Monica Brioschi e Marco Fuzier |
LA MERAVIGLIOSA PIAZZA
BELGIOIOSO ACCOGLIE LA
RAFFINATEZZA DEL BOEUCC
A gestirlo, oggi, Monica Brioschi, una
dolce giovane, bella signora, che si
muove con passi felpati nelle sale con il
marito Marco Fuzier.
Laureata in Legge, studiava da notaio,
ma le morì il padre, Paolo, e dovette
cambiare strada.
Franco Presicci
A un tavolo del ristorante “Boeucc” mi sono seduto soltanto una volta. Ospite di Giancarlo Vigorelli, uno dei maggiori critici letterari italiani e amico di Krusciov, che andava a trovare tutte le volte che atterrava a Mosca.
Piazza Belgioioso con il Palazzo di Manzoni |
Mi aveva invitato nel suo ufficio, che aveva sede nel palazzo di “don Lisander” (era presidente degli Studi manzoniani), tra via Morone e quella splendida, prestigiosa piazza Belgioioso, definita da Leonida Villani il salotto classico di Milano, ricco di storia e di storie, di respiri d’amore di Stendhal e di Foscolo per la baronessa Matilde Viscontini, ritratta dallo storico Guido Lopez come “splendida creatura tutta anima, maritata a un soldato tutto corpo, il generale polacco Dembowski”. All’ora di pranzo Giancarlo disse: “Premiamoci andando a mangiare al il Boeucc”, distante una trentina di metri. Mentre degustava i piatti, parlava: del tempo che aveva impiegato per scrivere i suoi volumi sull’autore de “I Promessi Sposi”, che mi aveva appena regalato con tanto di dedica; del quotidiano “Il Giorno”, di cui curava le pagine dei libri ed era presidente della società editrice e di altri argomenti, mentre un cameriere impettito come un corazziere stava attento a versare il nettare appena il bicchiere stava per mettersi a piangere. Era luglio del 2011.
Ingresso della Galleria in piazza Duomo |
Una bella giornata di sole che suggeriva lunghe passeggiate per le strade di Milano, soprattutto quelle del centro, da piazza Duomo alla Galleria, a via Manzoni, svirgolando per via Bigli e rientrando sull’asfalto su cui impera l’Hotel de Milan, in cui nel 1901 morì Giuseppe Verdi e il barbitonsore-scrittore, quasi ancora ragazzo di bottega, Franco Bompieri, fece la barba al principe de Curtis, in arte Totò. Sono vie che hanno tanto da raccontare, oltre a vantare la bellezza degli edifici che vi si ergono, ricordando le personalità che vi abitarono: Eugenio Montale, in via Bigli; la contessa Clara Maffei con il suo salotto culturale in via Morone; la famosa contessa russa Samoyloff, che sbalordì Milano, in via Borgonuovo... Quasi di fronte al Teatro Manzoni regnava in uno dei suoi negozi Larus, il famoso sarto Guglielmo Miani, che ha davvero onorato la sua Puglia e il capoluogo lombardo, ospitando tra l’altro a casa sua il principe Filippo di Edimburgo, consorte della regina Elisabetta. Ho fatto una deviazione, e chiedo scusa. Ma quando mi soffermo su questa città, fatti, personaggi, luoghi mi si affollano e mi fanno perdere il filo.
Ingresso Boeucc |
Tornando al Boeucc e a Vigorelli, dunque, va detto che l’autorevole critico, alla fine del pranzo, mi invitò nel suo studio privato dalle parti di piazzale Baiamonti (se non ricordo male), ma per quel pomeriggio non mi era possibile e rimandammo alla settimana successiva. E lo sorpresi seduto alla scrivania con una specie di leggio su cui era poggiato un libro grosso quanto un messale. Conversammo, mi mostrò qualche volume di letteratura spagnola, lo commentò, lasciando trasparire, non certo per vanteria (non ne aveva bisogno) la sua cultura, che non aveva confini. E scivolammo sulla storia, accennando al palazzo che il Manzoni acquistò nel 1813, alloggiandovi fino alla morte, a parte i periodi trascorsi nella sua villa di Brusuglio; dei ritrovi milanesi, tra cui il Boeucc”, i cui tavoli videro pranzare per anni Guido Piovene, il giornalista e scrittore, autore del “Viaggio in Italia” (uscito nel 1957 per Mondadori), che aveva casa al primo piano dello stesso palazzo in cui si apre lo storico locale, che emanò i suoi primi profumi nel 1696, in via Durini 28, angolo via Borgogna, a un passo da largo Augusto e da piazza San Babila. Allora era un’osteria.
Via Manzoni |
In piazza Belgioioso traslocò nel 1939, trasformandosi in ristorante (il cui oste partecipò alle Cinque Giornate di Milano), sempre affollato di personaggi illustri, tra i quali Toscanini, Maazel, e tanti altri celebri maestri e voci del tempio della lirica, oltre a Giovanni Spadolini, Bettino Craxi, Carlo Tognoli, per anni sindaco della città… Carlo Porta, pieno di speranze nella politica di Napoleone, nel 1810, in una di queste sale prestigiose fece un brindisi in onore di Maria Luigia e Eduardo De Filippo dichiarò che oltre i confini di Napoli gli spaghetti con il pomodoro e basilico più deliziosi si confezionavano in questa cucina. Si dice, e non si ha motivo di dubitare, che Toscanini scrisse con il lapis l’antipasto e lo passò al cuoco: “Cozze, vongole, gamberetti e scampi conditi al sapore del mare. E caldi appena per sprigionare tutto il profumo dei frutti delle onde”.
Galleria Vittorio Emanuele |
Salone colonne |
Laureata in Giurisprudenza, stava studiando per diventare notaio, quando le morì il padre, Paolo Brioschi, che lo gestiva dal 1979, e le spettava continuare la tradizione di questo museo dei ricordi, tutto classe e squisitezza e tanta storia (nel 1757 era già nel catalogo dell’Amministrazione austriaca). Mi sembrò imbarazzata di fronte alla nuova responsabilità che stava per affrontare e due maestri di cucina mi apparirono affettuosi e molto ben disposti a darle una mano nella conduzione di questo “gioiello”, che nacque mentre gli spagnoli lasciavano Milano. I turisti, girovagando per Milano, in cerca delle curiosità, dei luoghi più singolari ed affascinanti, delle prelibatezze, non si fermano solo in piazza del Duomo o di fronte alla Scala o a Palazzo Marino o in via Montenapoleone.
Ottagono della Galleria |
Piazza della Scala |
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