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mercoledì 29 marzo 2023

Una notizia che nessuno si aspettava

 

RINASCERA’ A MILANO, IN CORSO VENEZIA,

IL GLORIOSO CIRCOLO DELLA STAMPA

 

Il compito è stato affidato

dall’Associazione Lombarda

dei Giornalisti a Giuseppe 

Gallizzi, che del sodalizio è

stato per ben undici anni

presidente. 

A giudicare dalle iniziative

da lui realizzate all’epoca in

cui ha pilotato la “casa dei

giornalisti”, manterrà ancora

alto il suo prestigio. 

 

Franco Presicci

Nicotera Marina

Una bella notizia, che naturalmente accogliamo con piacere: a Giuseppe Gallizzi, già caporedattore centrale del quotidiano di via Solferino, “Il Corriere della Sera” - dove venne assunto nel ’65, dopo essere stato interpellato mentre si godeva il sole sulla spiaggia della sua città, Nicotera Marina - è stato affidato il delicato compito di ridare vita al mitico Circolo della Stampa. Che spense le luci dopo alterne vicende, passando dalla storica sede di corso Venezia 16, palazzo Serbelloni, dove ai suoi tempi si accasò Napoleone, a Palazzo Bocconi, a pochi passi di distanza.

Gallizzi con Montanelli


 

 

Cardinale Martini

 

 

 

 

 

Del Circolo Gallizzi era stato presidente dal 2002 al 2013, e già dai primi giorni si era dimostrato pilota esperto e volenteroso, continuando a fare dell’istituzione un centro di cultura, con mostre d’arte, presentazioni di libri, conferenze, e convegni, dibattiti e altro, con la partecipazione di personalità molto prestigiose e autorevoli.

Uomo socievole, affabile, preparato, giornalista di notevoli capacità, rispettato e stimato, al “suo” Circolo ricevette uomini dello spettacolo, tra cui, più volte, Alberto Sordi, mostri sacri della carta stampata come Enzo Biagi, Indro Montanelli, Ugo Stille, che diresse “Il Corriere” e quando andava a Palazzo Serbelloni si fermava a pranzo, amando tra l’altro il risotto alla milanese cucinato dal famoso “chef” Guzzon; uomini di chiesa, come il cardinale Carlo Maria Martini e tantissimi altri.

Punzi al Circolo della Stampa di Milano

Ricordo una serata in cui vennero celebrati i 700 anni di Martina Franca (grazie al professor Francesco Lenoci, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), che ebbe anche fra il pubblico rappresentanti della città dei trulli e del belcanto (il Festival della Valle d’Itria), tra cui l’ex sindaco e presidente della rassegna nota in tutto il mondo, Franco Punzi, don Franco Semeraro, rettore della Basilica di San Martino e membri del Rotary Club di Merate: una serata affollata con la gente che debordava nelle sale vicine.
Abbascià costruisce la scuola in Kenya

Ricordo anche una mattina in cui, in occasione della nascita di un quotidiano, tra gli altri fece il suo intervento il compianto Dino Abbascià, il re dell’ortofrutta che per primo importò preziosità esotiche e costruì con le sue mani una scuola per bambini in Kenya. Nel suo studio a Palazzo Serbelloni Gallizzi, nella veste di presidente, realizzò dunque idee che tenevano viva la tradizione del Circolo, quella per esempio di Ferruccio Lanfranchi, ai tempi autorevole capocronista del “Corsera”, al quale era stato assegnato il comando nell’assemblea del 21 novembre del ’49. Il Circolo esisteva almeno nel nome già prima di quella data, ma evidentemente la sede non era quella che rispondeva ai desideri dei soci; e allora per il sodalizio si cercò un’altra sistemazione, trasferendolo in un locale, dove poi si insediò il night-club ”Embassy”. Lanfranchi si propose degli obiettivi: oltre a fare del Circolo la dimora dei colleghi, in cui si conoscessero tutti e fraternizzassero anche con i pubblicisti… ospitare attività che fossero all’altezza del luogo. E queste furono frenetiche, sempre curate con attenzione al prestigio.

Giuseppe Gallizzi,Paolo Mieli e Sergio Stimolo
Per esempio, la casa dei giornalisti accolse in pompa magna personalità come Luigi Einaudi e la moglie Ida; Alcide De Gasperi, il sindaco di Milano Cassinis, Alberto Pirelli, il presidente Giovanni Gronchi, l’avvocato Gianni Agnelli per un incontro con Andrea Purgatori e Vittorio Feltri, anch’essi corrieristi, Ugo Stille, allora sulla plancia del “Corriere”, Ivanhoe Fraizzoli e signora… La lista è lunga, anzi lunghissima. Si ricordano i balli con cavalieri in smoking e dame elegantissime, regine della danza, come Evi Zamperini Pucci, moglie di un ammiraglio ed esperta d’”ikebana”, l’arte giapponese di disporre i fiori; le cene, gli spettacoli con i clown’s con il “pomodoro” rosso sulla punta del naso per divertire i bambini, figli dei soci. E poi la befana dei giornalisti... In tempi molto più recenti la festa del cronista, una quindicina di giorni prima di Natale, organizzata da colleghi del “Corriere della Sera”, “in primis” Paolo Chiarelli, che invitava anche gli stati maggiori della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri, il questore, il capo della Mobile, magistrati, tra i quali il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Di Maggio, le cui requisitorie erano lezioni di diritto incastonate in un patrimonio di profonda cultura generale ...
 
Corso Venezia
Manifestazioni memorabili con le luci che si spegnevano oltre mezzanotte, come in uno spettacolo condotto da Gerardo Placido, fratello di Michele, e ispirato da Dino Tedesco, collega galantuomo del “Corriere”, conoscitore anche del mondo della ribalta. Gallizzi nel 2002 l’aveva ereditata, questa tradizione, e l’aveva proseguita, approvando, sostenendo, incoraggiando congressi, conferenze-stampa di grandi aziende, eventi culturali, illustrazioni di volumi fotografici sui paesaggi più affascinanti e luminosi del nostro Paese, come quella sugli ulivi saraceni, contorti, a volte dalle forme barocche, genuflessi come in preghiera, con “ombrelli” ampi che cambiano colore quando spira forte il vento; alberi dallo zoccolo duro, come li definisce Carlo Castellaneta nel libro “Una città per due”. Gallizzi ricevette porporati e politici, per esempio Silvio Berlusconi e Romano Prodi, quando erano a capo del Governo; dette alle stampe un periodico, che esponeva progetti, informava sulla vita del Circolo e sugli avvenimenti in programma. Ha gestito il Circolo come fosse un’azienda che amministrava un milione di euro. Non è poco.
 
Ritratto di Gaetano Afeltra al Circolo
Amante della fotografia, ha, come detto, dato spazio a queste esposizioni e ha ripreso tutte le manifestazioni e gli appuntamenti con maestri del giornalismo (tra l’altro ha pubblicato “Eravamo in via Solferino” e “La scuola dei grandi maestri”, insieme a Vincenzo Sardelli: libri interessantissimi), con capitani d’industrie, dirigenti scolastici…, sotto lo sguardo di Gaetano Afeltra – già direttore del “Giorno” venuto dal quotidiano di Eugenio Torelli Viollier – che spazia in un ritratto appeso a una parete. Quando Gallizzi accettò l’incarico di presidente a Palazzo Serbelloni stava per andare in pensione, quindi si apprestava a lasciare la sua poltrona in via Solferino, forse con nostalgia, sentimento che non gli impedì di tenere il manubrio ben fermo. Fece di tutto per consolidare il Circolo, mantenendo alta e viva la sua importanza. Quando ci andavo, spesso con l’amico pittore Filippo Alto, che sognava una mostra in un angolo sontuoso di Palazzo Serbelloni, mi sentivo spaesato, data l’imponenza dell’ambiente. Una delle ultime volte ero stato invitato a collaborare a una delle imprese di una Fondazione con quartier generale a Martina Franca, che distribuisce libri da destinare alle carceri, alle scuole o alle biblioteche pubbliche, soprattutto delle periferie. Quella volta Piero Lotito del “Giorno” era stato premiato per un suo libro, “Il pugno immobile”, bello e interessante racconto in cui s’intrecciano fatti e stati d’animo degli anni del terrore. Adesso l’Associazione lombarda dei giornalisti ha assegnato a Gallizzi l’incombenza di fare risorgere il Circolo della Stampa. Lui si sta già muovendo, esplorando soprattutto la zona di Porta Venezia, dove per tantissimi anni ha signoreggiato l’emblema e l’orgoglio del giornalismo milanese e lombardo; e sta contattando persone in grado di aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo. “Il Circolo deve rinascere in una località rilevante, secondo la tradizione, quindi la mia bussola mi porta verso corso Venezia”, mi ha detto nel corso di una breve conversazione che ho avuto con lui giorni fa”. Non gli ho fatto molte domande, avendo intuito che preferiva la discrezione, forse, dico forse, anche per ragioni apotropaiche. Penso che riuscirà nel suo intento, assecondando le aspirazioni dei colleghi che rimasero scioccati alla notizia della chiusura del Circolo, custode anche nell’assenza, di tante memorie. Come quella del grande Orio Vergani, papà del compianto Guido, l’occhio di Brera, nel momento in cui inaugurava la mostra nazionale di pittura del “Premio Tiziano”, nel ’51, anno in cui al Circolo si discusse anche sul melodramma verista italiano, in ricordo di Umberto Giordano; e quella, sempre nel ’60, di Dino Alfieri impegnato in un’intervista alla grande attrice Emma Gramatica. In seguito si svolse la cerimonia per la consegna a Marisa Del Frate del Premio ”Passerella Club” dalle mani di Carlo Dapporto. Probabilmente nel nuovo Circolo non ci saranno arazzi né affreschi sui soffitti né il ristorante con il risotto alla milanese preparato da Guzzon che tanto piaceva a Stille. La nuova residenza della cultura, delle esposizioni d’arte, dei dibattiti sarà la sede in cui non solo i giornalisti potranno riunirsi e scambiarsi idee…ma anche disquisire con ospiti illustri, affezionati al celebre luogo, che ha avuto, come abbiamo visto, giorni e serate da non dimenticare.






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