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mercoledì 11 maggio 2022

Il miracolo a Martina si ripete

Luisi, Punzi, Schwarz


DAL 19 LUGLIO VA IN SCENA

IL FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA

 

Anche in questa edizione, sono

tante le novità proposte durante

la presentazione svoltasi come

sempre al Piccolo Teatro di Milano.


 

Franco Presicci 

La meravigliosa Martina Franca si prepara all’abbraccio della musica e ad offrire ai melomani che verranno la vista degli ulivi con lo zoccolo potente; delle case dalle facciate eternamente biancolatte; dei trulli con i loro misteriosi simboli; delle distese di viti; dell’intreccio dei tratturi; dei balconi in ferro battuto, panciuti e grondanti di fiori; dei vicoli del centro storico che s’intersecano e si snodano come matasse. “Venite a Martina”, dice Franco Punzi, da 43 anni presidente del Festival della Valle d’Itria”; venite e vi mostreremo un panorama unico, un presepe naturale che ristora lo spirito”. E gli appassionati dell’opera verranno, come sempre, per assistere agli spettacoli del Festival, ricco ancora una volta di novità e di giovani talenti, e per godere della luce, delle linee architettoniche di questa città adorabile. 

L'ingresso del Piccolo
Il Festival dunque: dal 19 luglio al 6 agosto si svolgerà in spazi tutti da vedere: nel cortile del Palazzo Ducale, al Teatro Verdi, nelle masserie. La rassegna, ormai apprezzata in tutto il mondo, dopo due anni di assenza per la clausura imposta dal covid, è tornata il 29 aprile a Milano, nel chiostro del Piccolo Teatro, dove è stato presentato come sempre alla grande. Presenti melomani, tenori, baritoni, critici musicali, giornalisti, gente comune che ha la musica nel sangue. La gioia di Franco Punzi è stata evidente appena ha preso la parola: “L’avvio della direzione artistica di Sebastian F. Schwarz inaugura una nuova fase storica per il Festival della Valle d’Itria, pur avendo mantenuto nell’alveo dei nostri valori caratterizzanti: titoli rari o sottovalutati, attenzione alla fedeltà testuale tramite l’uso di edizioni critiche e il ricorso ad interpreti specializzati. A questo passaggio si affianca la rinnovata disponibilità del Teatro Verdi di Martina Franca, che farà parte dei luoghi del Festival. Siamo quasi al mezzo secolo di Festival e in quella direzione non possono che rafforzarsi i rapporti di collaborazione con le istituzioni culturali pugliesi, con le amministrazioni locali e con un nucleo sempre più qualificato di sponsor e mecenati”.

Il sindaco Ancona e il maestro Luisi

Il cartellone

 

 

A dare l’avvio al Festival della Valle d’Itria sarà il 19 luglio a Palazzo Ducale “Le joeur” di Sergej Prokofiev, regia di David Pountney: opera tratta da “Il Giocatore“ di Dostoevskij, che sarà rappresentata nella versione francese del 1929 (repliche il 24, 30 luglio e 6 agosto). Quindi andrà in scena “Beatrice di Tenda” di Bellini (24 e 26 luglio) con Giuliana Gianfaldoni e Celso Albelo diretti da Fabio Luisi alla guida dell’orchestra del Petruzzelli. Seguirà in prima assoluta “Opera italiana” di Nicola Capogrande su libretto di Elio e Piero Bodrato. Al Teatro Verdi “Xerse” di Francesco Cavalli nella nuova edizione critica di Sara Elisa Stangalino e Hendrik Schulze. (il 25, il 29, il 31 luglio). Un cartellone di primissimo livello, firmato dal nuovo direttore artistico Schwarz e dal direttore musicale Fabio Luisi, con la supervisione di Franco Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi, ente produttore del Festival. Il 2 agosto al Chiostro di Sant’Antonio di Taranto, il soprano sudafricano Pretty Yende, accompagnato al piano da Giulio Zappa si esibirà con arie a brani tratti dalle opere di Bellini, Donizetti Rossini; mentre il 4 agosto a Palazzo Ducale Anna Pirozzi con canzoni e arie d’opera.

Il chiostro del Piccolo

Quindi “Il canto degli ulivi”, che porta la musica del Festival nelle strutture rurali: il 20 luglio alla masseria Capece di Cisternino, il 22 alla Masseria Belvedere di Mottola, il primo agosto alla masseria Palesi di Martina, il 29 luglio alla masseria Monti Del Duca di Crispiano. Seguiranno appuntamenti nel Chiostro di San Domenico, il 29 luglio, e un concerto speciale in Salento. E il “Concerto” per lo spirito (28 luglio) nella Basilica di San Martino. Novità di questa edizione “L’opera al cinema”: il primo, il 20 luglio, al Teatro Verdi con la proiezione del film-opera Gianni Schicchi, adattamento cinematografico del titolo di Giacomo Puccini del regista Damiano Micheletto; e il secondo, il 20 luglio a Palazzo Ducale, ”Silent Carmen”, con la proiezione di “Carmen” di Cecil de Mille e di “A Burlesque on Carmen di Charlie Chaplin.

Il cartellone tra Lenoci e Punzi
Tutto questo è stato detto al Piccolo Teatro, dove erano presenti anche, Grazia Di Bari, in rappresentanza della Regione Puglia, consigliere regionale con delega alla Cultura; il sindaco di Martina Franco Ancona e Sabino Lenoci, direttore della rivista “L’Opera”. Punzi ha ricordato l’importanza di tornare a rivivere il Festival dopo il lungo e tormentato periodo della pandemia; e ha ricordato anche l’attività che svolge la Fondazione Paolo Grassi. A sua volta Ancona ha detto che il Festival della Valle d’Itria è la massina espressione culturale di Martina: Franca:. “Attraverso il Festival la nostra città produce cultura di alto livello promuovendo la tradizione lirica italiana meno conosciuta che attrae anche un pubblico che proviene dall’estero, compreso l’Estremo Oriente. Dopo due anni di restrizioni dovute all’emergenza sanitaria sono felice che la 48ma edizione potrà finalmente accogliere di nuovo il pubblico in una sala a capienza piena”. E dopo aver ringraziato il presidente Punzi per il suo instancabile impegno, ha proseguito rivolgendosi al nuovo direttore artistico per un sincero in bocca al lupo e per un successo e una proficua e lunga collaborazione con il Festival della Valle d’Itria. 
 
Un'ala del pubblico
Quindi ha preso la parola Sebastian Schwarz, dicendo che l’opera sta per compiere 450 anni e che in questi secoli ci ha fatto sognare, emozionare, ridere… e tutto questo ce lo racconteranno “Le joeur”, “Beatrice di Tenda”, “Xerse”, “Opera italiana”, “La scuola dei gelosi” ( e i tanti concerti) del Festival della Valle d’Itria del 2022. Non c’era il precedente direttore artistico Alberto Triola, che però ha inviato una lettera che Franco Punzi ha segnalato, plaudendo alla signorilità del maestro uscente. Poi il maestro Franco Luisi ha dimostrato la sua gioia per poter dirigere “Beatrice di Tenda”, un’opera di Vincenzo Bellini, musicista che occupa un osto importante nel suo cuore. A sua volta Sabino Lenoci, colui che organizza gli incontri “Grandi voci della Scala”, ha espresso la sua soddisfazione per portare al Festival grandi nomi a cui poter rendere omaggio mediante un premio. La mattinata al Piccolo si è conclusa con la degustazione con capocollo di Martina Franca del salumificio Santoro; latticini del salumificio La Valle; vini delle Cantine di Marco e prelibatezze dell’Antico Panificio San Martino, tra cui mustaccioli e “fecazzèdd”, che il professore melomane Francesco Lenoci, sempre puntuale al Festival, ha illustrato con vera competenza. Molti dei presenti, conversando con lui, gli hanno confidato che scenderanno a Martina Franca e non si perderanno nemmeno uno spettacolo del Festival né le bellezze di Martina. E qui mi vengono in mente le parole di Guido Piovene, che considerava il barocco della città dalle case incappucciate come “il più bel barocco pugliese, diverso da quello di Lecce”. Lo scrittore aveva fatto colazione a Martina, assaporando “uno squisito vino bianco secchissimo e mangiando carni arrostite, tra cui le budella d’agnello piegate a portafoglio, piene delle interiora, che avevano un leggero sapore di fumo di legna aromatica”. E penso a Carlo Castellaneta di “Una città per due”, per il quale “sulla tavola, a cena, c’erano taralli al posto dei grissini; un galletto disegnato di foggia pugliese e dentro il boccale quel bianco Mir Nustr, che cresce nella valle… orecchiette alle cime di rape e agnello al forno…”. E ricordava che poi, levatasi la luna quel biancore latteo sembrò esigere una romanza, un duetto d’opera, anche perché sulla circonvallazione i nomi delle strade sono tutti di musicisti. Lo scrittore si svegliò al Park Hotel con scrosci di tuffi in piscina. La luce del mattino pareva aver lavato ogni facciata, ogni lastrico, mentre in piazza un piccolo cameriere “occhio d’oliva greca e dentatura di moro” (versi di Raffaele Carreri, poeta e critico d’arte tarantino) ci serviva come piccola colazione caffè e ‘boccolotti’. E Martina, la città in cui 48 anni or sono si compì il miracolo del Festival. Il Festival della Valle d’Itria, come il titolo di un libro di Antonio Rossano, che per anni seguì per Raitrè la grande rassegna martinese.
















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