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mercoledì 15 maggio 2019

Il 45esimo Valle d’Itria nel nome di Paolo Grassi





UN FESTIVAL SEMPRE PIU’ GRANDE

PRESENTATO AL PICCOLO DI MILANO


Cartellone del Festival
Copertina del libro di Pizzigallo
L’appuntamento il

14 maggio, data

storica per il 

Teatro di via 

Rovello: quel 

giorno, nel ’47, il

“martinese di 

Milano”, sua 

moglie Nina 

Vinchi e Giorgio 

Strehler crearono 

lo Stabile che ospitò

anche Eduardo.

 

Franco Presicci

Il pubblico si è alzato in piedi battendo le mani, quando è stato fatto il nome di Giuseppina, la moglie di Franco Punzi che dietro le quinte lavorava meticolosamente per il Festival, presentato al Piccolo Teatro il 14 maggio. Giuseppina è deceduta un mese fa e il meraviglioso mosaico del Festival è rimasto con una tessera in meno.
Escobar, Luisi, Punzi, sindaco di Martina, Triola
Il presidente all’applauso ha risposto pregando tutti di lasciare da parte l’uomo e di pensare al Festival. E ha avviato il suo discorso, ricordando che “quello di oggi è un appuntamento storico che si rinnova nella tradizione”. Storico anche perché il Piccolo fu fondato proprio il 14 maggio, del ’47, da Giorgio Strehler, da Nina Vinchi e da suo marito Paolo Grassi, che non fu soltanto il demiurgo del teatro di via Rovello, ma anche un uomo di cultura e un gentiluomo dalle larghe vedute, che credeva nel teatro e nella sua funzione educativa. Subito dopo Punzi ha ringraziato Escobar per l’ospitalità che ogni anno riserva alla “troupe” martinese e per la sua fertile collaborazione, l’apprezzamento, l’amicizia per la rassegna, che fra sacrifici, conquiste, riconoscimenti, progetti nuovi, sorprese è andata sempre più avanti. 
Prima fila del  pubblico
E quest’anno festeggia il suo 45esimo compleanno, dedicato a un mito del teatro, che a Martina Franca e al Festival - ha affermato – ha dato molto. Fu Grassi a chiedere a Punzi di mettersi alla guida della compagine musicale, che tanti trionfi ha riportato, dimostrando che l’autorevole personaggio, che fu anche sovrintendente alla Scala e presidente della Rai, aveva visto giusto. E Punzi non manca mai di sollevare lo sguardo per ringraziarlo.Poi il presidente ha informato che quest’anno è stata la Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca, “squadra eccezionale”, a preparare l’evento musicale che attira migliaia di melomani da tutt’Italia e dall’estero. ”Il Festival deve avere una lunga storia e una certezza anche nello sviluppo organizzativo, puntando come sempre sui giovani, che sono la forza, la speranza, la linfa vitale del Valle d’Itria”.
Tra il pubblico, Noemi Colaianni (2^ fila a sx.)
Ed ecco tra il pubblico Noemi Colaianni, 21 anni, studentessa brindisina presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, impegnata in una tesi di laurea su Paolo Grassi che discuterà a luglio durante il Festival; la prof.ssa – ha sottolineato Punzi - ha voluto indicare nel suo lavoro il Festival e la squadra di Martina Franca impegnata in questi appuntamenti prestigiosi ed ha preannunciato la pubblicazione sempre che sia una tesi meritevole. La parola è passata a Sergio Escobar, direttore del “Piccolo”: “Abbiamo voluto che questo incontro avvenisse il 14 maggio, per ricordare Paolo Grassi… C’è molta sintonia tra il Piccolo e Martina Franca, con notevole attenzione ai giovani, rispetto per il pubblico e il teatro d’arte”. E ha ricordato Eduardo e il lungo rapporto tra il grandissimo attore e autore e il teatro di via Rovello“. A sua volta il sindaco di Martina Franca, Franco Ancona, ha confidato che sempre con entusiasmo raggiunge Milano per il Festival e che con immenso piacere riconosce tanti giovani che poi vede a Martina. “Sono felice per le tante manifestazioni che accompagnano la rassegna, come la mostra a Palazzo Reale che si trasferisce da noi, rimanendo aperta da luglio a ottobre.
Entrata del Piccolo Teatro
Punzi intervistato dalla Tv
E ha proseguito tornando sul tema dei giovani: “E’ bello vedersi circondati dalle nuove leve, anche perché il senso di Paolo Grassi era di andare verso di loro e farne il cemento della rinascita”.Ancora Punzi: “Parliamo della Regione Puglia, che in questi anni ci ha dato il suo conforto; e del bilancio del Festival, che è in pareggio, essendo affidato a mani oneste”. Quindi è stato proiettato un messaggio visivo di Loredana Capone, assessora della Regione Puglia, che ha ringraziato per il Festival, accennando alla sua storia, alle sue caratteristiche, invitando il folto pubblico a venire in Puglia e a Martina, città accogliente, bellissima, con mille attrattive, dai trulli alle masserie, dal centro storico alla Valle d’Itria, che qualcuno definì una terra benedetta da Dio. Capone ha sottolineato la bellezza della musica colta che attira, coinvolge e migliora; come la bellezza della Valle d’Itria, dove si trova la migliore accoglienza possibile.
Sergio Escobar
E’ stata ricordata anche la peculiarità del Festival, di rappresentare opere mai viste ai nostri tempi e di fare da trampolino di lancio a decine di preparatissimi neofiti della ribalta. Aldo Patruno, direttore generale dei settori Turismo, Cultura, Valorizzazione del territorio della Regione Puglia, ha ricordato come la nostra terra si muova su tanti fronti, sia presente nelle situazioni importanti, sia la Biennale di Venezia sia il Salone del Libro di Torino.
Il notaio Alfredo Aquaro al Piccolo
E ha ripetuto “che sono beati i genitori che sanno mettere le ali ai figli; e beati quelli che sono in grado di dar vita a iniziative che ci uniscono, ci esaltano e non si concludono nei nostri confini…”. Il Festival è un’offerta culturale di altissimo livello elaborata da personaggi che posseggono doti di grande competenza, sensibilità, bravura, intelligenza e hanno la capacità di guardare all’orizzonte, di toccare punti sempre più elevati, mète sempre più significative, con impegno inesauribile, costanza, amore. La tradizione continua. Un esempio: Francesca Grassi, che ha assunto l’eredità del padre – ha affermato ancora Punzi – “Non siamo soli in questo percorso: abbiamo anche la collaborazione del Teatro Petruzzelli, di vari organismi nazionali e internazionali…E poi i giovani, bella risorsa, la luce dei nostri occhi e le speranze del nostro lavoro”. Quindi ha messo in evidenza il prestigio, il livello delle nostre accademie musicali. “Nel teatro, nella musica, nella cultura si trova l’essenza della vita in un tempo di incertezze e di confusione…”.
Lenoci, Francesca Grassi, Costantini
Nonostante tutto, lui ha sempre energie da impiegare. Abbia sempre la volontà di condurre il Festival. Sono dieci anni che il direttore artistico Alberto Triola presenta il Festival a Milano. “Dieci anni sono una tappa apprezzabile. Devo ringraziare quelli che ci hanno creduto, condividendo l’attività della famiglia del Festival (perché il Festival è una vera famiglia); gli artisti che vengono anche se non sono in cartellone, i giornalisti… Abbiamo tre grandi omaggi da rendere: a Paolo Grassi, per i suoi cento anni dalla nascita; a Pier Luigi Pizzi, che sta vivendo una seconda stagione artistica, legato a Martina da una lunga amicizia; a Napoli, capitale europea della musica, della cultura”. Il titolo della 45esima edizione è appunto “Albori e bagliori: il secolo d’oro", Napoli e l’Europa.
Paolo Grassi su una locandina del Festival
Il progetto ”1919-2019 Paolo Grassi 100 anni a Martina Franca” è realizzato, con il supporto di Giovanni Soresi, dalla Fondazione di Martina che porta il nome di questo indimenticabile pilastro, organizzatore teatrale, un monumento… e “vuole essere innanzitutto una testimonianza delle sue idee e del suo modo di fare: dalla necessità del teatro come funzione civile e come servizio pubblico alla difesa di una musica alta e partecipata negli anni trascorsi come sovrintendente alla Scala e come presidente della Rai, al sostegno intelligente e creativo del Festival della Valle d’Itria…”. Il Festival si apre dunque il 16 luglio e termina il 4 agosto. Il 16, il 20, il 31 luglio a Palazzo Ducale di Martina verrà rappresentato “Il matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa, regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari; il 19 luglio, ancora al Palazzo Ducale, “Coscoletto ovvero Il Lazzarone”, di Jacques Offenbach (prima esecuzione in Italia), direttore Sesto Quatrini, con i cantanti dell’Accademia del bel canto “Rodolfo Celletti”; il 30 luglio e il 4 agosto “Ecuba”, di Nicola, Antonio Monfroce, direttore Fabio Luisi, orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari; il il 2 agosto, “Orfeo”, di Nicola Porpora, direttore George Petrou; il 21, il 23, il 25, il 27 e il primo agosto “L’ammalato Immaginario” e “La vedova ingegnosa”, opere in masserie (non va dimenticato il ruolo di queste architetture rurali, tra le quali la Monti del Duca di Crispiano). Poi recital di bel canto con Olga Peretyatko; e concerti, festival junior, festival d’arte per tutti, concerto del sorbetto,” All’ora Sesta”, “Già la notte si avvicina”, “Galileo sotto le stelle”, al Chiostro di San Domenico; “Danze, Virtuosi e…”, “Novecento e oltre”. Insomma, come al solito un programma denso e appetitoso.Un comunicato informa che la 45esima edizione del Festival, noto in tutto il mondo (gli spettatori arrivano addirittura dal Giappone, oltre che da tutta Europa), comprenderà molti spettacoli ispirati al “martinese di Milano” (così Paolo Grassi viene definito con affetto), “fra cui una biografia teatrale di Grassi intitolata “Paolo” a cura di Davide Gasparro; uno spettacolo di teatro e musica a cura di Benedetto Sicca: “Per tutti! Il sogno di Nino, Paolo e Giorgio”, la mostra “Un poeta dell’organizzazione – 1919-2019; numerosi pianisti nel centro storico di Martina; “Andy Warhol: l’alchimista degli anni Sessanta”, a Martina, Ostuni, Mesagne. Verranno solennizzati in molti luoghi i Cento anni dalla nascita di questa celebrità, famoso, autorevole, mitico protagonista del teatro, che ebbi l’onore di conoscere nel ’64 a una cena al Circolo svizzero di piazza Cavour con l’editore Lacaita di Manduria, il gallerista Guido Le Noci, l’avvocato Raffaele Salinari e altri; e lo incontrai nuovamente, come vice-critico teatrale del quotidiano “L’Italia”, al Piccolo in occasione della rappresentazione de “I Lanzichenecchi” (lui nel ridotto del teatro aspettava Giuseppe Giacovazzo, che veniva apposta, credo, da Roma). Questo sarà dunque l’anno di Paolo Grassi: una mirabile occasione per ripercorrere la sua ineguagliabile personalità di intellettuale, promotore di cultura e uomo di spettacolo.






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