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mercoledì 16 dicembre 2020

Crispiano com’era e come tornerà ad essere

Il giorno del matrimonio

 

UNA CITTADINA RICCA DI INIZIATIVE

DAL CARNEVALE AL PRESEPE VIVENTE

 

Durante la guerra molti cittadini di

Taranto, per paura delle bombe, si

rifugiavano a Crispiano, godendo tra

l’altro la sua aria pura. Per qualche

anno vi soggiornarono Alda Merini e

Michele Pierri.


 

 

 

 

 

 

Franco Presicci

A Santeramo festa delle due comunità montane di Gioia e Mottola

Un tempo i nonni nei giorni prima di Natale, tenendo in mano la pipa con il fornello di terracotta e la cannuccia di canna, si sedevano con i nipotini attorno al braciere e raccontavano storie. A volte quelle storie erano completamente improvvisate, altre volte erano briciole di ricordi arricchite dalla fantasia.

Annese,dott.De Cesare e Nuzzi presidente comunità montana di Gioia

 
 
Certo è che i virgulti pendevano dalle loro labbra, mentre sotto la cenere crepitavano i ceci. Mio nonno non mi snocciolava favole, ma brani della sua vita passata ad erigere muri con l’aiuto di due o tre giovanotti incaricati di “carescià’ ‘a còffe”. Anch’io ho tanto da dire, ma di un paese con persone capaci di realizzare idee brillanti e originali. E siccome sta per arrivare la più bella festa dell’anno, mentre si prepara l’albero o si costruisce il presepe, apro l’archivio della memoria e lascio fluire i ricordi. A sollecitarmi sono state alcune persone di laggiù, che, telefonandomi per darmi gli auguri, si sono lamentate del fatto che nella graziosa cittadina alle porte di Taranto sembra si sia un tantino spento l’entusiasmo.
 
Presepe vivente organizato dall'Ass. Pro Loco

Le grotte basiliane, per esempio, non accolgono più i figuranti con indosso i panni dell’epoca di Gesù e gli ambienti sono vuoti e tristi, quindi niente presepe vivente, ampio e spettacolare, curato nei minimi particolari. Colpa del covid, questo killer spietato? A quanto mi dicono, già prima l’abilità manuale dei crispianesi si era messa a riposo. Michele Annese, già direttore intelligente e dinamico della biblioteca “C. Natale”, spera nella rifioritura della volontà di riempire le strade con luci, suoni, odori e colori, quando questa iattura sarà passata. “Gli amici da sempre”, ai quali si devono tante belle imprese, come lo straordinario presepe di biscotti o pane scaduti in un locale del corso principale, dovrebbero rimettersi in moto con il loro affiatamento, la dote creativa e la riconosciuta infaticabilità potenziando la “Sagra d’u diavulìcchie asquànde”, invitando editori di libri sulla spezie e la sua storia e personalità autorevoli nel settore, del livello del professor Biagi.

Annese,Alfredo De Lucrezis-Presidente Amici da Sempre e Vito Santoro

Ricordo tutte le iniziative che hanno animato Crispiano. A cominciare dalla “Sagra dei funghi, organizzata dal ristorante “C’era una volta” di Santino Basile. Era l’estate del 2005 e mi aggirai fra le bancarelle affascinato dalle forme e dai colori di cumuli di boleti, pensando alle leggende che li hanno per protagonisti. Sin dai secoli passati hanno suscitato sospetti e prudenza. Cicerone lo teneva lontano e se lo sbirciava faceva gesti apogropaici; l’imperatore Claudio passò a miglior vita forse gustando un piatto di “Amanita verdognola” preparatogli dalla moglie Agrippina, vogliosa di assicurare il trono al proprio figlio, Nerone.
Francesco De Mita alla Sagra dei Funghi
Come sempre ci sono buoni e cattivi. Del fungo Giovenale tesse le lodi. Anche se si chiama “trombetta dei morti”, grazioso nella sua forma di cornucopia, ma mangereccio, come il “Boleto lurido”, così detto per il colore bluastro che prende quando viene toccato. Il grande Enzo Tortora nutriva simpatia per queste gemme dei boschi. Hanno di tutto, favola, poesia, sortilegio, medicina, cucina. Nel fungo, c’è nostalgia della terra, alla quale l’uomo si sta avvicinando sempre di più, scoraggiato dal caos e dai rumori della città.
 
Affresco "La cattura di Pizzichicchio",realizzato su una parete della masseria Belmonte, ove Santino-ha ricordato-25 anni fa venne aperta a Crispiano, per sua iniziativa, "l'Ostaria Pizzichicchio"
  
 
Sante(Santino) Basile

Ho incontrato Santino un paio di anni fa alla “Sagra d’u diavulìcchie asquande” e l’ho supplicato di riproporre la celebrazione del fungo, primattore silenzioso di tanti spezzoni di storia. Spero abbia accolto la mia richiesta di “fan” della sua città. Da Martina Franca a Crispiano occorrono 20 minuti di macchina e ho sempre risposto ad ogni appello di Michele Annese. Lo feci anche quando, nel maggio del 1999, nella masseria “La Pizzica”, della famiglia Piangevino”, si svolse un convegno provinciale sul tema: “L’allevamento delle lumache da gastronomia in Puglia: situazione e prospettive”. Un simposio interessante, al quale parteciparono oltre 400 persone e sei relatori. Tra questi, Antonio Gentile, commissario straordinario della Comunità montana Murgia tarantina; il sindaco Francesco Liuzzi; Oronzo Perrone, esperto regionale di elicicoltura, e Luca Ficco, secondo il quale le lumache “sono un piatto tipico delle mense dei buongustai pugliesi, ma purtroppo il loro consumo si mantiene attualmente quasi esclusivamente concentrato in certi periodi dell’anno”.

Gentile con l'assessore Nunzio Tria

Il motivo? La specie di chiocciola più fortunata, la “Heix Aspersa”, altrimenti detta ‘monacella’, viene messa in commercio solo nel periodo estivo…”, perché solo allora si forma l’opercolo, quella lamina bianca che si stende sulla bocca della chiocciola. Discorsi interessanti. Alla fine a tutti i presenti venne offerta una coppetta fumante di monacelle e il sindaco Liuzzi volle offrirmi la sua, perché, mi disse da bravissimo medico pediatra, che quel gasteropodo ammazza il colesterolo.

Il dott. Franco Liuzzi con la moglie Chiara

 

 

 

 

Il congresso venne seguito da molti giovani, alcuni dei quali intenzionati ad attingere notizie utili per allestire un allevamento di monacelle sull’esempio di un altro Liuzzi, Franco, che successivamente organizzò una sagra che attirò migliaia di persone provenienti anche dai paesi vicini. Una specie di Ben Gazzara faceva lo schifiltoso, affermando che quella bestiolina così viscida gli faceva senso; mentre una signora settantenne bella, bassa, magra, spiritosa, viaggiatrice appassionata, infilzando con lo stecchino l’ultima vittima si diceva appagata anche dalla gentilezza della gente del posto. E aggiungeva che era bello una volta, quando si andava per i prati a raccogliere le lumachine che alloggiavano sulle foglioline o sugli steli delle festuche o sui muri a secco.

Michele Annese rispolverava i tempi in cui si mangiavano crude per rimarginare le ferite ulcerose; e il dottor Donato Plantone, già segretario comunale di Crispiano, confessava di averle tenute alla larga per anni e di aver poi ceduto al primo assaggio.

Il Carnevale estivo organizzato dalla Pro Loco

Meritatissimo successo otteneva il Carnevale estivo o del fegatino congegnato dalla Pro Loco con carri faraonici e creazioni in cartapesta singolari, che, se non facevano concorrenza al confratello di Viareggio, come sosteneva orgogliosamente qualche inossidabile campanilista, era sicuramente apprezzabile, anche per i gruppi a piedi ben sintonizzati e maschere isolate che trasmettevano allegria nel pubblico accalcato nella piazza. Un anno sfilò anche un carro intitolato “Cavallo di Troia”. Insomma in questa cittadina le cose si sono sempre fatte bene, con passione e maestria. Non posso credere che il dinamismo si sia definitivamente fermato come il treno su un binario morto. Non dimentico le iniziative della Comunità Montana, che nel suo albo d’oro immortala, tra l‘altro, il gemellaggio con la Grecia, festeggiato alla grande nella masseria “Le monache” alla presenza di tante personalità e di invitati di tutte le categorie, giornalisti compresi.

Gentile balla il Sirtaki in onore degli ospiti Greci

Donato Plantone esaltava i meriti del segretario generale Annese, degli assessori e del presidente dell’Ente Antonio Gentile, che ballava il “sirtaki” meglio di Anthony Quinn nel film sulla vita di Aristotele Onassis. E sottolineava la bellezza e il sapore delle ciliegie ferrovia coltivate nella stessa struttura rurale. E il lavoro svolto dalla biblioteca “C. Natale”, sotto la guida di Michele Annese e la collaborazione del uno “staff” preparato, appassionato, sempre disponibile? Una biblioteca che non si limitava a fornire i libri richiesti, ma teneva corsi di cucito, dattilografia, computer, mostre di pittura, conferenze, incontri con autori; e incoraggiava manifestazioni nelle masserie a volte con figuranti impegnati nella simulazione dei lavori scomparsi sotto gli sguardi di finti briganti forniti di fucile … La “Carlo Natale”: una biblioteca esemplare, dove trovai un vecchio libro di Giacinto Peluso che avevo cercato inutilmente ovunque a Taranto, la città che lo storico nato nel borgo antico aveva illustrato con amore e chiarezza.

In copertina il territorio delle due Comunità Montane

La biblioteca era una fucina, un laboratorio, un luogo sacro che bisognerebbe far rinascere, con il suo centro montaliano, dotato di documenti preziosi del Premio Nobel autore di “Ossi di seppia”, e di un’emeroteca ricchissima e di moltissimi volumi. Ho sempre in evidenza nella mia libreria “Le cento masserie di Crispiano”, pregevole opera con testi importanti e immagini significative.Alcune idee messe in cantiere dalla biblioteca di Crispiano oggi vengono adottate da altri anche al Nord, come i libri in condominio, cioè consegnati a domicilio.

Presentazione dell'opera a Martina Franca, al Centro della Fondazione Nuove Proposte(dott.A.Silvestri,Annese,avv. E.Greco,dott.M.De Cesare)
Un invito alla lettura che non dette delusioni, perchè tutti i destinatari furono fedeli all’impegno della restituzione. Non ho davanti a me il braciere per rimediare al freddo di questi giorni, che resiste al potere dei caloriferi; non ho nipoti piccoli a cui raccontare queste storie. Ma come il mio vecchio di un’epoca trapassata ho sentito il bisogno di esporre tanti miei ricordi, con modestia e lucidità. Qualcuno potrà osservare che io non sono di Crispiano. Bene. Ma appartengo alla Bimare, da dove durante l’ultimo conflitto la gente scappava per rifugiarsi proprio a Crispiano, dove veniva accolta con molta ospitalità. E questo non può essere dimenticato. Come non si può dimenticare che qui soggiornò il grande poeta tarantino Michele Pierri, primario traumatologo all’Ospedale Santissima Annunziata, insieme ad Alda Merini, la poetessa dei navigli, come viene definita a Milano. E non si può dimenticare l’onorevole Lo Re, figura eminente, cristallina e generosa di un tempo ormai lontanissimo e completamente diverso.
 
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