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mercoledì 17 gennaio 2018

La lunga storia del profumo


A FARCI PERDERE LA TESTA PER LEI
NON SAREBBE IL CUORE MA IL NASO


 
Gianfranco Radice, grande esperto
di fragranze, racconta le “maison”,
 
le creazioni (dal “n. 5” di Coco Chanel
all’ "eau de toilette” “First”), gli artisti
 
che disegnano le etichette, i manifesti,
tra cui Renè Magritte…




    

                                        Le foto appartengono alla collezione di Gianfranco Radice.                                              Chi volesse approfondire può consultare il sito www.ilprofumoneltempo.it


Franco Presicci



A.Erba Milano, cartello da vetrina
I profumi hanno attraversato i secoli inondando il mondo. Milioni di tipi e di esemplari. Ogni “maison” ha prodotto i suoi: gradevoli, forti, inebrianti, blandi, penetranti, dolci, secondo i gusti. Una storia lunghissima, ricca di personaggi, creazioni, dai greci ai romani; poesie, come quella in cui Catullo, invitando a cena Fabullo, gli promette l’aroma che Veneri e Amorini hanno donato alla sua ragazza del cuore; e che, quando lo avrà annusato, chiederà agli dei di farlo tutto naso.
Valli, Milano, dentifricio Kaliklor.
Era enorme l’uso degli effluvi che a partire dall’inizio del dominio dei quiriti sul Mediterraneo si faceva a Roma, con una spesa insopportabile, da costringere l’imperatore Tiberio a lagnarsi nel consesso dei “seniores”. Oltre ai guasti, le guerre introducono abitudini, usi, costumi…. Così accadde nella città le cui origini si disperdono nella leggenda.
Da principio il profumo fu adottato nelle cerimonie religiose; e si credeva che il merito fosse degli dei, che avevano deciso di donare agli uomini unguenti odorosi che la fecero da padrone assieme alle stoffe pregiate e ai preziosi. Spalmati sul corpo servivano anche a proteggere dal sole. Era, come oggi, importante per la donna farsi bella, dandosi un tocco di trucco. Nel suo libro “Una giornata nell’antica Roma” Alberto Angela sorprende una schiava intenta ad allungare con un bastoncino di carbone le sopracciglia della matrona. “C’è quasi la stessa tensione di un’operazione chirurgica”. Naturalmente le essenze che producevano allora gli “unguentari” non ottenevano gli stessi effetti di quelli odierni, non disponendo degli elementi scoperti in seguito: loro arricchivano una base oleosa con aromi vegetali, tra cui il mirto, l’incenso, la mirra…
E per sapere com’erano fatti, bisogna consultare Teofrasto di Ereso, scienziato e filosofo, discepolo e poi successore di Aristotele; e la “Naturalis historia” di Plinio il Vecchio, che racconta gli unguenti (tali erano, perché l’alcol fu portato in Europa dagli arabi nel XII secolo e quindi le esalazioni odorose erano il frutto della macerazione di sostanze). Una volta realizzati, gli unguenti venivano tenuti in anfore e successivamente trasferiti in contenitori più eleganti. La profumeria moderna ha preso avvio alla fine del XIX secolo; e grazie alla chimica organica sono nate le sue prime fragranze: Fougère Royal e Jichy.
Schiaparelli, Parigi profumo Snuf.
Nina Ricci, Coeur Joie
Nel ‘21 Coco Chanel, mito dell’eleganza dallo stile rivoluzionario, costumista, divulgò il suo famosissimo “n. 5” (l’anno successivo furono organizzate a Parigi le olimpiadi femminili). Dopo la scomparsa di quel grandissimo talento, che tra l’altro nel 1913 inventò la gonna sotto il ginocchio, indossata per quasi vent’anni, Jacques Poipe produsse un profumo ispirato a lei. Parlando di questo argomento, non si può non invitare a nozze Gianfranco Radice, che per tutta la vita professionale è stato “manager” in una ditta di “eau de toilette” ed è scrupoloso, colto, disponibile. E lui, tra l’altro titolare di una collezione compresa tra i primi del ‘900 e gli anni 60-70, non si schermisce.
Suspiro de Granada, Myrurgia
Sforna dettagli snodando brani della vita di Coco, che, figlia di un venditore ambulante, nata in un ospizio per poveri, fece passi da gigante per scalare il successo. Radice, 79 anni, alto, robusto, barba e baffi grigi, capelli radi, gentile, notevolissima esperienza, ha davvero tanto da dire. E non ha bisogno di domande. Spazia dalla Parfumerie Galimard alla Profumeria Artistica… E’ un’enciclopedia da sfogliare se si ha voglia di scrivere un libro. Amante dell’arte, è capace di evidenziare per ore le preziosità di manifesti, etichette, contenitori, facendo i nomi e indicando opere degli autori, tutti artisti famosi. “Per esempio, ‘Volnay’, una casa parigina, adotta per alcune fragranze i flaconi prodotti da Lalique; e di Lalique sono i contenitori di “Dans le coeur” di Arys negli anni ’20-30. La Casa di Nina Ricci, signora della moda, creatrice al livello di Coco Chanel, negli anni ’40 ha prodotto profumi vestiti con i vetri dello stesso Lalique. Un’altra grande sarta, la Schiaparelli, ha confezionato profumi sistemati in flaconi con immagini di Renè Magritte, il pittore belga che dipinse un uomo con cappello, solino e cravatta con una mela al posto del volto.
Schiaparelli, Parigi, Soucces Fou
C.Dior, Paris, Diorissimo, eseguito da F. Guery-Colas
Christian Dior, altro sarto eminente dedicatosi alle fragranze, per alcune edizioni di lusso ha affidato alle vetrerie Baccarat alcune sue realizzazioni; e in particolare per “Diorissimo” ha fatto eseguire un tappo-scultura da F. Guéry-Colas”. La “Voirnet”, altra “maison” importante, per il profumo “Enfin” ha utilizzato il vetro di Murano. C’era un marchio catalano “Myrurgia”, che ha concepito aromi di grande prestigio e diffusione non solo in Spagna, come “Suspiro de Granada”. A lasciarlo raccontare, Gianfranco Radice passerebbe in rassegna tutto il panorama della profumeria: case produttrici, fragranze, illustratori eccellenti per il materiale pubblicitario: la storica Paglieri di Alessandria, per dire un caso, si rivolse a Gino Boccasile, per un suo manifesto, che reclamizzava ciprie e profumi. Boccasile, barese trasferitosi a Milano, era un artista che aveva cominciato l’attività preparando vetrine con figure di contadini eseguite da lui a mano per poi imboccare la via della pubblicità per immagini. Nel 1930 elaborò 30 cartoline per la Fiera del Levante. La sua notorietà derivò dalle sue “Signorine Grandi Firme”, che comparivano sull’omonima rivista fondata da Pittigrilli e mutata in rotocalco da Cesare Zavattini.
Cella, Milano, etichetta Rose rouge
Poi, le ciprie, riprende Radice, che parla tenendo le braccia conserte, e passa da una sponda all’altra senza mai distrarre l’ascoltatore, anzi affascinandolo: ”Roger & Gallet”, casa parigina, che producendo ciprie negli anni 30 affidò per “Floeurs d’amour” il disegno del coperchio a Lalique. Un autore ignoto, ha disegnato per S.A.P. di Torino, per la cipria “Gladys Pickford”, un’etichetta per il contenitore, ispirata all’art deco”, affermatasi negli anni ‘20. Chi lo ferma, Gianfranco? E’ una Freccia Rossa. “Per far conoscere marchi anche secondari vengono interpellati eminenti scultori e ceramisti. Il mondo della profumeria vanta esempi di arte applicata anche per gli spruzzatori, alcuni dei quali sono autentiche opere d’arte; per le etichette, i calendarietti, i cartelli di vetrina…”. La signora o il giovanotto che entrano in profumeria per acquistare, per esempio, un’“eau de toilette First”, non immaginano che cosa si celi dietro quel “gioiello” firmato da Van Cleef & Arpels. Ha cercato di chiarirlo una manifestazione che si è svolta a Firenze, alla stazione Leopolda con novità di 160 marchi provenienti da ogni parte del mondo. Sissel Tolaas, scienziata scandinava che si proclama “ricercatrice di odori” e ha creato il primo archivio del settore al mondo, ha portato da Berlino un forziere di ben 6370 effluvi.
Un’altra iniziativa, che richiama 7500 persone, tra esperti e appassionati, si svolge ogni anno a Milano: “Excence-The Scent of Excellence, evento a livello internazionale della Profumeria Artistica.E l’acqua di Colonia, che, inventata alla fine del 1600, grazie a Gian Paolo Feminis, nato a Santa Maria Maggiore, in al Vigezzo? E i nasi più celebri al mondo, come i profumieri francesi Dominique Ropion e Francis Kurkdjan, vincitore nel 2001 del “Prix Francoise Coty” e creatore del celebre profumo ”La Màle” de Jean-Paul Gaultier? La conversazione su questo universo ricco di effluvi è durata oltre un’ora e mezza e ci ha riempiti di informazioni. Riprenderemo il discorso in un prossimo futuro. Mentre ci saluta, Gianfranco ricorda che l’attività del mastro profumiere è nobile ed elevata, più che un mestiere un’arte. E’ venuta alla luce in Egitto, dove i faraoni adottavano il Kiphi, composto di 60 essenze; e i sacerdoti cospargevano le statue delle divinità di unguenti che deliziavano l’olfatto. Una storia gloriosa, fatta di grandi talenti e di invenzioni sublimi. Il profumo non si limita a rendere più gradevole la nostra presenza: influisce sul nostro umore; sembra esercitare un’azione terapeutica nella depressione; influenza i nostri rapporti con gli altri; ammalia, seduce, rapisce, a volte fa fiorire l’amore e lo alimenta. Insomma a farci perdere la testa per lei sarebbe più il naso che il cuore.


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