Pagine

Print Friendly and PDF

mercoledì 30 agosto 2023

Raffaele Bugelli analista programmatore senjor

UN VERO INNAMORATO DEL MEDIOEVO

INSEGNA AI GIOVANI LA COMUNANZA

Raffaele Bugelli in armatura

E’ di Martina Franca ma vive a Vigevano.

Con alcuni amici ha costituito un gruppo

che fa capo all’Oratorio di san Giuseppe

al Cascame, dove tra l’altro si organizzano

giochi di ruolo teatrali. E’ anche amante

del modellismo statico d’ispirazione

medievale, eseguito con materiali

semplici.

Franco Presicci

Condivide con i suoi amici la passione per i Templari, “cavalieri e difensori della persona, ma anche della cristianità. Ci colpì anche la dottrina della fratellanza e dell’unione”.

I fondatori dell'Associazione
 

Un giorno baluginò l’idea di costituire un sodalizio, e discutendo, scambiandosi idee, elaborando progetti, allargarono il loro orizzonte, acquisendo nuove conoscenze e competenze come l’uso della spada. Quindi cercarono un maestro che li potesse preparare nella scherma medioevale e a Mortara nel 2007 trovarono la Compagnia “Merito et Tempore”, dove si tenevano corsi nel settore. Nel 2010, ormai allenati e con rinnovate esperienze, decisero di fondare l’Associazione Culturale “Commenda San Giorgio”, nella quale incominciarono a organizzare eventi in costume e armamentario (tende, velari che servono per proteggere dal sole…).

Raffaele Bugelli

 

 

Il mio simpatico interlocutore è Raffaele Bugelli, 48 anni, analista programmatore senior, nato a Martina Franca e nel 2001 trasferitosi a Vigevano. Della città dei trulli non conosce il dialetto, perché il padre, di Fasano, gli suggeriva di esprimersi in italiano, come accadeva a quei tempi in molte famiglie. Raffaele è una persona comunicativa, schietta, intelligente, volenterosa, positiva, che risponde senza reticenze alle domande sui suoi interessi culturali e sportivi, che a quanto pare sono diversi. Non sa dire da dove derivi la sua predilezione per il modellismo statico legato al Medioevo (case di quell’epoca, torri e tanto altro). Nei diversi lavori di modellismo o “diorami”, si serve di elementi di scarto e semplici come il gesso, il cartone o la balsa, dopo aver eseguito un progetto su carta, contenenti tutti i dettagli, le misure e il materiale. Tutto è iniziato estendendo il giro delle amicizie nel luogo in cui si era trapiantato, eseguendo giochi di ruolo (gdr) con l’utilizzo di chat messaggistiche. E da lì conobbe, fra gli altri, Daniele Garavaglia, uno dei suoi migliori amici, che abita a Mortara. Il primo evento, nella stessa città del “maestro di Vigevano”, presso l’oratorio della chiesa di Fatima. Consisteva in un combattimento teatrale, seguito da giochi medievali per bambini (tiro della corda, lancio di cerchietti di corda, tiro dell’arco, esibizioni con il cucchiaio con un uovo nell’incavo.

Arcieri a Morimondo

A Cerrione hanno poi allestito un accampamento con giri di scherma, seguito da spettacoli a Casella, in Liguria, a Novara (al Castello e al Broletto), a Gallarate, a Castello Arguato, a Mortara, nella piazza e nel Castello, di epoca medioevale; e tra le tante altre località Morimondo. Insomma un’attività abbastanza densa e molto apprezzata. Raffaele ne parla con entusiasmo, quasi coinvolgendo chi lo ascolta. Lo immagino vestito da Templare mentre duella con l’avversario di turno, applaudito dai cordoni di folla, come negli anni 60 avveniva nei dintorni di Milano alle quintane di Romano Villi, detto “lo sceriffo” della televisione (aveva la sagoma del guerriero medioevale, possente e generoso, di cui posseggo come ricordo affettuoso una piccolissima stella in oro). Intanto Raffaele approfondisce gli studi di scherma (“Flos duellatorum”, inizialmente apprendendo le tecniche della spada a due mani dopo aver letto e assimilato ”il manoscritto di scherma tramandato in tre collezioni/versioni, differenti l’una dall’altra “(Getty, Morgan, Pisani-Dossi, che è quella adottata da lui)”.

Duello al Broletto di Novara
Le tecniche descritte nel ‘Flos Duellatorum’, combattimento a mano nuda, con la daga, con la spada con una mano o con due mani, con la daga e bastone, con la lancia, a cavallo…”. Lo ascolto con viva attenzione, non perdo una sola parola del suo racconto, sia quando esalta i ruoli sia quando dipinge gli ambienti in cui le competizioni si svolgono. Bravo nelle descrizioni: “Un cavaliere templare indossa le braghe calzabraghe normali e imbottite, camicione bianco, stivaletti bassi, il ‘gambeson’ pure imbottito, infula imbottita per il combattimento, l’usbergo, armatura di ferro in anelli sopra il l‘usbergo’, che copre dalla testa al ginocchio insieme al “camaglio”. Sopra l’usbergo si colloca la tabarda, specie di camice scamiciato con la patente templare: la croce. “Praticamente replichiamo l’abbigliamento dell’epoca. Ah, poi c’è l’elmo, la spada, la cintura”. Non tralascia alcun particolare, Raffaele, e fa quasi venire la voglia a chi l’ascolta di seguirlo nelle sue esibizioni.

Raffaele in preghiera prima del duello
E’ un “Templare” alto, robusto, una moglie, Beatrice, una figlia universitaria, Desirée; trascorre le brevi vacanze nel trullo di famiglia a Martina, su via Mottola, o dalla mamma. Lo vedi stagliato nel tratturo, indifferente al volo delle farfalle e ai suoni e ai profumi della campagna, e sembra un turista che ha lasciato il computer per godersi le case incappucciate, le viti inginocchiate messe a dimora dal suocero, Giovanni, sostenuto moralmente dalla suocera Stellina (entrambi scomparsi); e lo immagini impegnato nella vestizione per trasformarsi in Templare. E’ davvero innamorato del Medioevo, lo ha studiato: “Non è un periodo di oscurantismo, un secolo buio, ma ha in sé radici sviluppate successivamente”. E’ colto, informato. Nel 2011 ha trasmesso questa sua passione della scherma e della storia medioevale, compresi gli usi e i costumi nell’interno dell’oratorio della chiesa di Fatima, a tutti gli interessati, ai quali tra l’altro cerca di ispirare quel senso di fratellanza e dell’aiuto reciproco, “tipico dei Templari”. Nel 2021 ha proseguito la sua attività all’oratorio di San Giuseppe al Cascame di Vigevano. Il rispetto per gli altri, il piacere dello stare insieme, la comunanza fanno parte del suo bagaglio, che ha trasmesso ai tanti ragazzi che lo seguono.

Allenamento tra Raffaele e Gloria Dell'Osa
Raffaele tra l’altro è maestro di scherma, che con la sua associazione ha preso parte alla realizzazione a Gattinara, di un corto, film documentario intitolato “La quercia e la spada”. Meritevole il suo lavoro nell’ambito dell’educazione dei giovani, perché lo sport serve anche a questo. Un maestro. La domanda sull’Associazione è d’obbligo. E mi sottopone un documento, che soddisfa le mie curiosità. Ma è lui a sintetizzarlo. ”I nostri fini son diversi: rivivere in costume la vita quotidiana dell’Ordine dei Cavalieri Templari in maniera il più possibile corrispondente alla loro realtà, del periodo che va dal 1190 al 1250, con la riproposta di episodi che hanno segnato lo stesso asso di tempo; lo studio di situazioni inerenti all’argomento che ci coinvolge; La collaborazione con sodalizi che hanno i nostri stessi scopi”. “Con ‘Ordo Draconis’ ci riferiamo ai soci che desiderano approfondire specifici aspetti come l’uso delle armi bianche, arceria, giocoleria…”.

Armi e armature
E aggiunge che l’Ordo Draconis di Vigevano concretizza le sue iniziative presso l’oratorio della chiesa di San Giuseppe al Cascame. E non è finita. Raffaele Bugelli è meticoloso, attento, preciso, non certo superficiale, e completa: “Flos duellatorum”, Fior di battaglia, è un documento di lotta e scherma scritto a Ferrara nel 1409 o 1910 da Fiore dei Liberi di Premariacco, il cui testo è stato trasmesso, come detto, in tre testimoni, Raffaele Bugelli ha tanto altro da dire, e lo direbbe volentieri se non temesse, erroneamente, di aver strappato troppo tempo al suo interlocutore, che invece pendeva dalle sue labbra, attirato anche dal suo modo di illustrare, precisare, approfondire.
 
 
Segno della Spada del "Flos Duellatorum"
Ma a farlo decidere di concludere il discorso è un impegno assunto precedentemente con Desirè: una visita a Matera, ai suoi Sassi, le cui particolarità hanno sensibilizzato tanti registi, da Alberto Lattuada, che nel ’52 girò il film “La lupa”, con Kerima, a Mel Gibson, a Pier Paolo Pasolini... Vengono in mente “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi, oltre al fascino, la rilevanza culturale di Matera. Il programma di Raffele contempla anche Oria, città con il centro storico di stampo medioevale e un Castello Federiciano, Apricena, nel Foggiano, Castel Del Monte, Conversano… Insomma, ogni volta che va in Puglia si mette sulle tracce dei centri che rispondono alle sue esigenze culturali e non c’e niente che possa distrarlo. Abbiamo tempo di riprendere il discorso sui Templari, “Militia templi”, che ben presto si diffusero in Europa, dalla Francia al Portogallo, e edificarono moltissime chiese, denominate Tempi. Dettero esempio di coraggio e determinazione nelle guerre del tempo, sino a quando non s’imbatterono in Federico II, che li liquidò. Erano diventati troppo potenti e a quanto pare anche economicamente ottimamente forniti.





Nessun commento:

Posta un commento