Pagine

Print Friendly and PDF

mercoledì 13 gennaio 2021

Era di Castellaneta Ferruccio Miraglia

UN LUMINARE DELLA MEDICINA

CHE DETTE LUSTRO A MILANO

Con lui l’ospedale Buzzi, dov’era

primario, cominciò ad essere la

prima Maternità d’Italia. Amico

del vecchio Angelo Rizzoli e di

tanti altri personaggi di grande

importanza, ha fatto nascere

migliaia di bambini. I suoi libri

sul parto indolore sono tradotti

in diverse lingue.


Franco Presicci 

Castellaneta, un salto da Taranto, è nota per le sue gravine, dove nel X secolo i contadini, per sfuggire ai Saraceni, trovarono rifugio; per il convento, del 1471, eretto in onore di San Francesco; per le sopravvivenze archeologiche d’insediamenti apulo-romani…, oltre che per aver dato i natali a Rodolfo Valentino, al secolo Guglielmi, protagonista di tanti film, tra cui “I quattro cavalieri dell’Apocalisse”, di Rex Ingram, nel ’21, ammirato da Charlie Chaplin, grande seduttore, uomo ideale degli anni Venti. La città è così orgogliosa dell’idolo del cinema muto e del bianco e nero, che sulla perpendicolare della strada principale gli ha fatto erigere un monumento, nei pressi della casa in cui il famoso concittadino lanciò il primo grido.

Dino abbascià
L’effigie, in ceramica, inaugurata il 30 settembre del ’61, in pompa magna, è mèta di migliaia di turisti, provenienti da ogni parte del mondo. Di Castellaneta era anche Ferruccio Miraglia, docente universitario, luminare della medicina, che a diversi anni dalla sua morte è ancora ricordato a Milano; e in particolare all’ospedale Castelvetro, dove ha operato per tantissimi anni. Lo conobbi nel 2006, e gli chiesi di iscriversi all’Associazione regionale pugliese, con sede in via Pietro Calvi. Accettò subito e cominciò ad essere presente a tutte le manifestazioni ideate e realizzate da Giuseppe Selvaggi (dirigente di banca in pensione, scrittore di talento, ogni anno invitato personalmente da Franco Punzi, presidente del Festival della Valle d’Itria, in qualità di esponente del sodalizio, al Piccolo Teatro, dove fino a un paio di anni fa il programma della rassegna veniva esposto a melomani, critici, artisti…). Le iniziative di Selvaggi, condivise e incoraggiate dal presidente scomparso, Dino Abbascià, imprenditore di grande prestigio, e oggi dal generale Camillo de Milano, eletto a quella carica all’unanimità (è anche presidente della Fondazione Asilo Mariuccia), a Miraglia piacevano. 
"Il Puglia" ad Al Bano

Arrivava tra i primi, prendeva posto vicino all’ingresso e ascoltava senza mai intervenire: riservato, discreto, interessato a questo laboratorio di idee in favore della Puglia, come il Premio intestato alla nostra regione, molto apprezzato e ambito (è stato assegnato a Renzo Arbore, ad Al Bano, alle donne del vino di Maruggio, a Livia Pomodoro…), presentazioni di libri, conferenze tenute da intellettuali importanti, tra cui a suo tempo Raffaele Nigro, giornalista e scrittore, spesso moderati dal giornalista Piero Colaprico, direttore della sede milanese di “Repubblica” e grande cronista, nato a Putignano. Al termine di alcune serate io lo accompagnavo per un tratto e un pomeriggio mi concesse di dargli del tu. Fu in quella stessa occasione che mi volle raccontare uno scampolo della sua storia e per il resto mi invitò a casa sua. Era giunto a Milano nel ’40, dopo aver conseguito la laurea a Torino.

Galleria delle Carrrozze stazione
E a Milano cominciò una carriera brillante: primario ospedaliero, studi di psicosomatica e psicanalisi, fondatore della Società italiana di psicoprofilassi ostetrica, padre della cultura della preparazione al parto, della rivista “Nascere” e dell’etica dell’umanizzazione dell’assistenza sanitaria, autore di diversi libri, tra cui “Sarò madre”, tradotto in tre lingue, “Per una cultura del nascere” con prefazione di Gustavo Charmet…Mi ricevette nel salotto della sua bella casa e dopo avermi fatto accomodare prese a parlare attirando immediatamente la mia attenzione. Parlava piano, quasi sottovoce, con quella sua espressione severa che non si apriva mai al sorriso: “La cultura aveva già iniziato a interessarsi del dolore del parto, e venne fuori il movimento di profilassi ostetrica sotto l’egida dei russi e dei francesi. Nel ’55 con una borsa di studio della Provincia di Milano, fui mandato a Parigi a capo di una delegazione di medici e ostetriche e due colleghi della Maternità provinciale di via Macedonio Melloni, dov’ero aiuto”. A Parigi rimasero 15 giorni, frequentarono la clinica in cui operava il noto dottor Lamase, acquisendo “la tecnica che allora era il ’top’ del progresso”. E aggiunse: “Contemporaneamente alla contrazione la donna doveva respirare di frequente e imparare a rilassarsi in tutto il corpo. Ma questo non era sufficiente.
 
I giornalisti Zucchi e Colaprico
L’importante era che il personale impiegato in sala-parto stabilisse un rapporto empatico con la donna. Fino agli anni ’60 – dice Marina Farinet – nei reparti italiani di maternità c’era una gestante spaventata e inconsapevole, che si avviava passivamente all’avventura più esaltante della sua vita, quando la psicosomatica e la psicanalisi sono confluite nella psico-profilassi, dando vita a un movimento che ha trasformato non solo la scena nazionale del parto ma si è anche inserita nella cultura occidentale, precorrendo vari aspetti…”. Negli anni ’70 fu sottoscritta una convenzione fra l’Istituto di psicologia dell’Università di Milano, diretto da Franco Fornari, e il reparto di ostetricia dell’ospedale Buzzi, dove Ferruccio Miraglia era primario. “L’idea-guida – ricordava Gustavo Charmet – era di riuscire a intercettare le fantasie e gli affetti messi in moto dal concepimento e dall’avvicinarsi dell’evento parto… Miraglia se n’era sempre occupato e aveva acquisito una fama nazionale nell’area della preparazione al parto e nelle procedure atte a governare e a gestire i dolori del travaglio e le angosce ad esso connesse. Aveva capito la delicatezza del rapporto medico-gestante e conosceva meglio di tutti gli altri i dinamismi.
 
Lo scrittore Giuseppe Selvaggi

Ma voleva chiarire al massimo il loro significato, le origini, la portata… Si domandava – diceva ancora Charmet - “quali fossero i pensieri nascosti, quelli legati alla dimensione dell’inconscio che potevano essere intercettati, socializzati e messi al servizio della naturalità del parto”. Allo scopo, Miraglia - volle socraticamente conoscere se stesso, sottoponendosi ad analisi con Fornari - accoglieva i sonni delle donne e dei loro mariti e Fornari li interpretava. “Quando partorisce – mi disse Ferruccio – la donna deve essere cosciente, vivere il momento del parto, perché da questo dipende il legame affettivo del bimbo con la madre. Il tipo di respirazione da me concepito serve a dominare il dolore, a non averne paura”. Il professor Miraglia ha avuto tanti altri meriti. Tra questi, l’aver responsabilizzato, precorrendo i tempi, il padre, introducendolo nella sfera della preparazione e dell’assistenza al parto. Di Ferruccio Miraglia tutti conoscono l’autentica generosità. Ha curato gratuitamente e con gioia centinaia di persone. Un episodio: nel ’43, inviato in Grecia, nell’isola di Antichitera (dove gli archeologi hanno scoperto i resti di un tempio di Apollo), si mise a disposizione della popolazione senza mai chiedere una lira. Non me lo riferì spontaneamente: dovetti confidargli di essere stato messo al corrente di un fatto sulla sua magnanimità e incalzarlo per farmelo raccontare da lui.

Il generale Camillo de Milato

Era severo, essenziale, determinato, a volte anche brusco. “A chi può interessare conoscere certi aspetti dei miei rapporti con gli altri”? “A me, per esempio, che come giornalista ho il dovere di tracciare un profilo sintetico, ma chiaro, della persona che intervisto. E quello che ho voluto sapere di te sono poche cose rispetto alle tantissime che hai da dire. E quelle che mi hai detto mi hanno colpito”. Bisognerebbe assegnargli un Premio alla memoria. Un riconoscimento importante, come il Premio che veniva assegnato alle persone che hanno fatto grande Milano (nel maggio del i985 venne dato a Gaetano Afeltra, figura eminente del giornalismo). Miraglia aveva tutte le carte in regola per riceverlo. 

Gaetano Afeltra
Ha fatto nascere migliaia di bambini: un’intera città, soprattutto al Buzzi, che sotto la sua direzione cominciò ad essere la prima Maternità d’Italia. Uomo coltissimo (tra l’altro conosceva il tedesco), amico del grande Angelo Rizzoli (che venendo dai “martinitt, celebre struttura per orfani e bimbi abbandonati fondata nel XVI secolo da san Girolamo Emiliani, fondò la casa editrice, che ha pubblicato le opere di scrittori importanti e periodici autorevoli, tra cui “L’Europeo”, che contava firme prestigiose, tra cui Oriana Fallaci). Con il “cumenda” Miraglia dette alle stampe il suo primo saggio: “Il parto senza dolore”. Era anche appassionato di sci. Si era innamorato della montagna, quando studiava a Bologna. Gli amici lo avevano invitato a un raduno sciistico a Bardonecchia e lui era rimasto affascinato dal fantastico, spettacolare paesaggio. Fu allora che si decise di trasferirsi all’ateneo di Torino. “Non dirmi che alla tua rispettabile età
scii ancora?”. “Te lo dico. Quest’anno sono anche caduto”. Mi alzai per andar via quando squillò il telefono. Una signora lo ringraziava per le cure ricevute da lui tanto tempo prima. Molte donne si ricordano ancora di questo luminare. Figlio di un insegnante di violino, prese parte al conflitto mondiale e dopo l’8 settembre fu destinato ai lager di Versen e di Dalum. Quando morì, il 17 febbraio 2012 (aveva quasi 100 anni), anche “Il Corriere della Sera” ed altri giornali lo ricordarono come meritava.




Nessun commento:

Posta un commento