontaneità, come se si annotasse in un diario. Per essere una danzatrice di successo basta il talento? “Assolutamente no: occorrono ore, ore e ancora ore di lavoro e di studio, determinazione, carattere, forza”. Che cosa è altro la danza? “La danza è cultura”. E’ vero che a cinque anni lei ascoltava la musica da sola e muoveva passi e assumeva posizioni che con il tempo ha riscontrato essere quelli tipici della danza? Me lo hanno riferito persone che conosco a Crispiano. “E’ vero, ma non avevo cinque anni, bensì quattro”. C’è qualche talento di Crispiano che dovrebbe essere ricordato? “Sì, Pierpaolo D’Amico, che si è trasferito a Milano, dove ha studiato alla Scala e adesso danza con la Compagnia di Budapest. Era un mio allievo”. Quindi lei ha avuto un ruolo importante nella formazione del giovane. Silenzio.
Annamaria non è solita vantarsi. Aggiunge di essere contenta del seguito che ha la sua scuola a Crispiano. Pur appassionata di balli popolari, rimane una deliziosa, garbata, virtuosa ballerina classica, che ha mietuto tanti applausi. “Ricordo che per studiare dovevo spostarmi continuamente da Laterza, per raggiungere i luoghi in cui insegnavano ottimi maestri. Mi rivedo magra con i capelli raccolti, con il borsone pieno di body, scarpette, scaldamuscoli. Non mi annoiavano le giornate passate in treno o in pullman, consapevole com’ero che ogni appuntamento per una lezione era occasione di crescita e una nuova opportunità”. La danza l’ha resa la donna che è. “Ho vissuto intensamente il mio percorso artistico”. Il cammino continua. La conversazione si è conclusa, mentre sul telefonino mi arrivava l’invito ad un ballo per gli auguri di Natale. Non ci andrò; ma quando anni or sono ci sono andato ho ammirato giovani, anziani, addirittura vegliardi volteggiare allacciati in giri di valzer, tango… dopo aver gustato piatti prelibati e sorseggiato un bicchiere di rosato di Puglia o di Coca Cola, la bibita che circola in Italia dal 1927. Il ballo affascina, coinvolge, trascina, emoziona anche chi sta solo a guardare.















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