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mercoledì 7 luglio 2021

Marco Ciacci, giardiniere-artista

Marco Ciacci
 

SCOLPISCE CON LA MOTOSEGA

FIGURE UMANE E ANIMALI


Ha trasposto negli alberi secchi

una storia creata da Alice Marcati,

una ragazza che lavora alla Comunità

Montana. Ha realizzato anche altri

personaggi, dando nuova vita a una

pianta morta.

 

 

 

 

 

Franco Presicci 

Agriturismo Grassi e Lunghi
Moggio è un paesino acquattato tra i monti della Valsassina, a 890 metri di altezza. Ha 480 abitanti, che d’estate si moltiplicano per via dei turisti che lo scelgono come mèta delle vacanze. Ha una chiesa dedicata a San Francesco, citata da Goffredo da Bussero, che, rifatta nel XVIII secolo, ha un organo del 1913.

Marco Ciacci e i figli
Ha anche una casa-museo, ricca di attrezzi da lavoro e altri oggetti di notevole interesse. Famosa per la qualità dell’allevamento bovino da latte, per i suoi formaggi invecchiati nelle grotte, “offre un’aria pulita e una vita tranquilla”, oltre a una splendida varietà di fiori e vedute incantevoli”, racconta Marco Ciacci, 51 anni, giardiniere e scultore, nato a Lecco, cresciuto a Cremeno e trasferitosi a Moggio dopo aver conosciuto una bella fanciulla di qui, diventata sua moglie. “Mi trovo bene, il mestiere che svolgo mi appaga e sono contento. Purtroppo il covid mi ha imposto l’alt per un bel po’ di tempo, come del resto a tante altre persone in tutto il mondo”. Marco è simpatico e se gli si dà la spinta parla volentieri. Non dice molto di sé e sottovaluta le opere che realizza. Pettinando giardini, mettendo piante a dimora, scegliendo quelle più intonate all’ambiente, manifesta un vero amore per la natura e le sue bellezze. Viene chiamato anche per abbattere gli alberi allungati un po’ troppo o addirittura morti, trasformando in gnomi, scoiattoli, fontane, cestini, funghetti i tronchi residui lasciati attaccati alle radici e quelli sezionati che si porta via…Ha realizzato anche uno scarpone da montagna con un tronco di un metro e 50 centimetri e persino un trattore assemblato, e un castagno che fa piovere acqua attraverso un sistema di micro irrigazione. Ha anche creato una fontana enorme di castagno su cui campeggia la scritta “Love” per gli innamorati, che prima o poi riempiranno di messaggi d’amore.
 
Altra scultura
Quando si comincia a respirare aria di Natale scolpisce anche alberelli destinati ai bambini, sempre in legno e sempre con la motosega. Marco non usa toni enfatici: parla come se l’argomento riguardasse un'altra persona. E ne ha da dire, di cose. Sono 15 anni e oltre che scolpisce dopo aver sistemato giardini non soltanto a Moggio, ma anche a Lecco, Mandello, nella stessa Cremeno. E’ tra gli artefici del sentiero didattico nel Parco delle Grigne, che ha disseminato di “animali” e di figure umane, sagomate con quell’oggetto fracassoso con cui si sfoltiscono anche le foreste. “Il sentiero si trova nella vallata dei Grassi e Lunghi ai piedi appunto della Grigna”; e le sculture gli sono state ispirate da una storia scritta da una ragazza, Alice Marcati, che lavora alla Comunità Montana. Il testo si snoda attorno a due bambini, uno grasso e l’altro lungo, allevati da una vecchia signora di nome Elvezia, che li salvò, facendoli crescere nell’amore per queste località immerse nel verde, accarezzate dai rilievi, con spazi-giochi e nastrini di strade da percorrere per ristorare lo spirito. E così chi imbocca quell’itinerario incontra il Grasso, il Lungo, il capo villaggio, la nonna Elvezia, la Strega… tutti i personaggi che popolano quel racconto riprodotto in legno abilmente da Ciacci. 

Torrente Pioverna
Marco è noto e apprezzato in tutta la zona, dove tra l’altro scorre il torrente Pioverna. Prima che quel cecchino maledetto che va sotto il nome di coronavirus cominciasse a mietere vittime, Marco Ciacci veniva chiamato in tutte le sagre in programma per fare dimostrazioni della sua creatività nelle piazze. A cominciare dalle feste del paese. Non ha frequentato scuole, non ha avuto maestri né pubblici né privati. Ha cullato l’ispirazione da solo, quasi senza accorgersene. Se gli si chiede come sia accaduto, risponde di essere stato dall’odore del legno. “Un odore che mi ispira; quell’odore è stato per me irresistibile: mi ha rapito. E ho provato subito la voglia di far vedere ai bimbi che cosa può uscire da un pezzo di legno: il gufetto, la gallina, l’ape, un uomo con il mento appoggiato alla vanga... Gioisco nel vedere i bimbi attorno a me così presi dal mio lavoro…”, e dalla sua capacità, aggiungo, di ricavare da un castagno forme di pozzi e altro, come Geppetto Pinocchio. Qualche giorno prima del Natale antecovid ha conosciuto uno scultore del ghiaccio, di cui non ricorda il nome né la provenienza, che gli ha proposto di andare a scolpire con lui in un paese lontano da qui. Avrebbe ricevuto vitto e alloggio. Poi è esplosa la pandemia ed è rimasto tutto sospeso. “Adesso che il virus ha fatto marcia indietro, dandoci un po’ di sollievo, spero di rivederlo”. I compaesani gli vogliono bene e lo ammirano. Quando lo incontrano, scherzando, gli dicono: “Attento alla motosega”, il cui rumore da queste parti è familiare. “La sentono quando con sofferenza butto giù un albero moribondo o defunto e quando estraggo dal legno quei profili che lei definisce sculture”. 

Cuoco Manuel Agriturismo Grassi e Lunghi
Opera di Ciacci

Della sua vita privata dice frasi brevi. Suo padre faceva il muratore e gli avrebbe potuto trasmettere il mestiere, ma lui non gradiva maneggiare cazzuola e frattazzo, sabbia e cemento, pietre e  blocchetti: preferiva occuparsi di altro, e così ha imparato l’arte da un giardiniere provetto di Cremeno; e quando si è sentito pronto si è messo in proprio.

Non è abituato alle interviste, quindi sulle prime appare esitante, desideroso di accorciare la conversazione. Poi si scioglie e parla di tutto, senza sciupare le parole: dell’ambiente in cui vive, dei formaggi, della funivia che porta ai Piani di Artavaggio… “Siamo in provincia di Lecco, sull’altopiano della Valsassina”. Gli impegni gli portano via tutta la giornata. L’ho cercato per giorni, gli ho fatto decine di telefonate. Arriva a casa tardissimo ed è stanco ma soddisfatto. Si muove tra rose, gerani e tanti altri fiori resi più belli dalla sua abilità e competenza, in un’atmosfera di pace e serenità, in un paese acquattato tra i monti, “come potrei non essere contento?”. Ha nostalgia di Cremeno? “Ci posso andare quando voglio. E’ bello anche quello, circondato da paesi luminosi e magici: Barzio (dove la biblioteca ha sede nel Palazzo Manzoni nell’omonima via); Ballabio (il cui nome secondo alcuni significherebbe luogo degli Orobi e secondo altri villaggio e baita); Morterone, con le sue grotte di Onferno e i suoi tanti eventi, tra cui “Sentire i sentieri”; Pasturo, culla di contadini, casari, località amena decantata da scrittori e poeti come Antonia Pozzi, invaghita di questo paesaggio, tanto da celebrarlo nei suoi versi.
Scultura di Mario Ciacci

Non per niente tanta gente viene qui a trascorrere i suoi giorni d’estate. E ci ritorna anche per contemplare il panorama”. La mia collega Pia Bassi, per tanti anni al “Giorno”, collaboratrice presso altri quotidiani e periodici, colta, curiosa, amante dei pellegrinaggi turistici, scalatrice instancabile in coppia con l’amica Elena Combi, si è imbattuta in Marco, ha ritratto le sue testimonianze che costellano il verde di Moggio, una perla della Valsassina, ricca di colori e di sapori, un paesino riposante, una sorta di paradiso per chi arriva da Milano, silenzioso, ordinato. Pia è entusiasta di questo luogo. Lo raggiunge tutte le volte che può. Un luogo magico. La chiamo al telefono e lei con Elena sta passeggiando sui piani di Artavaggio. Da lì mi ha spedito le foto che illustrano questo articolo: il ponte sul torrente, il cuoco Manuel dell’Agriturismo “Grassi e Lunghi”, Marco e i suoi figli, il Grasso e il Lungo, La Strega, il paesaggio… il vecchio che Ciacci ha volutamente lasciato per un braccio imprigionato nell’albero … Tutte immagini tirate fuori secondo “l’intenzion dell’arte” da Marco Ciacci, che ripudia scalpelli e martelletto per eseguire i suoi lavori, dei quali sono orgogliosi i suoi figli e i suoi nipoti. Già: nonostante la giovane età, Marco è già nonno. La figlia Caterina è campionessa italiana di corsa campestre.








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